Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

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domenica 25 gennaio 2015

MIGRANTI di Diego Capezzuto



Migranti

La trama si infittisce negli occhi
Teneri, fatti di gomma piuma
Succhiati dalle seghe del mare
So Migranti
E mo pure defunti
Senza sangue, senza goccia alcuna
Se non quella del pianto della linfa
Dell’oblio squamoso della sirena
Consumati solo dal tempo che non passa
E trafitti solo dall'onda
malefica dell’assenza.
E tremando si accorgeranno
Che è finito l’inganno
Che li ha resi troppo vuoti
Grigi come grasso di balena
E privati di un qualunque nosocomio.
E alla fine tornano a noi
Come spuma di luna
O come serpi fatte di soli raggi X
Non più in ginocchio come fedeli
Ma avvolti di più del grembo
Dal manto della vergogna
Che li ha abbandonati
Alla volontà dell'ira
Che non li ha respinti
Ma sospinti alla foce
Dove qualcosa
Ancora scalderà queste ginocchia
fatte ormai di marzapane.
Il mattino che sospirano all'unisono
E che spingono all'infinito
Per nutrirci dell’innocenza
Che si è persa urlando con le braccia.
Che fridd a sapè ca nun è fernuta
Pensando a queste povere anime
defunte nell'ombra
Senza sangue,
Fredde come stelle cadenti
E su la luce di tutti loro
Perché sotto non ci son più resti
E tu
Ancora saziali
E di baci straziali
Come fossero il blu profondo.



Commento a cura dell’autore:


Questa poesia l'ho composta di recente, il motivo che mi ha spinto a scriverla è la marea di vittime che sono emigrate in Italia per trovare riparo e che invece hanno trovato la morte. La mia commozione spezza ogni incantesimo maledetto di questa terra maledetta. Tutti abbiamo diritto a un po di pace, e non vorrei mai che nessuno la trovasse a causa di una morte violenta e traumatica. (D. Capezzuto)









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3 commenti:

  1. Buongiorno e buona domenica a tutti gli amici dell'"OASI".
    Questa mattina ospitiamo per la prima volta un meritevole poeta napoletano che conosco da diversi anni e di cui ho avuto modo di apprezzare le sue composizioni sia in lingua italiana che napoletana: Diego Capezzuto.
    Migranti è un'ode alle persone che, costrette a scappare dalle proprie terre natie, restano in balia degli eventi lasciando molto spesso la vita alle vicissitudini che l'accompagnano. Il linguaggio di Diego è molto curato ed espressivo, ricco di figure retoriche ben strutturate. Mi ha colpito favorevolmente l'uso di espressioni in lingua napoletana, come se volesse rafforzare il senso di ineluttabilità che le storie dei migranti racchiudono in se.
    Grazie Diego e buona lettura a tutti.

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  2. E alla fine tornano a noi
    Come spuma di luna

    Credo che in questi due versi sia racchiuso il senso di una poesia che non solo trasmette forti emozioni, ma che ci fa rinsavire dal quel torpore in cui siamo precipitati (è brutto dirlo ma è così) di fronte alle immagini quotidiane che vediamo.

    Abituarsi, che brutto verbo, nessuno di noi dovrebbe assuefarsi nel vedere bare bianche o scure schierate in un porto qualsiasi del mediterraneo.
    Chi c’è in quelle bare? Ci sono bambini, ci sono le loro madri e ancora loro padri.

    Fratelli e sorelle di un mondo che non li ha voluti. Fratelli e sorelle sopraffatti dai nostri egoismi. E quale torto hanno questi fratelli che partono dai loro paesi martoriati da fame, guerre e distruzione? Il loro unico vero torto è quello di essere nati dalla parte sbagliata di questo mondo. Un padre e una madre che vedono il proprio figlio in pericolo di vita cosa dovrebbero fare? Vederlo morire?

    E allora noi cosa dobbiamo fare? Accoglierli tutti?
    Questa è la risposta che più volte i politicanti cosiddetti occidentali si fanno, non capendo una cosa semplicissima secondo me:
    Dovrebbero ‘veramente’ aiutare le persone a casa loro e non depredarli delle risorse che noi non abbiamo e che loro hanno. Tutti i paesi occidentali sfruttano il più possibile e in ogni modo i luoghi di provenienza dei migranti.
    Non dovrebbero fornire le armi ai loro capi di stato sanguinari che si arricchiscono sulla pelle della povera gente privilegiando gli interessi dei loro fornitori di morte.
    Ci vorrebbe una politica diversa, loro hanno le risorse e loro dovrebbero essere i padroni. Ma tant’è non è cosi e loro sono costretti a emigrare e morire per tentare di salvare le loro famiglie:

    E alla fine tornano a noi
    Come spuma di luna

    Tutti dovremmo ricordarci da dove veniamo e dove andiamo, gli esseri umani non dovrebbero mai essere discriminati. Non dovrebbe esistere la serie A o di serie Z.

    Mi sono dilungata troppo, lo so, ma questa bellissima poesia mi ha toccato corde che mi stanno molto a cuore.

    Grazie caro Massi e complimenti a Capezzuto. Benvenuto nel blog.
    Grazie di cuore a tutti.

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  3. Molto bella e purtoppo ora più attuale che mai,argomento davvero scottante e che tutta l'Italia ha vissuto nel primo novecento.Lo fummo noi napoletani Migranti per motivi di lavoro e lo sono ora tante persone in cerca di pace e di pane. Povera gente che il mare inghiotte su fondali senza patria!!Un bravo a te Diego e un grazie a Rosalba e a Massimo per la rinascita di questo blog! Assunta Castellano

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