Ragnatela di luce e polvere
allunga le sue braccia
nutrendo aperti spazi
attende distesa alla deriva
il movimento delle ore
ricama ozi, pensieri
sfoglia cromata del tempo
gratta con le dita
pareti gremite di carta bianca.
Recita nel buio
trame sinuose
linee abbracciate
su un ordine sparso
gemono versi
di un linguaggio evanescente
immobile agli astanti
evapora fugace
odore di vernice sulle pietre
restano i graffiti
lettere sottili, intrecciate
su schemi imposti
di una muraglia urbana
sulla pelle un brivido
un dolore
lascia una traccia dentro
nulla appare silenzioso
s’accinge tenue
gentile al tatto
con un filo di voce
sussurra intorno.
Le superfici percepiscono
gli sguardi assenti
i pensieri ingordi
assorbono untuose macchie
che si dilatano ai bordi
sentono il tocco delle mani
l’eco di spazi chiusi
suono di percussioni
passi che corrono in fuga
verso terra battuta
strada di affanno
dove si perde il respiro
dolce passione, inganno
amanti, corpi alitati d’oblio
graffiano i muri
disegnando i limiti del baratro
e cementano nascosti
sgretolata polvere.
Un urlo sussurrato sulle pareti, come fogli bianchi, da riempire per colmare un vuoto, per dipingere con i colori della vita, le cose di tutti i giorni, gli amori, le gioie, i malesseri, i dolori.... tracciare queste forme in tutte le superfici, sopratutto in quelle dell'anima.
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