Poesie, Racconti e Musica d’autore
"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)
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mercoledì 29 luglio 2009
180 di Pino De Stasio
(immagine di Alex M. Bustillo)
(dedico questo scritto a Gloria Gaetano sconosciuta amica)
questa pagina e' per i matti
la sporco scrivendo
tre numeri
1 8 0
possono dare felicita'
perche' cassarli negarli oltraggiarli
ne ho visti di matti forse io saro' uno di loro
che belli
quei lenti piccoli tic del cranio facciale rivoluziona lo sguardo
e quelle dita al contrario che torcono stringhe di strette camice
alcuni vogliono rimetterli in lager
reclusori moderni oscene muraglie
ad Aversa e anche a Torino
di tutte l'eta' ma forse consentono anche l'uso di psicofarmaci
di nuove tossine
molecole oscure
ingoi con acque in bicchieri
manicomi
cosi' si chiamavano
luoghi di morte dove l'anima fugge
e la forza coatta
impedisce il rossore
in Parlamento
un uomo una donna
1423
leggo altri numeri
non piu' la Basaglia un nome che dava speranza
un matto coatto costretto
di nuovo?
ed anche i migranti i neri
pazzoni poi quelli
ubriaconi nervosi calorosi
anch'essi in strutture di accertamento psichiartico
perche' sono diversi
i matti coatti costretti con neri
i letti di nuovo con piscio e merda per stanze
e le terrazze gabbie di cinta
catene per polsi
ricordo ancora gli odori le docce sospese
riparo per fughe di sesso
di donne e di uomini dove gli affetti
consegnavano baci toccamenti abbracci
legati ad un letto per punizione
se sorpresi
e delle piaghe su un corpo
purulente profonde
chiazze
forse frustate di nani
i matti coatti costretti con neri
tra quelle molle nei letti
le cimici a sciami
tane nel ferro compagne di notte
di lotte con aghi punture al risveglio
i neri con bianchi senza Apharteid
finalmente insieme nei manicomi
cosi' vogliono
1423
l’ora della visita ancora
la forza racchiusa
feroce postura
liberta' per i folli!
i matti coatti costretti con neri
pino de stasio
Copyright © 2009
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza la psichiatria, per tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla.' -Per spiegare 'incomprensibili' tragedie si è soliti individuarne la causa in una follia rimasta fino a questo momento celata. Io penso che questo modo di fare sia solo una scappatoiarassicurante e pericolosa. Rassicurante perchè allontana il problema da ognuno di noi, che, sentendo parlare di folliae, pensando di appartenere alla classe dei normali', si sente confortato. Pericolosa perchè impedisce di cercare la causa del fallimento del nostro modo di educare,che non solo esclude aprioristivamente un'adeguata analisi dell'aspetto irrazionale, ma addirittura arriva a negare quella parte di noi che a nessuno fa piacere guardare,prefendo invece ipocrite idealizzaioni.
Basaglia
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'Ha questa idea che i malati non sono dei detenuti ma dei pazienti'......
RispondiEliminaLa paura del diverso genera mostri, dove sta la normalità, chi ne é a conoscenza. Nessuno lo sa.
Questo é un post che porta alla luce una realtà molto drammatica e per tanti versi ignorata, di cui tutti noi dovremmo farcene carico.
La poesia di Pino, l'immagine (bellissima)di Bustillo, il commento a corredo del post del Dott. Basaglia e per finire il video del film di Giordana, quante cose mi insegna questo post.
Complimenti a tutti.
A determinare le tragedie individuali e collettive, di cui più spesso si dà notizia,non è la 'follia' che,come ci ricorda Basaglia 'è una condizione umana, presente in ciascuno di noi, ma la mancata e inapproprita cura che la nostra follia ha ricevuto nel contesto in cui siamo cresciuti, e dalla scra attenzione che ad essa abbiamo dedicato crescendo,privandoci così della prima matrice della nostra crearivita e ideatività.
RispondiEliminaDefinire i gesti tragici come gesti 'folli',in un contesto che considera la follia una 'malattia' da affidare alla competenza psichiatrica, rivela solo il nostro bisogno di essere rassicurati circa circa la nostra' normalità' e 'sicurezza',che si raggiunge includendo anche l'irrazionale nella sfera del razionale. Ce lo spiega ancora Basaglia:- Quando uno è 'folle' ed entra in manicomio,. Diventa razionale in quando malato smette di essere folle per diventare 'malato'.Diventa razionle in quanto malato'
Attreverso questo gioco di prestgio,noi ci sentiamo normali e salvaguardati dalla' follia',la società appare più sicura e in grado di arginare la follia, e il 'folle' che, per mancata educazione delle emozioni e dei sentimenti esprime quello che nelle sue condizioni esprimeremmo anche noi, viene confinato in quella notte buia che sono gli abissi a cui la nostra follia ci conduce, quando nessuno a suo tempo si è preso davvero cura di noi.
