Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

Viviamo assieme una poesia, un racconto, una canzone o un quadro d'autore, lasciate un vostro commento ai post, per noi sarà un piacere leggervi.

Preghiamo gentilmente tutti quelli che postano il loro commento scegliendo l'opzione 'Anonimo' di blogger di firmarlo, grazie. ros e massimo

Translate

lunedì 31 agosto 2009

L'ECO D''O TRAMONTO Di Bruno Zapparrata

(Tramonto a Mergellina-Francesco Galante)


L'ECO D''O TRAMONTO

Angele a schiera pittano 'o tramonto
dint''o vviola e 'o celeste 'e Margellina.
Nu pentagramma 'e luce, na scugliera,
e Villanova...scrive na canzona.
Voce 'e Sirena sta chiammanno 'a sera,
'a sera chiamma e abbraccia na Sirena,
e ll'onna murmulea vierze d'ammore
sott''o cielo che a poco trasculora.
E' nu mumento e 'o Sole nzerra 'a porta,
s'affonna a mmare, non se fa guardà
e'e stelle a' una a' una, nluntananza
stanno ntallianno primma 'e s'appiccia'...
Se fa campagna 'o mare chesta sera,
sapore 'e grano, na carezza 'e viento,
l'ombra d''a notte, ll'aria 'e primmavera
ntrecciano sciure e so'...catene argiento...
Catene e sciure,
uocchie 'e poesia 'e na femmena,
scetano suonne antiche doce e tiennere,
ca pe cantà nun servono 'e pparole:
appicciano p''e vvie funtane 'e sole!
Chitarre 'e viole, ll'oro d''e mmimose,
note 'e nu pentagramma 'e luce e rrose,
canzona nova e doce, sott'o Monte
segna int''a ll'uocchie l'eco d''o tramonto...

Chi non conosce Napoli? E chi non si è soffermato dalla scogliera di Mergellina ad osservare quel tratto di mare che parte dalla Punta della Campanella e s'infrange sulle coste di Capo Miseno. E' uno spettacolo perchè in quelle serate terse di primavera si riesce a vedere distintamente Capri mentre alle spalle di Miseno restano nascoste Procida e più in là Ischia. Basta girarsi ed avviene un altro miracolo : una parete a strapiombo che cade su Mergellina tutta ricoperta di erba e fiori con viottoli illuminati che di sera formano un pentagramma. In questo contesto, sin dall'antichità questo luogo è stato cantato da tutti i poeti passati alla storia da Gianbattista Basile a Giulio Cesare Cortese, da Salvator Rosa con michelemmà sino ai più grandi poeti dei giorni nostri. Provate a sedervi un sera di primavera lungo la scogliera del Faro di Mergellina, quando l'aria è tiepida i venditori di fiori pullulano e le coppie passeggiando si scambiano tenerezze. Vi assicuro è un'altra dimensione.Così è nata questa poesia, così ho inteso scriverla, così ve la propongo. A voi il parere.Mergellina mi darà sempre quella serenità necessaria per accettare tutto.



Era de' Maggio é un bellissima canzone scritta da Salvatore di Giacomo e cantata in questo video da Consiglia Licciardi




Postata nei commenti trovate la traduzione in italiano della poesia fatta dallo stesso autore. grazie

SBAGLIO di Annamaria Fulgione

Sbaglio,
nel cercare
la pace come destinazione.
Sbaglio,
sono fuoco di lava
che sgorga cattivo
dopo anni di silenzi.
Sbaglio,
a cercarti nel buio
sei ombra
sei niente.
AMORE,argomentazione teorica
VUOTO,analisi di un caso concreto.








Forse sbaglio ad essere così come sono, alla ricerca perenne di un equilibrio. Credo debba dar spazio e non soffocare il fuoco che da sempre regna sovrano in me, lasciandomi andare senza aspettative senza illusioni e chissà che non ritrovi una dimensione giusta. La mia.


Undicimilacentosettantuno giorni di Guido Passini

Hai lasciato morire, senza rispetto,
chi ti ha incontrato, nessun prigioniero,
hai ucciso neonati, bambini, adolescenti,
fino ad oggi hai ucciso senza ritegno.
Gli hai strappato il respiro
perché ancora non erano pronti,
non sapevano come difendersi.
Come un barbaro ti servi ancora oggi
dei nostri corpi, (per mantenerti in vita),
ci hai trasformati nei tuoi piccoli
soldatini di piombo, (proprio cosi),
appesantisci questi petti
fino a quando la zavorra
diventa insostenibile,
allora, solo allora, in tanti, in troppi
si arrenderanno.
Una guerra che miete vittime,
una dopo l’altra, e continua imperterrita
sotto gli occhi del mondo
senza che nessuno se ne renda conto.
Ma noi uomini siamo cosi,
cerchiamo le guerre per il petrolio, per un pezzo di terra,
tralasciando poi la guerra dentro noi,
quelle in cui si lotta davvero per la vita.
Quelle dove non esistono AK-47,
quelle dove non c’è strategia che tenga.
Affrontiamo guerre, consumando denaro
su denaro, consumando vite su vite,
piangiamo i nostri morti,
gridiamo mai più,
ed ogni volta siamo i primi a partire.
E’ strano l’uomo.
Non riusciamo a trovare nessun mercenario
che tenti di accompagnarci in questa nostra guerra.
Non troviamo niente e nessuno.
Questa è la tua guerra amico mio,
questo ti senti dire …
o ancora, tieni,
la tua ultima sigaretta.
Non ci resta che piangere, mentre
osserviamo la croce bianca
che attende il nostro nome?
Ho sempre pensato che
chi piange se stesso
si è già arreso,
allora mostro i denti
all’esercito nemico.
Lottare per la vita,
lottare per se stessi,
lottare (sempre).
La mia guerra
ha sulle spalle
undicimilacentosettantuno giorni,
non so quanti ancora ne mancheranno,
non so nemmeno chi ne uscirà vincitore,
ma di certoso di aver lottato.
Non mi interessano medaglie al valore,
premi speciali,
io, noi, combattiamo per vivere,
combattiamo contro la fibrosi cistica,
rivogliamo il nostro fiato.
©Guido Passini


Presento per la prima volta su queste pagine un personaggio di grande spessore: Guido Passini. Egli combatte una grande battaglia con l'arma della poesia e della forza d'animo. Il nemico è la fibrosi cistica. Non a caso ho scelto il dipinto di Davide e Golia ed il video di Vivere. Guido come un novello Davide che combatte ed urla al mondo le parole di Vivere oltre che quelle dei suoi bellissimi versi. Lascio ai lettori lo sviluppo dei temi proposti da Passini. Massimo Imperato



"Vivere" interpretato da Gerardina Trovato e Andrea Bocelli.

domenica 30 agosto 2009

Fenice di Piero Rotundo

Orfano di me,
Castrato alla nascita,
Vago barcollante,
artigliato
da mitologici Archetipi
Imprigionato
In luoghi comuni
Irti di spine taglienti
Che lacerano la carne
e confondono il pensiero.
Mastico e mastico
strenuamente
solo alla ricerca
Del mio unico
peculiare filo
ormai confuso in una matassa
di altri fili senza bandolo,
cercando di liberare
il mio vero respiro.


..Affannosa e dolorosa ricerca del proprio respiro, nella morte di modelli e archetipi che lo tolgono e la speranza della rinascita dalle proprie macerie come Fenice... finalmente... figli di se stessi, ..non più Orfani!(Piero Rotundo)


(Dipinto: L'araba fenice-Thaddaeus Ropac)


Prova d'amore di Massimo Imperato

Stringi la mano
tra le mie callose dita.
Tuffati nei caldi rivoli
dei miei vibranti sentimenti.
Goditi l'apnea dei sensi
mentre penetri il mio profondo.
Sentirai il respiro fuggente,
avvertirai l'ebbrezza
impadronirsi del tuo essere
e l'ultimo respiro imminente.
Potrai uscire
oppure perderti in me.
Solo così
il dubbio verrà sciolto.
Se non sei fuori
amore eterno avrai.


