Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

Viviamo assieme una poesia, un racconto, una canzone o un quadro d'autore, lasciate un vostro commento ai post, per noi sarà un piacere leggervi.

Preghiamo gentilmente tutti quelli che postano il loro commento scegliendo l'opzione 'Anonimo' di blogger di firmarlo, grazie. ros e massimo

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domenica 30 gennaio 2011

Shoah - Lacrime di MARIA SAVASTA

Ha lacrimato
piaghe e terre
orfani d'oli e vini.
Ha leccato
rappreso sale
su tremolanti labbra
e mangiato ambàscia.
Non annega la vita
galleggia sul mar
dell'incertezza
di pianto
ricolma.
...E canta il gallo
ad ogni tradimento...
ORA...
Prosciugati occhi
di perduta lacrima
interroriti,
urlano...


Questa mia breve elegia (poesia triste o malinconica) fa parte di una mia silloge di "Poesie dell'anima" dedicate e scritte per tutta la sofferenza innocente con particolare riferimento a quella dei piccoli, spesso torturati, uccisi, seviziati anche nei nostri giorni: campi di concentramento, orfanotrofi, sparizioni nel nulla per traffico d'organi, ecc...
Ricordiamo Haiti...
In particolare questa mia poesia scritta d'impeto riflettendo sulle atrocità umane, passate e presenti, è dedicata alla piccola Anna Frank morta pochi mesi prima della liberazione, nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, colpevole solo d'essere ebrea; e provando compassione (cioè facendo propria la passione "con - passione" degli innocenti) spesso vittime oltre che della gratuita crudeltà umana, anche dei tradimenti degli amici, come successe a diverse famiglie ebraiche fra le quali la famiglia Frank, tradite dagli amici per pochi soldi...
Ho visto foto orribili di piccoli uccisi ai quali la morte aveva cancellato tutto, escluso il terrore sempre vivo negli occhi.....!
"Se questo è un uomo" (Primo Levi)... mi vergogno d'esserlo.
A tutti i sacrificati sull'altare di un'ideologia, in piedi li saluto chiedendo perdono e donando amore...
Maria Savasta




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mercoledì 26 gennaio 2011

Poesie per sempre: IL TUO SORRISO di Pablo Neruda

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.


clicca QUI se vuoi leggere tutte le poesie contenute nella rubrica 'Poesie per sempre'







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domenica 23 gennaio 2011

Parole nascoste di Grazia Finocchiaro

È con vero piacere che io e Massimo diamo il benvenuto, nel nostro piccolo team di gestione del blog, a Grazia Finocchiaro, più volte presente in questo blog come poetessa.
La sua poesia di oggi parla di delusioni derivanti da amicizie finte. L'amicizia come l'amore é un sentimento difficile da gestire, il feeling tra due persone nasce e tante volte si consuma senza un perché. Credo fermamente nell'amicizia, forse più dell'amore, ma le persone a cui do la mia fiducia sono veramente poche e quelle poche persone hanno un posto privilegiato nel mio cuore. Buona Poesia a Tutti.



Parole nascoste

Amaramente
lo scorrere del tempo
le parole dette
di nebbia copre.
Non più un rigo
di quel ch’è scritto
non una parola
di quel ch’è detto.

Sfugge chiunque
di fronte a verità
stringe in pugno
parole d’amore finte.

Sotto le suole finiscono
i fasulli sorrisi
sotto grondaie si resta
per coprirsi da malintesi.

Forte è la falsa parola
…su mezza guancia
amaro il sorriso,
stretti gli occhi per celare
quel che non si vuole svelare.

Per nessuno il trofeo è disposto
nella vuota bomboniera
…niente ci sarà di mielato.



Trovare persone autentiche con cui instaurare un rapporto di amicizia non è sempre un'utopia, bensì, secondo il mio pensiero, è più utopia trovare la persona amica che possa restare tale, rispettando sempre i canoni di questo grande sentimento.
Questi versi che vengono proposti alla lettura degli amici, sono scaturiti - come ben dico nella poesia - da un insieme di fatti e di parole che mi hanno arrecato un senso di delusione.
Nonostante l'accaduto, credo che l'amicizia sia un sentimento che ha il grande potere di far superare lo scoglio della diffidenza, rendendo un quotidiano sereno, quando questa é vera amicizia.
Un grazie di cuore a Rosalba e a Massimo per la loro simpatia , la loro fiducia e stima nei miei confronti e il loro assiduo impegno in questo blog e a chiunque visita questa cara oasi di poesia.
Grazia Finocchiaro


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domenica 16 gennaio 2011

TAMMURRIATA 'E VIERNO di Bruno Zapparrata

(Malinconia di Edvard Munch, olio su tela 1894-1896)















TAMMURRIATA 'E VIERNO

Albere annure e fronne sparze nterra
pe cummiglia' cu na cuperta d'oro
tutt''e suspire 'e vierno...
Na tammurriata 'e viento nfaccia 'e llastre,
me dice ca l'autunno se n'è ghiuto;
l'onna ngrifata sbatte forte 'a rena,
po' s'abbraccia 'a scugliera...
No nun parla' e avuotele chist'uocchie.
Io m'arricordo 'e quanno
quanta calore dive a chistu core,
mo ca 'e vierno e nu gelo l'arravoglia...
Cerco 'e vede' si 'o blu sta sempe ncielo
e a mmare stesse ancora na Sirena...
Ma 'o rummore d''o viento, se sente,
è cchiu forte e accummencia a siscà,
e sti llastre, tremmanno,
sferzate d''o viento,
te stanno a chiamma'...
E tu invece tra mille penziere...
luntano staie gia'...