Galimberti
Ennio FiguratisescrivoilcognomePAROLE IN LIBERTA' (VIGILATA)
RispondiEliminaCentottanta,
chi non piange canta
Governo
immutabile, eterno.... Visualizza altro
Potere
vietare di sapere
Contenzione
contro ogni intenzione.
Paura
chi non vince la dura.
Follia
tutti i potenti porterà via
Libertà
parola vigilata
semiretta
senza rime.
Wanda Mantero Tragiche realtà descritte con la durezza di una denuncia attraverso la sensibilità toccante e partecipe del nostro grande poeta ed amico, Pino. Emozioni che solo Pino riesce a trasmettere riuscendo sempre a commuoverci. Gloria Ti siamo vicini.
RispondiElimina3 ore fa
Rita De Meo Non posso... non riesco a commentare "criticamente" queste parole... perch... Visualizza altroé troppo dolore esse coprono. Dolore di tanti innocenti costretti in condizioni inumane a subire oltraggi al corpo e alla mente, quella mente già così fragile e diversa. Dolore di chi è costretto a soggiacere alla volontà altrui, sofferenza di chi vede se stesso privato della libertà, sopposto a trattamenti "correttivi", forzato a diventare altro da sé perché costretto a ingurgitare principi chimici che non curano nulla.. "luoghi di morte dove l'anima fugge": questo sono i "manicomi", ma ogni volta che uno di noi (e credetemi, può capitare ad ognuno di voi), si trova costretto a subire un "trattamento psichiatrico", allora l'uomo diventa belva verso un proprio simile... io lo so bene. Grazie Pino... ma grazie anche a te, Gloria, che ci ricordi questa vergogna
RispondiEliminaPino Soprano... ma insomma... si sente parlare solo di abrogazione e non si sente parlare di miglioramento... bisogna pensare a modifiche "se proprio ce n'è bisogno", non retroattive ma avanguardistiche nel senso migliorativo sociale, rispettando la vita in tutte le sue parti e dando un senso non solo a chi soffre il problema in prima persona ma anche a chi ... Visualizza altrosta intorno ai malati (parenti, amici, affidatari, personale, ecc...).A volte c'è un disagio x le famiglie stesse, troppo spesso ignorato, che complica la loro vita in quanto il lavoro x i propri cari, essendo troppo gravoso non si riesce ad affrontarlo in maniera adeguata ed a volte li fa sentire impotenti... quindi ben vengano le modifiche... ma dandogli ancora più aiuto, soldi, personale, strutture e quant'altro
RispondiEliminaGloria GaetanoNon occorre modificare la legge, ciò che vuole la maggioranza. Occorre inserire progetti nuovi, formazione. E di progetti realizzati ce ne sono...Nello spiriti della legge. Io ho un video che ho girato. Per i familiari, parlate con me. Li rappresento...E penso che la 180 eviti quelle brutture che la lirica di Pino esprime con tanta durezza nella sua poesia civile...
RispondiEliminanella foto di alex Maria Bustillo c'è una rivisitazione di miti e movimenti del secolo scorso.Entra anche il surrealismo, il dada, il pop. Nella scena della Meglio Gioventù, Nicola spiega le teorie basagliane akl fratello Matteo e come giorgia si riprenderà, perchè è soprattutto 'malata di manicomio'
RispondiEliminaHo visto tanti poveri matti rinchiusi come belve ammansite; tanti altri liberi di far del male impunemente. Anche al governo di questo sventurato Paese. Matti affetti dal disturbo bipolare. Schizoidi da tenere a bada. Eppure apprezzati da maggioranze affette dal virus del dominio. Da curare. Da rieducare. Parassiti e parassitati afflitti dal medesimo delirio. Germano
RispondiEliminasolo una breve riflessione sul rapporto sanità/malattia. ribaltando il punto di vista comune, siamo poi così certi che la malattia non sia una ricchezza? è questo che io penso, in primo luogo perchè apre la strada ad una autentica conoscenza di sè, in secondo luogo perchè consente di essere sempre in divenire, di non essere fissati in forme rigide e necrotizzate come i presunti "sani" che per questo motivo sono i veri "malati. Claudia
RispondiEliminaE' vero, Claudia, ma è anche tanta sofferenz. Le persone con disturbi emotivi sono fragili e percepiscono un forte dolore nel vivere e nell'affrontare le grandi battaglie che la vita ci presenta...