Le mie poesie d'amore sono come delle istantanee scattate in attimi vissuti da diverse personalità. Pertanto spesso non mi riferisco a situazioni personali. Questi versi ne sono un esempio.
Sono un invito a compenetrare il partner nel profondo dei sentimenti. A scendere li dove si vivono le vibrazioni e le emozioni. Un invito a scoprire che cosa accade quando il desiderio si insinua fortemente fino a togliere il respiro. E' a quel punto che si riesce a decidere se la corrispondenza del sentimento induce a lasciar perdere oppure ad unirsi per sempre. Se si è degni di entrare nella comunione dell'amore eterno.
Keith Jarreth commenta con maestria suonando uno standard, Over the Raimbow. Oltre l'arcobaleno, dove si sente chi viene pienamente corrisposto nel suo amore.


GIORNO CHE MUORE di Maria Isa D'Autilia

Giorno che muore
dietro un'incertezza
di foglie
e stracci laceri
del vento
di un ricordo
che artiglia le parole
e le congela
in un granello
di sabbia abbandonato
lungo il greto
del fiume.

Sciolte,
le trecce della luna
disegnano
frammenti di armature
sul pentagramma
vuoto
del lago
inabissato
nel cuore di un vulcano
che non ha
più voce.

Mentre il silenzio
sgrana i suoi occhi
negli occhi
della notte
e dell'assenza
salgono la collina
i giorni
come croci dolenti
acuminate
spade
pugnali insanguinati.
Giorno
che muore
dietro l'orizzonte
di un desolato addio
rivolto al nulla...


Ci sono giorni che si frantumano tra le dita...che nel morire lasciano un senso di nostalgia struggente o di dolente sensazione di assenza.Non sono giorni particolarmente drammatici, ma i giorni in cui l'anima si sente più nuda e fragile, e dialoga con ciò che gli occhi vedono, popolando il silenzio e le tenebre.Ed allora, mentre l'oscurità avvolge come uno spesso velo di silenzio lo scandire delle ore e degli occhi e dei pensieri, allora quei giorni appaiono in tutto il pallore della malinconia.Nello scrivere questa poesia sentivo, sottesa ai versi, quasi un' impercettibile interfaccia sonora, una sorta di musica senza quasi suono...Poi l'ho incontrata, l'ho ascoltata, l'ho riconosciuta...era lei quella musica!...era una versione appassionata ed emozionalmente molto forte e struggente di Autumn Leaves, che prendeva nuova vita, nuove emozioni sonore nella bellissima versione di Roberto Monti, emozioni sonore che s'intrecciavano, quasi simbioticamente con i versi...


(Dipinto: Engel mit Kerze - Siegfried Zademack)

sabato 29 agosto 2009

Ho visto il tempo dell'uomo passare di Adriana Pedicini

(Monet-Il tempo delle ninfee)


Nella percezione della maturità si può dire:"Ho visto il tempo dell'uomo passare" e un insieme di rimpianti,nostalgie,ricordi quasi fanno fatica ad intrecciarsi alla speranza, ai sogni, alla fede nel divenire. Ma è così. Il tacito scorrere del Tempo ci ricompensa forse se di nuovo fanciullo, esso, il Tempo, si snoda in fresco scintillìo lungo il nostro stupito sguardo al dondolio delle nuove vite che sbocciano. Ed è malinconia del tempo che rimane o sogni che ancora tremano nel cuore come ali di piccole farfalle! (adriana pedicini)


Ho visto il tempo dell'uomo passare

A che vale se
su schegge di dolore pungente
straripanti fiumi di lacrime
anime accartocciate in foglie d'autunno
schiude in sorrisi d'infanzia
il roseo fiore della vita.
Lascia dondolare
l'antica altalena.
Se pure già vedi i sorrisi
restringersi in gocce di lacrime
altri sorrisi variopinte corolle
spunteranno sull'unico stelo.
Eterno il fiore
si nutre di non eterni sospiri.


La farfalla dalle ali dipinte di Nicoletta Bossone

(La Farfalla-Renato Guttuso)

Un giorno una farfalla si recò da un pittore perché desiderava farsi dipingere le ali più belle, più colorate più ... di tutto il creato.

Quindi visitò la prima bottega; era un pittore con dei baffi ricurvi all’insù e con molto vigore dipingeva i suoi quadri.
Guardò ciò che dipingeva e non gli piacque granché dipingeva persone morte e quindi andò altrove.

Trovò un altra bottega è li vi era un omino rinchiuso nel suo mondo, molto serio ed introverso. Guardò i quadri che dipingeva e vide che erano bui e scuri, e privi di colore. In effetti quello probabilmente era in modo in cui vedeva il mondo.
Lui era triste e comunicava la sua tristezza nelle sue opere.

Lo lasciò e andò altrove, trovò un altra bottega e trovò un pittore che non stava dipingendo ma stava ridendo e scherzando con altri. Poi prese una tela e in men che non si dica dipinse un quadro così bello ma così bello, dai colori così belli e gai che capì di essere arrivata nel posto giusto.

E guarda caso questo pittore sapeva anche parlare con le farfalle, qualità unica e rara di questi tempi.

La farfalla lo pregò di dipingergli le più belle ali del creato.
Lui chiese: “E Tu cosa mi dai in cambio?”
E Lei disse: “Posso far fiorire i più bei fiori dei più bei colori così che Tu possa dipingerli ed ammirarli e sentire anche il loro profumo.”
Ed il pittore disse: “Ebbene allora mettiamoci al lavoro.”

E con i suoi pennelli e colori riuscì a creare delle ali così belle, di una luce e colore che la farfalla a lavor compiuto inizio a volare e vorticare e si trasformo nella più bella fanciulla che quel pittore avesse mai visto.

Il pittore rimase a bocca aperta.
E Lei disse: “Questo è il regalo per avermi liberato dall’incantesimo di essere una farfalla. Poserò per Te e sarò la Tua modella per tutto il tempo che Tu vorrai; e il Tuo sorriso ed il tuo tono gaio sarà ciò che mi appaga in questo mondo.”

Lui l’abbracciò e fu così contento e così contento di questo dono. L’abbracciò e se ne innamorò all'istante. era la più bella fanciulla che avesse mai visto.

Da allora in poi dipinse questa fanciulla dalle ali di farfalla, così bella e leggiadra.

Questo fu il suo dono per essere sereno e gaio.

La serietà spegne i tuoi sogni.

Non essere così serio sorridi alla vita.

In effetti la bellezza che vi trovi in essa è in base a ciò che Tu ci metti.

venerdì 28 agosto 2009

EUDEMONIA DI UN MOMENTO di Anita Laporta

Un titolo dal sapore filosofico significativo della perfezione della vita - eudemonia, infatti, nel pensiero di Socrate, è la felicità che si ottiene dal connubio delle virtù con il sapere e le sensazioni - Il raggiungimento della felicità è il fine naturale dell'uomo e quale momento più esaltante di un bacio, preludio di un momento d'amore ?..... La scenografia predispone affinchè si realizzi il sogno, il momento di felicità, il bacio tra cielo e terra, nella congiunzione della linea d'orizzonte unisce due elementi vitali, l'acqua e l'aria, così un bacio tra due labbra diventa vitale per realizzare la felicità.



EUDEMONIA DI UN MOMENTO

Lo sciabordio del mare ninna i pensieri, incipriando la mente
Ovatta la brezza che pur scompiglia l'anima, intronando il cuore
Libera la vela, bianca, sinuosa
Molina la coriacea sensatezza
Dispone all'amore
Inclinando il capo all'indietro, il viso rivolto all'orizzonte
tra mare e terra il bacio della vita
I capelli coprono le spalle
In questo lembo di sabbia, sul limitare del sogno
Semita della mia anima
Ammaliatore del mio corpo
Anfora dei miei sussurri
Tu
Eufonico bisogno dello spirito
Mi baci, mediatore sulle labbra del desiderio
Lo sciabordio diventa eco, lenendo la sabbia
Con la spuma effimera diventa acqua di ritorno
La tua anima si quieta sulla mia bocca.


Un titolo dal sapore filosofico significativo della perfezione della vita - eudemonia, infatti, nel pensiero di Socrate, è la felicità che si ottiene dal connubio delle virtù con il sapere e le sensazioni - Il raggiungimento della felicità è il fine naturale dell'uomo e quale momento più esaltante di un bacio, preludio di un momento d'amore ?..... La scenografia predispone affinchè si realizzi il sogno, il momento di felicità, il bacio tra cielo e terra, nella congiunzione della linea d'orizzonte unisce due elementi vitali, l'acqua e l'aria, così un bacio tra due labbra diventa vitale per realizzare la felicità.