Traduzione letterale e non poetica della poesia Tammurriata 'e Vierno di Bruno Zapparrata

TAMBUREGGIATA D'INVERNO

Alberi nudi e foglie sparse in terra
per nascondere con una coperta d'oro
tutti i sospiri dell'inverno...
Un tambureggiare di vento, sui vetri,
mi dice che l'autunno se n'è andato,
l'onda arrabbiata batte forte la sabbia
poi s'abbraccia con la scogliera...
No, non parlare e girali i tuoi occhi.
Io mi ricordo di quando,
tanto calore davi a questo cuore
adesso che l'inverno di gelo l'avvolge...
Cerco di guardare se il blu è sempre in cielo
e a mare alberga ancora una Sirena...
Ma il rumore del vento si sente
e più forte incomincia a fischiare,
ed i vetri tremando,
sferzati, ululanti,
ti stanno a chiamare...
e tu invece, tra mille chimere
volando già stai...


A questa poesia il commento deve essere sintetico giocoforza in quanto è uno spaccato sin troppo chiaro, spiegato a chiare lettere nello scritto tra i soliti scenari..Lei, Mare e Cielo, elementi insostituibili per ricavarne a volte, quando l'animo è preso, mille sensazioni e le sembianze di chi per natura accende passioni durature nell'animo.Questo scritto è un misto di Malinconia e sofferenza nello stesso tempo che chiude in maniera irreversibile e chi di noi non c'è passato.? Grazie agli amici che interverranno...Bruno Zapparrata


clicca QUI per leggere tutte le poesie di Bruno Zapparrata presenti in questo blog





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martedì 11 gennaio 2011

Le Nuvole di Fabrizio De André

L'11 gennaio 1999 si spegneva lasciando un vuoto incolmabile in tutti quelli che l'hanno amato e continuano ad amarlo Fabrizio De André. Io umilmente mi annovero tra queste persone. Mi piace ricordarlo con una frase detta da lui in un'intervista a proposito dei poeti:

"Benedetto Croce diceva che fino all'età dei diciotto anni tutti scrivono poesie e che, da quest'età in poi, ci sono due categorie di persone che continuano a scrivere: i poeti e i cretini. Allora, io mi sono rifugiato prudentemente nella canzone che, in quanto forma d'arte mista, mi consente scappatoie non indifferenti, là dove manca l'esuberanza creativa."(F.De André)..."


Le Nuvole

Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio

Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri

Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore

Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai

Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.

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domenica 9 gennaio 2011

In attesa del mattino di Claudio Giussani

Dove sono le luci dell'alba?

Forse nel sogno
tra sospiri
che brillano di fuoco.

Senza voce
ora
le mie labbra

quando fingo di dormire
tra lenzuola di silenzio
sulle corde di un flashback.

E languido è il passo
che ancor
viaggia nella notte

...in attesa del mattino

domenica 2 gennaio 2011

DOVE VANNO I FIGLI di Massimo Imperato

Son come uccelli i figli
e cercano un'uscita,
un varco per volare
che gli cambi la vita.

Puoi chiudere la gabbia,
stendere le tue reti,
sempre hanno la forza
di uscire coi segreti.

E svelti verso il mare,
poi li vedrai volare
con battiti di ali
tremanti ed irreali.

La rabbia scorre forte,
si mescola ai pensieri
gli animi rende ciechi
dei padri sempre seri.

Non serve preoccuparsi
se passa un mese o un anno,
lasciali volteggiare
poi a casa torneranno.

L'anno trascorso mi ha messo alla prova. Mia figlia improvvisamente e inspiegabilmente è andata via di casa. Allora è accaduto tutto ciò che avevo già scritto quando nessuno immaginava l'inaspettata svolta. Improvvisamente tutto è divenuto realtà e questi versi hanno assunto un grosso valore. Hanno la pretesa di dare una linea di comportamento che difficilmente un genitore riesce ad avere. E' inutile credere di sostituirsi ai figli cercando di dare il meglio. Bisogna offrire loro solo amore vero. Lasciarli andare per la loro strada amandoli da lontano. Se riusciremo in questo, dopo aver trovato la via, sentiranno prima o poi il bisogno di tornare da chi li ha cresciuti con amore. Almeno spero. Spero che l'unica quartina che non si è avverata, l'ultima, mi dia la sua conferma. (Massimo Imperato)


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