Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

Viviamo assieme una poesia, un racconto, una canzone o un quadro d'autore, lasciate un vostro commento ai post, per noi sarà un piacere leggervi.

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mercoledì 29 settembre 2010

Poesie per sempre: NUDA di Pablo Neruda

Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.

Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.

Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.

Come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.


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martedì 21 settembre 2010

Poesie per sempre: Alla Vita di Nâzım Hikmet Ran

(L'Albero della vita-Stefania Bruno)



















Alla Vita

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'aldilà.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli altri uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più povero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte,
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

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Musica pura: etnica o mediterranea e non mewage come ci vuole far credere il realizzatore di questo video. Non lo dico io che sono ignorante in materia ma Mario Donatiello, musicista nonché collaboratore attivo di questo blog, che me lo ha consigliato. Mario devo ringraziarti di cuore, ogni tuo suggerimento musicale, come per magia, si armonizza col tutto.

domenica 19 settembre 2010

Volo di Annamaria Fulgione

Fisso inebetita
lo scorrere
vaporoso e titubante
del giorno

Guardo
nel mezzo sonno,
le ombre dei miei sogni
fare a botte

Sorpresa.
di ritrovare,
dopo tanto dolore,
la lava tatuata
nella mia anima,
urlare di passione

Allora VOLO,
spacco a calci
il tempo perduto
non sono sgomenta,
sono io che torno,
quella che credevo
ormai sparpaglia
come cenere
nel tempo.


Questi versi sono il mio rabbioso urlo ad una situazione di stallo in cui era calata la mia anima ,che distratta dalla realtà quotidiana ,da dolori che ognuno di noi purtroppo è costretto a vivere a tratti nel corso della vita.......realtà che ti cambia ma solo per un attimo perchè appena riesci a rialzarti ecco che riappari nel tuo essere ed ecco il volo di nuovo verso la vita verso quella che eri..........io faccio fatica a commentare ciò che scarabocchio,perchè scrivo d'istinto e in determinati momenti. A.Fulgione


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(Dipinto 'La Fille du ciel' di Claude Théberge)

mercoledì 15 settembre 2010

Poesie per sempre: LA CAVALLA STORNA di Giovanni Pascoli

La cavalla storna

Nella Torre il silenzio era già alto.
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.
I cavalli normanni alle lor poste
frangean la biada con rumor di croste.
Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
nata tra i pini su la salsa spiaggia;
che nelle froge avea del mar gli spruzzi
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.
Con su la greppia un gomito, da essa
era mia madre; e le dicea sommessa:
« O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
il primo d’otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non tocco’ mai briglie.
Tu che ti senti ai fianchi l’uragano,
tu dai retta alla sua piccola mano.
Tu c’hai nel cuore la marina brulla,
tu dai retta alla sua voce fanciulla».
La cavalla volgea la scarna testa
verso mia madre, che dicea più mesta:
« O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
lo so, lo so, che tu l’amavi forte!
Con lui c’eri tu sola e la sua morte
O nata in selve tra l’ondate e il vento,
tu tenesti nel cuore il tuo spavento;
sentendo lasso nella bocca il morso,
nel cuor veloce tu premesti il corso:
adagio seguitasti la tua via,
perché facesse in pace l’agonia . . . »
La scarna lunga testa era daccanto
al dolce viso di mia madre in pianto.
«O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
oh! due parole egli dove’ pur dire!
E tu capisci, ma non sai ridire.
Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,
con negli orecchi l’eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi:
lo riportavi tra il morir del sole,
perché udissimo noi le sue parole».
Stava attenta la lunga testa fiera.
Mia madre l’abbraccio’ su la criniera.
« O cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!
a me, chi non ritornerà più mai!
Tu fosti buona . . . Ma parlar non sai!
Tu non sai, poverina; altri non osa.
Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!
Tu l’hai veduto l’uomo che l’uccise:
esso t’è qui nelle pupille fise.
Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
E tu fa cenno. Dio t’insegni, come».
Ora, i cavalli non frangean la biada:
dormian sognando il bianco della strada.
La paglia non battean con l’unghie vuote:
dormian sognando il rullo delle ruote.
Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome . . . Sonò alto un nitrito.