Lumi di Pino de Stasio

solitaria notte
sudata impresa
insinua bagliori lenti tra i ripari bui
i letti bianchi
operosi di sogni e ingegni
coprono a tratti
alati insetti infrangono silenzi accolti
ronzii vispi tra i volti
lucide attese
creme risolte su quella mano
palpita lunga sul ventre
e il soffitto che splende di stelle
ad osservare



Commento i miei versi in questo spazio cosi' bello e familiare, questo scritto che inserisco nel ciclo dei "corpi" appartiene alla mia intimita' domestica dove la notte , tra ricordi vividi ma anche presenze vere ,mi aiutano a "vedere" cio' che il giorno mi nasconde minuziosamnete, grazie per lo spazio che mi concedete su questo Blog dove in tantissimi scrivono versi e liriche di grande bellezza ,pino de stasio.

Pubblicazione autorizzata dall'autore

giovedì 27 agosto 2009

Alle donne dell'est di Antonio Capasso

In questa poesia c'é una denuncia ad una delle tante ingiustizie che serpeggiano nella nostra nella società, un'ingiustizia taciuta e rimossa dalle cocienze. Il sottacere deteminate vessazioni, il non vedere, mina alla radice la vita democratica di ogni paese.( Antonio Capasso)




(Donne del mare - Romano Conversano)


Alle donne dell'est

Da paesi lontani siete venute
costrette da matrigna necessità
donne mature con volti pensosi
ragazze con felice incoscienza

Tenace speranza
vostra compagna di viaggio
il nostro vile danaro
in cambio delle vostre fatiche.

Sogni e speranze
un amaro prezzo chiedono,
fatica e incomprensione
il vostro pane quotidiano.

La terra del latte e del miele volevate raggiungere ma ,
a casa della grande prostituta
siete al fine arrivate.
Famelici cani azzannano
i vostri sudati guadagni
negli occhi di chi vi guarda ipocrita comprensione.

Le tonache di ogni colore
benedicono un mondo infame
tacciono sul giorno del riscatto
ma parlano di santa rassegnazione.

Lenta e inesorabile
la grande prostituta
corrompe le vostre coscienze
e uccide le deboli certezze.

La terra del latte e del miele
volevate raggiungere ma,
a casa della grande prostituta
siete al fine arrivate.

Nei vostri paesi all'est
governanti svendono la vostra fatica
ad usurai in abiti eleganti
venuti dalle terre dell'ovest.

I vostri amati parenti
tenuti in ostaggio per bisogno
rimettono a voi il loro riscatto
che mai potrà avvenire.

Donne e ragazze venute dall'est
mettete a tacere i trepidi cuori
usate le fervide menti
per riconquistare la vostra dignità.

La terra del latte e del miele
volevate raggiungere ma ,
a casa della grande prostituta
siete al fine arrivate .

Nessuno regala la libertà .
Essa è lenta conquista che
senza pietà lascia per strada
il dolore di migliaia di sconfitte





Questa canzone ha un significato che non ho rivelato che a pochi.. E' stata anche ripresa da Silvia Mezzanotte, che ne ha fatto la traccia principale del suo penultimo album.. "Il viaggio" appunto. Sono le parole e le riflessioni di mio padre sul suo letto di morte, quando era lui a consolare me, e non viceversa. Una canzone sulla morte non sarebbe stata mai popolare, percio' ne ho taciuto sempre il senso. Eppure anche se la nostra cultura nega la morte, rimane un passaggio dolcissimo e privato. Naturale come la nascita e la vita. Un tenue colore che si rafforza nella memoria dei figli e degli amici.
Goran Kuzminac

TRA SBARRE DI TULIPANI di Rita Pacilio


Esaspera le ombre sul mio grattacielo
e strappa le erbe in profondità
perché sono testimoni delle mie suppliche.
Porta al naso
l’odore della fioritura delle mani.
Così amerai anche le cicatrici
tra il sangue e la carne.
Dove ho interrotto
la primissima luce del mattino.


(dalla raccolta edita da Lietocolle)




Tra sbarre di tulipani è un incontro con la sofferenza dell’altro attraverso il segnale terribile che parte dalle lacrime per arrivare dentro, più dentro. L’abbandono alle parole costa la scoperta di riuscire a denudarsi, anzi, il desiderio di affermare lo scontro diventa esigenza. L’altro diverso, l’altro in agonia, l’altro dietro le sbarre. In ginocchio. Il racconto di un’esperienza in affitto è la disperata empatia che coincide con un momento solo. Come un segno del destino o uno specchio non programmato in cui passano viaggi forse ingiusti. Difficili. E’ la ricostruzione di una gabbia metallica in cui rinchiudere le ossa deformate, da correggere in modo graduale e progressivo, in modo lento. Quasi punitivo o liberatorio. E’ la scoperta di esperienze sgozzate appartenenti a vite cadute, che ora aspettano, espiano, inermi. Da anni.





(Dipinto: Poet's Passage-Don Li-Leger)

mercoledì 26 agosto 2009

Accettate il mio Amore di Massimo Imperato

Cercate di me
finché i sensi rispondono
ai sussulti del mio animo.
Parlate con me
prima che l'ombre
calino inesorabili
sui miei stanchi pensieri.
Guardatemi
solo se il viso,
pur vecchio e cadente,
mi è illuminato
da un calmo sorriso.
Ascoltate la mia voce,
anziché udirla,
quando viene dal profondo del cuore.
Amatemi se potete.
Per voi tenete in dono,
sino alla fine dei tempi,
l'eterno amore
che con mia gioia
vorrete accettare.


In questi versi esprimo la mia concezione dell'amore. Esso non è altro che l'energia vitale che unisce tutte le forme di esistenza. Pertanto amare è uno stato continuo a cui abbandonarsi senza alcuno scopo, senza cercare alcun tornaconto. Solo quando si vive nell'amore si riesce a donarlo. E i vari passaggi dei versi indicano proprio i vari stati di apertura a questa energia vitale. Mantenendo questa consapevolezza l'amore si può donare a tutti. Se ricambiato da gioia e genera energia, ma la vera forza è l'accettazione da parte degli altri che genera una catena infinita di scambio e nel tempo produce l'unione del Tutto ed il raggiungimento della gioia (luce) eterna.(Massimo Imperato)

Gloria, il tuo commento si é meritato la Home, grazie, ros

Massimo ha sottolineato come l'essenza dell'amore sia l'offerta, la donazione di sè, senza chiedere nulla in cambio.anche la poesia è offerta delle proprie emozioni, un dono che si fa agli altri.La vita ci insegna, come dice Ros, che quel che conta è la bellezza interiore. Ce ne accorgiamo tardi, ma sempre in tempo per iniziare una nuova fase dell'esperienza. Bellissimo il video scelto da ros, e l'immagine del lago coi due cigni che infonde calma e senso di vicinanza,fratellanza.(Gloria Gaetano)



Caro Massimo la tua meravigliosa poesia mi ha ispirato questa stupenda canzone di
di Sarah McLaughlin, 'The Arms Of an Angel', grazie.ros





(Fotos de muro di María Elena Astorquiza)

OLTRE di Pietro Vizzini














(disegno di Mauro Mazziero)


OLTRE

Piegato sulle ginocchia
lancio il mio sguardo
oltre i fili d’erba bagnata all’orizzonte
la luce del giorno
miete la radura
d’azzurro è il cielo
chiaro a levante
il vento è passato
ad asciugare la mia carne
chinato sul mio cammino
pronuncio il tuo nome
perduta giovinezza.



