Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

Viviamo assieme una poesia, un racconto, una canzone o un quadro d'autore, lasciate un vostro commento ai post, per noi sarà un piacere leggervi.

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domenica 17 aprile 2011

PADRE di Fiammetta Campione



Ti scrivo, Padre
Che mi consegnasti
La tua anima candida
Racchiusa in un’idea
Me la offristi così
Semplicemente,
Con un sorriso lieve
Ed io la feci mia
Inconsapevolmente
Ma con muta fierezza.
Mi parlavi dolcemente
I tuoi occhi rassicuranti
Traghettavano bellezza
Sulle rive del mio cuore
Che sperduto si dibatteva
Per farsi largo
Tra i rovi pungenti
Nei sentieri della vita
Ed io, plasmata
A tua immagine
Ho raccolto a piene mani
I frutti della tua stagione
Li ho riposti nelle vene
Dove scorrono generosi.
Ti scrivo, Padre
Per congedarti
Ancorché alla tua anima
Non ho mai detto addio
E le mie lacrime
Non ho ancora versato.
Ti scrivo, Padre
Che non afferrasti
Il bagliore di sofferenza
Che albergava nei miei occhi
Che ti rendesti complice
Di un delitto d’amore
Che ancora oggi
Amaramente
Piango.


Mio padre è stato per me esempio e guida di grande valore; purtroppo però è stato anche muto testimone della mia grande sofferenza di bambina, creando così in me un’ambivalenza nei suoi confronti. Da questa sofferenza è nata la poesia.

Un sentito ringraziamento allo staff del blog, e in modo particolare alla mia nuova amica Grazia Finocchiaro, che ha dato fiducia alla mia umile penna.
Fiammetta Campione





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domenica 3 aprile 2011

SENZA TITOLO di Marta Alberti

Immobile sulla riva
osservo lo scorrere del tempo
anelo all'altra sponda
come foglia d'autunno
anela al vento.
Sazia d' ambascie
e di scavare nell'umano ordito
vorrei librarmi in volo
ombra di luce
lassù nell'infinito.
Su cocci aguzzi
lungamente ho ferito
i miei passi
tergendomi da sola le ferite
e sognando paterni
caldi, abbracci.
Piange una bimba
nascosta nel cuore
ricuce i traumi
di un grande, insopprimibile
dolore, quasi mi schianta
la vorrei cullare
quando quel pianto
parvemi, riudire!...
Ma resto inerme
e non so più che fare
come può l'onda
cullare se stessa e il mare?


Ci sono dei momenti nei quali sembra di non avere più nulla da scoprire, dopo avere scavato nel nostro " IO" più profondo alla ricerca della stessa essenza della vita, quasi si prova un inconscio, ma palpabile, desiderio di andare oltre... dove da scoprire c'è ancora tanto... tutto....
Un grazie di cuore a Grazia e un buongiorno a tutto lo staff di questa oasi di poesia. Marta Alberti






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