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sabato 11 settembre 2010

UNO DI QUESTI GIORNI di Pietro Vizzini

Errante sui prati incolti
al pascolo fluisce
il sorriso della luna
quieto rinasce
disteso il mio corpo
sono strada polverosa
calpestio di mandrie al passaggio.
Uno di questi giorni
mi risveglierò scultura del vento
tracciato strisciante di serpe
fazzoletto di terra bagnata
pioggia di sguardi
nascosti nella nebbia.
Attenderò uccelli bianchi
battiti di ali
in cieli azzurri
giravolte verso altri soli
migrazione senza carne
di pensiero tattile.
Del mio amore un sussulto
volgerò gli occhi all’orizzonte
e ormai cieco
lancerò pane rappreso ai colombi
affamati viandanti
insaziabili a consumar se stessi.
E tra dorate messi
calendule, lacrime d’arancio
diverranno dimora dei miei giorni.


"V’è un tempo quando non si è più giovanissimi, o quando si pensa alla vita consapevoli che questa ha un tempo limitato, che i pensieri si riempiono di angosce… quale futuro, quanto tempo ancora…. “ Uno di questi giorni” sarò terra, passaggio all’orizzonte, migrazione senza carne, forse rinascerò in quei giorni, dove si posano le orme della speranza, serenamente abbracciato dalla fine del mio tempo."Pietro Vizzini






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domenica 5 settembre 2010

Pioggia a Montmartre di Grazia Finocchiaro

(The Boulevard Montmartre on a Winter Morning, 1897-Camille Pissarro)















Pioggia a Montmartre

Dal cielo plumbeo scrosciava
tambureggiando la pioggia
tra alberi discinti allineati
nelle larghe piazze tra panchine vuote.

Pochi passi per i viali
traboccanti boccali nei pub tra luci sommesse
a dar vita all’asfalto luci abbaglianti.

Era triste Montmartre…

grugni mesti di pittori, miraggio di volto ritratto,
colori trasudati da mani stanche,
di avventore attesa incessante,
sul bohémien pioveva speranza.

Quella sera a Montmartre…

accostata al gruppo si agitavano i miei sensi,
lo sguardo si posava
sul mucchio di dipinti per terra sparsi,
un bohémien asserì al passante …eh hai fatto soldi tu…

Montmartre…

Domani pioverà sole sui colori, tempo nuovo, tanti avventori.

Il viaggio per Parigi di qualche anno fa, portò i miei passi a Montmartre, luogo in cui sono appostati per tutto il giorno, in ogni stagione, i ritrattisti, nella speranza che qualche avventore gli faccia intascare qualche soldo.
Quel giorno di dicembre, Parigi era coperta dalla pioggia, ma Montmartre ai miei occhi apparse colorata, un’emozione intensa mi vestì da capo a piedi, specie quando un bohémien asserì al passante “…eh, hai fatto soldi tu…”.
Il passante, in quel frangente, era mio marito, loro, ovvero gli artisti, erano il suo riflesso.
Questo luogo mi fu fonte di ispirazione ma non meno quegli artisti che in un forte abbraccio mi hanno dimostrato la nobiltà del loro essere.
Momenti di vissuto che non si dimenticano, perché trasferiscono emozioni forti, a tal punto che mi hanno mosso a scrivere “Pioggia a Montmartre”.Grazia Finocchiaro


Ringrazio di cuore Mario Donatiello per il meraviglioso suggerimento musicale

mercoledì 1 settembre 2010

Poesie per sempre

Come promesso inauguriamo oggi il post settimanale dedicato ai poeti 'più conosciuti': quelli che hanno accompagnato la nostra vita, quelli che ci hanno fatto piangere e sognare, quelli che ci hanno stupito ed emozionato. I poeti le cui poesie occupano un posto privilegiato nel nostro cuore.

Quello che vi chiediamo cari Amici, assidui frequentatori di questa 'Oasi di Pace', é di collaborare con noi magari indicandoci anche il vostro poeta preferito (potete farlo anche con un semplice commento, ricordandovi di firmarlo).

Buona poesia a tutti.ros e massimo





SAN MARTINO di Giosuè Carducci

La nebbia a gl'irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

va per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar.

Gira su' ceppi accesi
lo spiedo scoppietando:
sta il cacciator fischiando
sull'uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d'uccelli neri,
com'esuli pensieri,
nel vespero migrar.






Disclaimer

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