La consapevolezza di essere noi stessi ci aiuterà ad affrontare il nostro tortuoso cammino. “Vorrei guardare oltre i miei capelli increspati di nuvole………” Quante volte lungo il cammino della vita, mi sono soffermato a guardare oltre l’orizzonte, cercando il futuro, che si allontanava dentro il presente di un bellissimo cielo azzurro, adesso in direzione del tramonto vedo il mio passato, il tempo scorre inesorabile lasciandomi rimpianti, sento il suo alito che ha asciugato la mia pelle, vorrei poter sentire le tue labbra tremanti e umide, mio primo amore, sentire la leggerezza dei miei passi, ricevere quella carezza materna che il vento ha trascinato oltre il cielo. Sei andata via per sempre mia perduta giovinezza, ogni tanto mi fermerò lungo il cammino per scorgere oltre il tuo orizzonte.(Pietro Vizzini)

Bruno, il tuo commento si é meritato la Home. Grazie. ros

Ecco un tipo di poesia che prediligo e penso che piaccia molto anche a Gloria,il simbolismo. La natura con tutta la sua bellezza e le sue fasi per rimpiangere qualcosa che inesorabilmente non si ritrova facilmente per non dire più...Eccellente il passaggio della luce del giorno che a mo' di falce miete la radura, questo è il tempo che impietoso passa sui nostri giorni quando c'è ancora tanta vitalità, infatti d'azzurro è il cielo...Pietro io ebbi a dire che in un servizio filmato avevi realizzato una bellissima poesia visiva., ora che leggo anche i versi ne sono sempre più convinto... Complimenti come al solito per la canzone ed il quadro di Mauro Mazziero che definirei come la poesia tempesta nell'animo. Ciao Bruno Zapparrata



martedì 25 agosto 2009

Io ballo con la luna di Michele Finizio



'Quando ero poco più che un bambino, d’estate sfidavo i miei amici: “scommettete che ballo con la luna?




”Prendevo un secchio, lo riempivo di acqua e cercavo il punto esatto in cui la luna appariva di riflesso nell’acqua del secchio. Appena catturata l’immagine nel recipiente, mi fermavo e parlavo alla luna, accarezzavo la luna, baciavo la luna. Ruotavo il secchio sottobraccio e facevo ballare la luna.






Ma il solito presuntuoso mi riprendeva: “ma dai quella non è la luna, quella è l’immagine riflessa!” Ed io replicavo: vuoi dire che la mattina quando ti guardi allo specchio quello dall’altra parte non sei tu? Buona luna a tutti.


(tratto da Pensieri per non morire - Michele Finizio)

Rivivere di Salvina Albanese

Di nuovo passeggio
fino al carrubo
tra ulivi e sorbi colorati
il pensiero rivolto
al tempo che fu

Riprovo allegria
all'odore dell'erba pestata
il geranio greco
ancora di menta profuma
e le more fra i rovi
sono già mature

Devo ridare vita
ad una casa
che da tempo ormai
sonnecchia
restituirle l'anima
che in fondo era la tua.




A volte un grande dolore ti fa accantonare luoghi ed abitazioni dove sei stato felice. Poi, a un tratto senti che non è giusto e vuoi ridar vita a ciò che è stato per troppo tempo trascurato.


(Dipinto di Rosalba Falzone)


lunedì 24 agosto 2009

LA STANZA di Annamaria Fulgione

Pulisco
con frenesia pasquale
la stanza.
Con cura
rimuovo tutto,
sogni perfetti
libri già letti
convinzioni maniacali
Spolvero
con forza,
anche gli angoli
più nascosti,
gettando via,
con furia perversa,
piccoli cammei
incastonati da
tempo, in
un piccolo corpo.
Oggetti strani
abitavano la stanza,
sorrido stupidamente
adesso che
ad uno ad uno,
li nascondo
nella valigia del tempo
per potermene liberare
e far spazio al VUOTO
che mi farà volare.
Adesso
siedo al centro della stanza
felice ,
col profumo del nulla
che inebria,come fosse
primavera.
Allora
compio i soliti gesti
fumo sigaretta,
accendo pc
e con gran meraviglia
mi accorgo che c'è VUOTO
anche lì.


Desiderio di far pulizia nella stanza dell'anima,avere la forza di cancellare e scardinare vecchie convinzioni, passioni, amori, avere la sfaccitaggine di godere del vuoto e buttarmici e chissà se proprio nel vuoto non ritrovi me stessa,o la vera essenza di me. (Annamaria Fulgione)

(Autore Dipinto Kabuky)

Adriana, il tuo commento alla poesia di Annamaria Fulgione, si é meritato la Home. Grazie. ros

"Credo che il tuo "vuoto" non sappia fare a meno di immagini, sensazioni, emozioni che lasciano la loro impronta sul tuo animo quotidianamente. Per creare il vuoto sinonimo di tranquillità, serenità , bisogna avere il coraggio di eliminare le fonti di inutili sofferenze. Per questo bisogna guardarsi dentro e cercare di eliminare il superfluo per non perdere una giusta percezione di sè e di tutto il resto.Tra il vuoto che è desolazione, solitudine, tristezza e il vuoto serenità tranquillità valori essenziali abbiamo il dovere di evitare il primo e inseguire il secondo...se possibile. Poesia dal sapore esistenziale con la fluidità tipica della chiarezza espressiva e concettuale. Bella! (Adriana Pedicini)"



NOTTE D’ESTATE di Maria Isa D'Autilia

Batte rintocchi di onde
L’orologio senza ore
Sulla riva del mare
dei mari dell’attesa…
Fragili assenze
Di presenze assenti
Tra gli arabeschi
Di capelli di luna
Danzano evanescenze
Nei fiumi tumultuosi
Torridi nelle vene.

Pelle aggricciata
Nel liquido amplesso
Delle onde furiose
Tra le cosce, nei seni
Nell’anima squassata
Dai lampi del sudore
Di spirali di ombre…
Nei vortici di sabbia
L’odore del silenzio
Franto nei mille battiti
Dei petali alle tempie.
Passi di sabbia umida…
E mani di parole
Sfiorano il corpo nudo…

Nude note rispondono
Musica di sussulti
Di pelle, di sospiri
Di sguardi persi
Tra granelli di sabbia
E alfabeto di stelle…
Notte, soltanto notte
Nei respiri intrecciati
Fusi confusi ansanti
Onde di corpi e mare.
E poi il silenzio…

Tenue sommessa
Solo l’arpa del mare
Dei mari dell’attesa
Fa compagnia alla notte
Che batte le sue ciglia
Verso l’alba d’agosto.


Un'immagine, una frase, un suono, un ricordo...da questi germinano i versi che, da dilettante della poesia registro...
Ma soprattutto sono paesaggi della mente che si traducono in parole e che raccolgo, così come le pulsioni dell'anima e del cuore lei compongono e dettano...

In Notte d'estate è stato il pacarsi delle onde, quel suono, che mi ha richiamato sensazioni vissute ascoltate sognate...e che si sono morbidamente intrecciate dentro me pulsando, premendo insistenti...ed io ho dato loro le parole...parole che credo ognuno può ritrovare dentro e fuori di sé...perché per ognuno c'è stata o c'è una notte d'estate...

A volte le parole, i versi stridono, come stridono le pulsioni, o come stridono graffiano sensazioni ricordi...ed io assecondo questo stridere, questo graffiare cercando di riprodurne l'asperità...come qui, in Notte d'Estate...come cartavetrata sulla pelle dell'anima sentivo "fragili assenze di presenze assenti"...danzare evanescenze, presenze indefinite, presenze mai presenti del tutto, presenze che spesso segnano il vissuto, presenze che si immaginerebbe svanite nel nulla dell'assenza, ma la cui assenza è fragile perché pure restano in noi... e a volte tornano, mescolandosi alle passioni del presente...(Maria Isa D'Autilia)

(Dipinto: Ragazza di spalle di Salvator Dalì)


Manlio, il tuo 'stuzzicante' commento si é meritato la Home, grazie. ros

Voglio raccogliere l'invito alla discussione di gloria, di far cioé di questo blog un luogo di confronto di idee, anche (e soprattutto) nella diversità. Certo è che presupposto rimane sempre la condivisione profonda del dire di sé, delle poprie emozioni, con qualsiasi mezzo: versi, parole in prosa, dipinti, figure, immagini, suoni, canti, balli e tutto ciò che completa comunque il proprio discorso.
Fatta questa (davvero un po' eccessiva) premessa, non dirò genericamente che la poesia "mi piace" e basta. La stessa Maria Isa dice che a volte i suoi versi stridono. A volte, sì, è vero (...le presenze assenti?) ma è anche vero che non è un animo rappacificato che scrive quei versi. E resta comunque, alla fine della lettura, una sensazione musicale che ci accompagna come la risacca. Non sono un critico. Sono un lettore. E vorrei che Maria continuasse a scrivere per me, per il suo lettore, anche quando immaginerà che sarà scontento o troppo critico. Ciao.Manlio

domenica 23 agosto 2009

Morir di silenzio di Massimo Imperato

Sono onorato di riaprire il blog con un mio testo che oltre tutto vuole incitare la partecipazione attraverso i propri commenti visto che di "silenzio" si può morire.
Morir di silenzio è una delle pagine più sofferte delle esperienze amorose non ricambiate. O ancor peggio quando l'amata dà dei flebili indizi d'amore. Il silenzio allora diventa un'arma. Ferisce, devasta, chiude il respiro nell'attesa e nella speranza di avere un segnale liberatorio. Anche se negativo. E comunque la speranza di una parola crea un'attesa che fa male ma finchè c'è ci fa "assaporare" quel dolore.(Massimo Imperato)