RispondiEliminaLa poesia di De Stasio è un'opera splendida...leggendola mi spostava lo sguardo e l'attenzione in luoghi lontano dai"manicomi"ma vagavo in una città vecchia tra vari e mille personaggi...sento dire in giro..."quello è un pazzo"...gli rispondo, e tu?...c'è chi vive in un mondo tutto suo, chi diventa aggressivo perchè viene preso in giro, chi piange, chi invece si ferma all'aangolo di una strada e chiede una sigaretta...chi ti regala i numeri dell'otto cantando canzoni di Albano o Nino D'Angelo...è tutto un mondo dove il dolore è nascosto o forse non vogliamo vederlo noi...perchè noi siamo i """normali"""?
RispondiEliminaSe tu penserai, se tu giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni più le spese
ma se capirai se li cercherai fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo.
Fabrizio De Andrè.
Una poesia toccante e difficile da commentare. Il disturbo mentale ha sempre fatto paura, qualcuno dice quasi come la morte, e per questo ed altri motivi ha provocato il rifiuto, l'isolamento e l'emarginazione di chi ne è affetto. Nel periodo manicomiale i malati mentali furono accolti in vere e proprie strutture nelle quali subivano ogni genere di violenza: mancanza di diritti, elettroshock forzato, tutela e confisca dei beni. L'indesiderato subiva tutte queste violenze perchè la malattia mentale non era compresa nè forse voleva essere compresa e, sbrigativamente, si faceva prima a nascondere il malato mentale tenendolo recluso in una struttura, nascondendolo agli occhi di tutti. Il movimento in prima linea per la chiusura dei manicomi era quello dell'antipsichiatria di Basagliia, il quale affermava che "Un malato di mente entra nel manicomio come ‘persona’ per diventare una ‘cosa’. Il malato, prima di tutto, è una ‘persona’ e come tale deve essere considerata e curata (...) Noi siamo qui per dimenticare di essere psichiatri e per ricordare di essere persone". Solo attraverso queste parole, e naturalmente le testimonianze di chi vive queste situazioni in prima persona, possiamo davvero capire. Noi non siamo nessuno per giudicare cosa è normale e cosa no, non siamo nessuno per condannare o assolvere qualcuno. La malattia mentale merita di avere tutte le attenzioni che hanno tutte le altre forme di malattia dell'uomo, si investe troppo poco in ricerca ed in strutture adatte al trattamento. Perchè? mi chiedo. Perchè in Italia bisogna vergognarsi di essere un malato di mente? Perchè le famiglie sono quasi sempre sole a combattere questo terribile male? Perchè nessuno dei nostri politici non ne parla in campagna elettorale? Beh credo sia ovvia la risposta..forse perche e' rimasto ancora un tabu e soprattutto perchè attraverso loro (i malati mentali) sarebbe come poter guardarsi dritto negli occhi,vedendo riflessi noi stessi come in uno specchio per scoprire poi che "noi" non siamo affatto diversi da "loro". Purtroppo il limite del sano e ammalato è molto labile e difficilmente stabilibile quando andiamo a trattare il pensiero,il sistema pubblico dovrebbe mettere in essere una rete che va dalla ricerca all'assistenza sul campo per chi ne ha veramente bisogno, senza distinguera la società tra malati di mente e non, pazzi e non, ma soltando evidenziando che ogni cittadino ha pari diritti di fronte alla legge, come ricorda l'art 3 della costituzione:"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." Ma è davvero così? Non credo proprio. Scusate se mi sono dilungata nella mia esposizione, ma questo tema credo sia uno dei più toccanti e importanti tra quelli trattati su questo blog. Complimenti! Pierangela
RispondiEliminaSono molto contenta, Piera Angela, che tu abbia trattato in maniera approfondita l'argomento, che è tra i più scttanti,non solo oggi, ma da secoli.Il disturbo psichico ci fa paura, perchè potrebbe essere il nostro, è uno specchio in cui si riflette il volto del cd sano. Perciò le persone con disagio psichico vanno isolate e tenute lontano, perchè gli ipocriti, i filistei, possano ignorare il problema, che è di tutti...
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