Morir di silenzio

Non ferirmi col silenzio.
Interminabili attimi
si susseguono senza tregua.
Attendo fremente
ogni giorno udir una parola.
Con l'animo sanguinante
trascino l'ansia
di ricevere un suono
a me rivolto.
Silenzio, nient'altro
che lungo silenzio.
Momenti di rabbia alterno
a copiosi scrosci d'amore,
lasciando aperto
il mio uscio
disperato spero
che entri una parola.
Dolorante resto
con l'orecchio proteso
ed intanto assaporo
quanto male fa il silenzio.




(Dipinto: Cesarina Ciotti, Figlia di Gaia)

A FINE D'AUSTO di Bruno Zapparrata











(Sun above the Skiy - Gilbert Lam)



A FINE D'AUSTO

'O platano lucente sotto 'o sole
cu 'o triemmolo d''e fronne sta cantanno,
'e nnuvole so' mazzetielle 'e viole
mentre 'e culore 'o cielo sta cagnanno.
Pe sta via nova vaco ncumpagnia,
nzieme 'e penziere, sulo cu 'e ricorde...
'a fine austo è comma na malìa,
ritratto 'e nu viulino senza 'e ccorde.
Muto 'o mbrellone, nchiuso nterr' arena,
nzerra ricorde e lacreme 'e figliole;
me pare n'ommo ca se struie p''a pena,
nun vede cchiù capille nfuse 'e sole...
Sott''o tramonto, dint''a nustalgia
d''e vvoce a mmare ca se so' stutate,
per stu silenzio, strana malatia,
'e tropp''ammore ca se so' stracciate,

'e na poesia già scritta e maie fernuta...
'e na staggiona ca già se n'è ghiuta...

(da Nuttata 'e libberta' ed.2000 -1991)

Questa vuole essere una poesia un po' comune a tutti. Scritta in un momento di malinconia, ha rappresentato per chi con una estate vede passare un'altra fetta della propria vita facendo un poco fatica a contare gli anni precedenti. In ognuno di noi, ad ogni età, c'è la concezione della gioventù, che spesso per i più anziani, torna sotto forma di nostalgia, sono poesie belle a scriversi ma che nel proprio io nessuno avrebbe mai voluto comporre. Passano le mode, passano le canzoni, passano le stagioni passa tutto: Il necessario è l'aver vissuto il passato intensamente e prendere ciò che ci offre il presente.





Nei commenti trovate la traduzione letterale in italiano fatta dallo stesso autore. Grazie, ros

venerdì 21 agosto 2009

Passeggiata sul mare di Sferracavallo di Pietro Vizzini


Cosa c'è di meglio dell'alba per inaugurare il nuovo blog. Buon giorno a tutti, cari Amici di questa 'Oasi di Pace', da domenica il sole sorgerà ancora su questa isoletta e ci auguriamo con tutto il cuore, che tutto quello che in questi giorni di forzata sospensione ci siamo detti, venga in qualche modo messo in atto.

Il nostro unico desiderio, mio, di Gloria e di Massimo, é che la nuova 'Oasi' non sia fredda e asettica, ma che sia viva e vitale ed é per questo che invitiamo chiunque voglia contribuire con scritti, poesie, racconti, articoli, recensioni di film o libri a farlo inviandoci una mail ai seguenti indirizzi di posta elettronica:

rosalbaleoni@gmail.com (amministratore)
massimoimperato@msn.com (moderatore)
gloriagaetano@gmail.com (moderatore)

Vi lascio con un meraviglioso video confezionato da Pietro Vizzini, un video che di per se é poesia. Buona visione e bentrovati a tutti.ros


"Una passeggiata sopra un mare splendido, dove piccole barche di pescatori si dondolano nel silenzio dell’alba, i primi raggi dorati del sole scintillano sull’acqua che ondeggia il suo blu, poi la magia della grotta, dove il mio sguardo si perde nella luce di una cornice di un quadro oltremare."Pietro Vizzini





Hilde, il tuo bellissimo commento, si é guadagnato la home, grazie. ros

"In occasione dell'inaugurazione del Nuovo Blog è apparsa all'orizzonte una Dea misteriosa che- scuotando la testa- perdeva una perla del suo diadema conosciuta come "Passeggiata sul mare di Sferracavallo", facendo giocare Poseidone con Tritoni e Nereidi in un mare di lacrime di gioia versato. dai Poeti in acque ondeggianti, risplendenti di diamanti e di barche danzanti al suon di una chitarra."(Hilde Muelhbauer)

lunedì 17 agosto 2009

Non ho bisogno di denaro di Alda Merini

Buongiorno a tutti gli Autori e a tutti gli Amici del blog. Da oggi e per un periodo ancora da stabilire questo blog non verrà aggiornato. Ho bisogno di valutare alcune cose per me importarti, una fra tutte la disponibilità delle persone che pubblico a commentare e a interloquire, per quanto possibile, nei commenti. Chiaramente questo non deve essere un obbligo ma una disponibilità alla collaborazione per il bene del blog stesso e di conseguenza di tutti. In questo blog che io definisco la mia 'Oasi di Pace', ci sono presenti attualmente 140 post compreso questo, quindi ritengo si possa ben spaziare, tanto più che ogni post é multi artistico. Grazie di cuore a tutti.

Vi lascio con una poesia della grande Alda Merini, 'Non ho bisogno di denaro', e con un video di una poesia del grande Faber, 'Nuvole'


Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.




Per concludere mi scuso anche con i miei collaboratori Mario e Gloria.

giovedì 13 agosto 2009

Mamãe Velha di Cesaria Evora

Caetano Veloso, che canta insieme a Cesaria Evora tantissime Poesie, ha arrangiato per lei anche questa canzone molto conosciuta a Cabo Verde ,ex colonia Portoghese.
La poesia é stata scritta da AMILCAR CABRAL, il rivoluzionario che ha dato il decisivo impulso per la liberazione del suo paese. Non esistono traduzioni per questo ho fatto del mio meglio per tradurla e penso che al 99,99 sia integrale. (Cosimo Carlomagno).






(Samwel Kirita)




Ieri ho trovato sulla bacheca fb di Mario Azad questa canzone definita da lui, 'Una delle più belle canzoni del mondo'. L'ho ascoltata e ho deciso di dedicargliela assieme a Gloria per ringraziarli di tutto il tempo che dedicano a questa bellissima 'Oasi'.

La canzone, che definirei una Poesia magistralmente musicata - naturalmente - é dedicata anche a tutti gli Autori, a tutti gli Amici di questo blog, a quelli che passano a leggerci semplicemente, ma soprattutto a quelli che con i propri commenti vivono insieme a noi in questo 'luogo meraviglioso'. Grazie,

Un grazie speciale va a Cosimo Carlomagno, altro sensibile collaboratore del blog. ros


Mamãe Velha

Mamãe Velha, venha ouvir comigo
O bater da chuva lá no seu portão.

É um bater de amigo
Que vibra dentro do meu coração
A chuva amiga, Mamãe Velha, a chuva,
Que há tanto tempo não batia assim...

Ouvi dizer que a Cidade-Velha
– a ilha toda –
Em poucos dias já virou jardim...

Dizem que o campo se cobriu de verde
Da cor mais bela porque é a cor da esp’rança
Que a terra, agora, é mesmo Cabo Verde.

– É a tempestade que virou bonança...
Venha comigo, Mamãe Velha, venha
Recobre a força e chegue-se ao portão
A chuva amiga já falou mantenha
E bate dentro do meu coração!





Vecchia Mamma

Vecchia Mamma, venga ad ascoltare con me
il battere della pioggia la sul suo portone
è un battere amico
che vibra dentro del mio cuore.

La pioggia amica, Vecchia Mamma, la pioggia,
che da molto tempo non batteva così…
Ho sentito dire che la Città-Vecchia – tutta l’isola –
in pochi giorni è diventata giardino…
dicono che il campo s’è coperto di verde
del colore più bello perché è il colore della speranza
che la terra, adesso, è proprio Capo Verde.

É la tempesta che si è trasformata in bonaccia…
Vieni con me, Vecchia Mamma , vieni
raccogli le forze e arriva al portone
la pioggia amica ha già detto che resta
e batte dentro il mio cuore.
(Traduzione letterale del testo a cura di Cosimo Carlomagno)

FERIA D'AGOSTO di Ennio Figuratisescrivoilcognome

Ed è il pensiero che già trasforma la realtà, in uno stato di sonno-veglia, le cose appaiono in una luce diversa, meno drammatica e coinvolgente. Ai bordi della storia.(Gloria Gaetano)
















disegno di Piera Angela Corsaro


FERIA D'AGOSTO

Vago ronzare d'ali
ai bordi della storia,
palpebre reclinate,
fili spogli di ombre
e ombre a venire
sparsi sul pavimento
gracchiano che ci sono.
Giaciglio, il pensiero,
riposa con se stesso
e non cerca domande.
Lirico, il domani,
oggi non è ancora,
ma nell'attesa chiara
timido, un pensiero,
trasforma già le cose.


mercoledì 12 agosto 2009

La gazza merlina di Pino De Stasio

Per amare la signorna felicita basta leggerla ad alta voce. Per amare le poesie di Pino occorre la voce, il gesto, e il piacere dell'armonia (Gloria Gaetano)






(Federico Andreotti, Ritratto di Giulia Rosai Tricca, 1891, olio su tela, 157,5x88,5. Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti)













La gazza merlina

quando il giorno compare vicino
al fruscio delle ali di un segno
forse un merlo gazzetta curioso
si affretta al piglio giocoso

lungo il becco sottile del rostro
qualche seme d'avena sfuggito
e' l'anello nunziale fiorito
dai ricami di petali d'oro

(Pubblicazione autorizzata dall'autore)


Collage di Alba Leoni

(Laura Cosseddu-Murales)
Ogni uomo è un’isola con le sue particolarità.
Solo, con la propria anima, di fronte a se stesso.
Cammina su delle strade a volte impervie ma che lo ricondurranno al porto sicuro
dove ritroverà ciò che ha lasciato o ciò che ha perduto.
Dal punto più alto delle sue eccezioni, controlla i marosi, li governa con la forza dell’intelletto e sa costruire ponti tra se e gli altri. (Alba Leoni)












Viene sera…Sera d’amore.
Sentiti parte del miraggio,
vivilo con un brivido dolce
tra le onde del mare ancora calde
che lente vanno altrove,
dopo aver assaporato il sole
e poi racconta:
Ti ascolterò parlare di un’isola
che scorre nel chiaro dei tuoi occhi,
un’isola speciale
che vincola la vita di ogni uomo.
Tra vento e sale, orme arcane
sui graniti umidi di tramonti e aurore,
come labbra rosate
sui volti scolpiti dal vento.
Un incanto di graffiti raccolti
nelle fenditure scavate nel tempo.
Gorgoglii di risacche e silenzi.
Mirti e ginepri tra le venature
di bianche stradine su cui si stendono
al fiacco passare, le stagioni.
Poesie tra le annose pietre
d’una vecchia banchina a ridosso.
Lamentosi cigolii di carene
che si tramutano in canto di marinai.
Liberi gabbiani che inseguono le nuvole
fino all’orizzonte.
Lontane e discrete vite in altri luoghi,
diversi ed uguali amori ,
che accompagnano la sera e le sue ombre

lunedì 10 agosto 2009

Oltre frontiera di Danilo Carli Stranich

Non sono avvezzo a spiegare le emozioni che mi portano a scrivere poesie..quando scrivo, è come ci fosse una vocina dentro che mi ricorda,persone,sensazioni,luoghi,odori...ed io la ascolto e scrivo,fedele alla "ispirazione"

Questa poesia è assolutamente ispirata;può sembrare strano,ma ha acquistato forma e senso piano piano,e solo scritto l'ultimo verso,ho capito il perchè di quella vocina...

Quindi buona lettura..e grazie per la vostra attenzione!(Danilo Carli Stranich)




veloce la sera,al riparo
nella nebbia notturna e
la mia compagnia di sola
angoscia,ti cerco
sopra passi di pena.

fra boschi acerbi ti ho sepolto,
dove luce che scalda
è sempre spenta
e rimani solo
tra paure d'ombre e betulle.

è breve questo dolore.
ancora vestito di sole
disperato ti vengo a cercare,
spezzato il profumo della bocca
insieme col calore del vento.

incerto porto al mio rimpianto
ogni notte inseguo la tua voce,
tenace oltrefrontiera.

domenica 9 agosto 2009

Incontro al mare di Gabriele Prignano

Una bellissima giornata di sole di tanti anni fa al mare. Vidi, ad un tratto, uno splendido corpo di donna emergere dall'acqua. Era incredibilmente seducente e ignoravo che quella donna avesse solo quindici anni. Io, timido studentello, l'avvicinai, le parlai e......non l'ho più lasciata. E' la donna della mia vita. Colei che mi ha insegnato ad amare. A lei devo (suo malgrado) anche l'amore per la Grazia, la Bellezza, il Dialogo!




Incontro al mare

Ora è prossima la notte
e si appresta a scoprire o rapire
speranza memoria e sogno
di un lontano giorno di festa.
Ma ti guardo
creatura del mare
e di nuovo ancora oggi
chiedo chi sei
mi rispondi venendomi incontro
mentre fisso stregato quel mondo
di incanto d’amore di pace
mi sussurri sospiri amorosi
e rispondi con suoni di gloria
sono donna
ch’è viva che vive
le passioni di pene e d’amore.
Dono vita amore calore
e ricevo gradito il tuo ardore.
Sei il mio uomo abbracciami
prendimi stringimi amami
fa del corpo strumento di gioia
e del cuore catena che leghi.
Io mi inchino mia dolce compagna
allacciato il mio cuore al tuo corpo
inventato da mani ingegnose
risorto da acque distese
benedetto dal sole e dal mare
e ti abbraccio ti stringo ti voglio
tu mi vuoi?
mi incanta il respiro
scricchiolio di labbra di brace
scintillio di un cuore che affaccia
un sorriso da occhi fatati
mentre apro la porta tremante
mentre accogli lieve l’amore
che entra che fruga che danza.


Amore fulmine improvviso di Gloria Gaetano

Arthur Rimbaud (1854-91) June 1872
Paul Verlaine
Kierkegaard parle di una specie di follia nell'amore, che ha la forza della passione e dell'odio. Il campo dell'amore è al di fuori di ogni legge, come dice Zizek, è completamente sottratto al campo della legge e alla violenza del sistema di potere, perchè ha una sua violenza, che si sottrae al diritto e all'etica, da cui non si può uscire che trasformati. Non in senso kantiano, ma in senso anche negativo, per innescare un nuovo 'passage' al nuovo, alla metamorfosi dell'io. E' un rischio, una violenza che non tutti noi siamo disposti a subire. Forse in questo la parte femminile è più preparata all'azzardo....
Sembra che Socrate avesse avuto conoscenza profonda delle cose d'amore da Diotima, l'amica di terre lontane, che un giorno gli aveva insegnato molte cose sull'amore. E non erano cose in più, ma cose che spezzavano la linearità del discorso, perché seguivano una sinuosità tutta femminile. Ma Dante, nel c.III, sostiene che l'amore per l'altro è superiore all'amore di sè, secondo la concezzione medioevale che vede nell'amore di Dio la forma più elevata..., anche nella forma adulterina, è sempre superiore all'amore di sè. Ciò non toglie che sia un peccato, sfrenato,la lussuria, appunto. Vicina alla follia di Foucault, cui accenna Galimberti(Gloria Gaetano)


Amore,fulmine folle
minaccia color fuoco
invincible
visiti me e procedi per una strada ignota
attraverso il castello
adornato di nebbie d'inverno
vellutate, con le pareti argentee
ancora, del mio cuore
sigillato

Nessuno sa che la gentilezza
nuda eresse cristalli infrangibili
e tersi come una città
e che il soffrire aprì
passi d'avventura,d'imprevisti
all'avvenire preannunciato.
senza sconfiggere l'inverno.

Amore, le tue pene, la tua pelle, ,
le dolci vele ci faranno dono della vita,
della pioggia, delle fiamme
Tu elevi la fecondità del grano
e della terra,dell'uomo,
nel tempestare del vino nelle cantine
e del fuoco dei cereali
sul fuoco della Terra.

Amore dai tanti volti d'amaranto

sabato 8 agosto 2009

Cala la sera di Annamaria Marconicchio

Scritta quando avevo meno di trent'anni, è una visione dell'avvicinarsi della sera che diventa una metafora, rappresentando l'ansia nell'anziano che vede avvicinarsi la fine della vita e nel mentre ripassa mentalmente i momenti vissuti, quasi a volerli riafferarre, tropo lontani per essere ancora vividi nei ricordi. Intanto calano le tenebre, il giorno finisce e per qualcuno finisce questa vita.(Anna Maria Marconicchio)







(Autore Dipinto, Michele Cavaliere)


Cala la sera!...
E, in silenzio, tutta la vita
s'intreccia a ombre, a sospiri.
Il dubbio di un alba che non ci sarà
tormenta i cuori di visi che invecchiano,
mentre, piano, si attenua la luce
e i ricordi scompaiono, lenti.
E quella sola parola: "Domani..."
si spegne nell'ultima luce,
avvolta tra spire di tenebre.
E' la notte....è la morte.



venerdì 7 agosto 2009

Spade di Pino de Stasio

(Pierre et Gilles)


Un doppio ballo , una danza erotica , una prova estrema , dove le lingue sono le spade! (Pino de Stasio)










Infradito appoggiati al legname
marcio fogliame autunnale che precede le pioggie
questo letto all'aperto
primordiale capanna accogliente
morbido olezzo campestre
rifugio di coppia di maschi
guerrieri silenti alla notte
morbidi in danze compatte
si baciano tra zolle di terra imbrigliata
si prendono stretti fino al dolore su per la spina dorsale
e sulle costole
compresse rami di ossa
dai fiati nascosti di voglie
riduce quel letto
ad un tappeto orientale
damascato ricamo
tatami furioso
ring
poi quelle mani
scompigli tra l'erba
e alluci e piedi caduti afferrano sode porzioni di corpi
sudate distille
ora sdraiate parti di carne
macchiate
lingue ridotte.



Pubblicazione autorizzata dall'autore.

giovedì 6 agosto 2009

Metropoli di Filippo Pio

(Metropoli - acrilico-Filippo Pio)


E' l'inizio di uno dei capitoli centrali del mio primo romanzo "Per sempre" edito da Feltrinelli.


Minuto più minuto saranno le 5.20 di mattina. Preparo velocemente il caffè per poi gustarmi sul terrazzo l’alba imminente. In una città come Napoli giusto in questo scorcio di tempo, giorno e silenzio erano stranamente insieme in armonia fra loro. Il pensiero a suo agio, libero, è ora essere sfrenato, sconfinato, fantasioso. Amo presenziare con lo sguardo questa breve temporalità.
Il ricordo di questi pochi minuti saranno una piacevole oasi nella giornata, per la mente costantemente frastornata dal caos dell’anarchia patologica della città. Nel panorama, che si compone si percepisce meglio, la propria umana dimensione. Di fronte l’universo, che sotto gli occhi, si celebra rapido, in un immensa quanto sconvolgente trasformazione. Il pensiero sembra dotato di una velocità crescente, esponenziale, senza limiti. Prelibati “momenti universali” dove la fantasia può portare lontanissimi, via dalla realtà ordinaria e dalla dittatura della sua fisiologica ingiustizia. Pochi momenti ancora, e poi invadenti rumori, colori e contrari, assordanti ed accecanti, disturbandone lo spirito, ne avrebbero annullato il divenire, trascinandolo cosi inesorabilmente, dallo spazio del cielo immenso ove era, fin giù nel basso del piano materiale.
E li sarebbe rimasto, tenuto fermo, saldamente bloccato dai resistentissimi lacci dei soliti miseri e prevedibili ragionamenti circolari, cerchiali e ciclici.
Quando poi si rientra nella quiete del silenzio e si riesce ad essere catturati dalla grandezza della natura, qualsiasi questione materiale o proiezione non ha più ragionamenti da offrire, allora il pensiero riprende a vivere e smuoversi. Sempre stentatamente e molto lentamente all’inizio, come se cercasse la giusta connessione, porta via, man mano sempre più veloci e lontano in un fantastico viaggio. Il segreto per tale partenza in un viaggio del quale pochi conoscono l’esistenza? Essere in pace con il mondo, splendenti solamente dello spirito di una coscienza sana ed operativa. Ma privilegio di pochi, per la moltitudine restante del caso contrario, non rimane altro da fare, che correre, correre, correre sempre per non essere impreparati, sorpresi da pensieri grandi, troppo grandi, e faticosi, per i loro piccoli e infimi ragionamenti. Meno malanimo così!. Sensi di colpa, rimorsi o quanto altro di affine, senza considerazione restano nel tempo implosi nell’inquietudine, nell’ansia, nell’ipocrisia. Stipati in un animo freddo di una coscienza, giorno dopo giorno, sempre meno presente, e li rimangono brucianti a vita. .....(Filippo Pio)

Tra orizzonti velati di nebbia di Pietro Vizzini

(Foto di Pietro Vizzini)



Racconto pieno di nostalgia, di un amore vissuto in giovinezza e perso nel tempo. Un ricordo che riemerge, immerso in un tramonto in riva al mare, il ricordo dei suoi dolci occhi verdi e quell’abbraccio assetato di piacere in cui lasciarsi dondolare dalla risacca del mare, poi il perdersi per sempre, come uccelli che migrano andando verso paesi lontani. E nel rimpianto la voglia di andare a cercare un giorno, questo amore ormai perso lontano nel tempo. (Pietro Vizzini)







Tra orizzonti velati di nebbia
mi perdevo nella scura penombra
dove il tramonto sfiorava le onde
nei miei occhi il colore dell’ambra
tormentato riflesso di sera
la spuma bagnava i miei piedi
al calare della marea
ebbro m’immergevo
rincorrendo parole di roccia
e quei fogli macchiavo di seppia
con pensieri sputati dal mare.
Ricorderò per sempre
il verde foglia dei tuoi occhi
come specchi impolverati di rugiada
noi come muschi e licheni
abbracciati su rocce e sassi
amanti assetati di piacere
scivolavamo dolcemente
rotolando sulla lieve rincorsa dei flutti
torrenti di acqua spalmata
tra i nostri anfratti
ora salata
spruzzata dalla brezza
e con occhi velati di bianco
un tremito e poi un pianto
un giorno ci siamo persi
come nuvole che seguono il vento
flussi di stormi sull’oceano
che migrano per terre lontane
forse un giorno ti verrò a cercare.

mercoledì 5 agosto 2009

Da Nuttata 'e Libbertà di Bruno Zapparrata

(Guess Model-Gilbert Lam)





Questa poesia è stata scritta Silvi Marina, in una serata d'agosto bellissima e irripetibile. Il mio incoscio mi ha portato a scrivere questi versi che con piccole modifiche è diventata una canzonen due volte musicata, con due bellissime melodie.Chi sa', forse c'era in me qualcosa di inespresso e che tale è rimasto. Diciamo che dai trentacinque anni in poi per 25 anni sono stato benissimo a Silvi Marina a due passi da Pescara.






Da Nuttata 'e Libbertà

E' na carezza quase trasparente
ca me cummoglia ll'uocchie chesta sera;
ll'aria tene 'o sapore assaie nnucente,
comme stesse turnanno 'a primmavera.
Nu ciclamino 'e notte sta spuntanno
e nu gabbiano resta a' riva 'e mare;
'a primma stella pare sta chiammanno,
ll'urdema vela mmiezo a ll'onne chiare...
I' guardo 'o mare e sto penzanno a te !
Addo' passaste ? E' nu tappeto 'e sciure,
forze dimane senza nu pecchè,
se stutarranno pure sti culure.
Evola,torna e vola stu dimane,
schioppa na rosa e ll'ombra toia accumpare:
pare na poesia scritta c''o mare,
cu 'a luna argiento ca se fa cchiu' chiara...

Postato nei commenti trovate il testo della poesia tradotto dallo stesso autore. Vi lascio anche questo video di Patrizia Laquidara, 'Noite e Luar', una meraviliosa canzone da ascoltare leggendo la poesia di Bruno. Grazie a tutti.

lunedì 3 agosto 2009

"Malincuore nel giorno del Santo" di Danilo Carli Stranich

(Anima invisibile - Lorella Fabro)


È un giorno di festa nel paese, è il giorno del Santo patrono; sulle strade la gente urla devozione, giochi e superstizione, ma tu invece sei triste, vorresti rinchiuderti nel silenzio, nella solitudine..col cuore mi sforzo, ti convionco ad aprire la porta, a guardare insieme la sfilata dei carri, i fuochi d'artificio; sbocciano rose di colore sul tuo viso. Ma dopo l'amore, come per ogni cosa cè il suo tramonto e mi allontano, silenzioso e sconfitto, dalla tua stanza...ma mi concedo l' ultimo regalo: guardarti di sfuggita dalla porta, forse per l' ultima volta.(Danilo Carli Stranich)





Malincuore nel giorno del Santo


Non sbarrare la porta della stanza
la festa invade ancora i tuoi balconi;
stringi le braccia,sfiorami la bocca
scopriti del lenzuolo come lo scirocco
apre delicati varchi sopra il mare.

Piangi al sole delle ginestre,
alle onde di sale e di destino.
Nel giro nero e veloce degli occhi
colorati si ripetono i fuochi artificiali,
sospesa tra le grida violente della folla
una rosa di luce antica sale sul tuo viso.

Consumata reliquia di sogno
sopra colli biondi d'illusione,
il tramonto schiude i suoi rami corallo:
sguardo furtivo dalla serratura,
muore l'ultima voce sulle labbra.

sabato 1 agosto 2009

LIBERTÀ di Franco Rubino

Senso
di libertà
levità
ti muovi per la casa
incurante dei
miei sguardi.

una leggera
corrente d'aria
ti percorre
e ti accarezza
e tu ti muovi
libera
e incurante
anche di un venticello.

fin quasi i sfiorarti
la morbidità
del tuo seno
passi le mani
tra i capelli
sciolti sulle
tue spalle

Unico tuo indumento
castano chiaro.

La tua nudità
sottolinea
la tua libertà
e me tuo schiavo.


(Dipinto - Ambiguità - LaBruna)

ODE AL DUEMILA di Mario Peverada

(Disegno di Rosalba Falzone)

PROLOGO
Dai pinnacoli e nelle nicchie
volti e ali di giovani popolani
sorprendono nell’ombra lo sguardo incerto del pellegrino.
Un flauto silente accompagna i suoi passi nel deserto.
È vana la speranza dei padri
di cullare con certezze
quel fanciullo che ora piange in te.
“Maestro, dove e come volgerò il mio passo?”
“ Anche se tu non hai piedi,
anche se tu non hai ali,
su un tappeto di porpora e d’oro
viaggia da te stesso in te stesso,
e sorella ti sia la Speranza,
la lingua antica sepolta tra i rovi della tua miseria,
l’allodola che si libra nella luce del giorno
dopo l’incubo di un risveglio che dice
l’angoscia del rischio”.

STANZA 1

Nella notte, intorno ai falò, tra i fiori e il grano,
là dove pascolano le anime,
le vesti variopinte sono memoria d’altri tempi:
una schiera di bimbi si rincorre,
monetine alla mano,
anelli ed orecchini di padri-padroni
adornano un ridere sgangherato di gemme e rubini.
E ai margini del prato,
tra i fili argentei che squadrano il tempio arcano
perennemente incompiuto,
il cavaliere solitario danza con grazia e voluttà
sospeso tra cielo e terra,
ed evoca le tre maliarde:
la Forza, per cambiare il possibile,
la Bellezza, per sentire su di sè
la luce che il fanciullo ha spento,
la Sapienza, per accogliere l’immutabile.
Sostano colà auto lussuose
come icone inghirlandate,
per rendere sacro il rito profano
di sposi-bambini avvinti in catena
sull’orlo di un precipizio:
Libertà.

STANZA 2

E la canicola rupestre
a ridosso dello zoccolo che ossessivo
morde la pietra del Pelio, Χείρων.
Neppure il tafano coglie i tuoi sensi.
Ma tu furtivo spii il sentiero
- il tempo si specchia nella salsedine della tua malinconia -
e cacciatore generoso balzi nei meandri della brughiera,
dove la fantasia vibra nel fuoco della ferita sacrificale
e gli spirti si danno il sesso e la forma che desiderano.
Il volto sublime fradicio di desiderio
riscopre la nostalgia degli affetti:
l’aspro sapore del pane tostato,
la carezza di una mano che nell’alba
lambisce il tuo manto stellato,
un’eco lontana: “Abbracciatevi, Fratelli!”

STANZA 3

Chi si affaccia laggiù tremante e canuto,
oppresso dal peso della Storia?
- Sei forse il chicco di grano…
o l’occhio vigile del lento caimano? -
Beato l’uomo, poiché non conosce la sua sorte!
La luna è scesa dal cielo e rapida come folgore
m’ha strappato a me stesso
e ora sono me stesso e la luna.
Voglio passare questa notte tra le braccia di Dio!
E con te, compagno della mia caverna,
io invoco pietà…
pietà per il millennio che si spegne…
pietà per i lager, per i genocidi,
per le vittime della fame…
pietà per chi non ha potuto aprirsi alla luce…
pietà per i niños de rua…
pietà per chi vaga alla ricerca di una patria,
di un lavoro, della propria dignità
smarrita, della Tua giustizia, Adonai!…
Adonai!…
Io chiedo la Luce!
- La Luce splende nelle tenebre
ma le tenebre non l’hanno accolta…-
…e spaurito guardo a te, Gerusalemme,
innalzando un vessillo:
Uguaglianza.

FINALE

Oh mio cuore logoro
in questo tempo logoro,
cavalca il drago inquieto del mattino, e la sera
tra i rami ricurvi del melo
sciogliti dalle pastoie della Comunicazione
- l’occhio immondo coatta il villaggio globale -
e tra il silenzio di ghiacci invisibili
in un giardino di aquilegia blu
sciogliti dalla logica del Mercato
- il minotauro ha nome Banca mondiale o Fondo internazionale?-
e comunica di nuovo il tuo sorriso, il tuo pianto, i tuoi sospiri,
nel tramonto di invisibili membra di sogno …
nella rugiada seducente e crudele dell’alba…
nell’arcobaleno che sorride della nascita del nuovo serpente.

Nel gennaio 1998, mentre ero in ospedale reduce da una serie incredibile di disavventure che avevano rischiato di uccidermi, un amico musicista,
probabilmente per spingermi a guardare al futuro, mi chiese di scrivere qualcosa sul Duemila che si stava avvicinando: un testo poetico per una cantata per soli, coro e orchestra.Così nacque “Ode al Duemila”, ma l’amico se ne guardò bene dal musicarla.
“Ode al Duemila” vuole essere un inno al Laicismo illuminista (Liberté, Egalité, Fraternité) ma anche al Cristianesimo, al Mito ma anche alla Storia.(Mario Peverada)

Disclaimer

A questo blog non può essere applicato l'art. 5 della legge 8 Febbraio 1948 n. 47, poiché l'aggiornamento delle notizie in esso contenute non ha periodicità regolare (art. 1 comma 3, legge 7 Marzo 2001 n. 62). Esso é un prodotto amatoriale e non rappresenta una testata giornalistica , i post editi hanno lo scopo di stimolare la discussione e l’approfondimento politico, la critica e la libertà di espressione del pensiero, nei modi e nei termini consentiti dalla legislazione vigente. Tutto il materiale pubblicato su Internet è di dominio pubblico. Tuttavia, se qualcuno riconoscesse proprio materiale con copyright e non volesse vederlo pubblicato su questo blog, non ha che da darne avviso al gestore e sarà immediatamente eliminato. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi a me, nemmeno se gli stessi vengono espressi in forma anonima o criptata.