Poesie, Racconti e Musica d’autore
"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)
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giovedì 27 agosto 2009
TRA SBARRE DI TULIPANI di Rita Pacilio
Esaspera le ombre sul mio grattacielo
e strappa le erbe in profondità
perché sono testimoni delle mie suppliche.
Porta al naso
l’odore della fioritura delle mani.
Così amerai anche le cicatrici
tra il sangue e la carne.
Dove ho interrotto
la primissima luce del mattino.
(dalla raccolta edita da Lietocolle)
Tra sbarre di tulipani è un incontro con la sofferenza dell’altro attraverso il segnale terribile che parte dalle lacrime per arrivare dentro, più dentro. L’abbandono alle parole costa la scoperta di riuscire a denudarsi, anzi, il desiderio di affermare lo scontro diventa esigenza. L’altro diverso, l’altro in agonia, l’altro dietro le sbarre. In ginocchio. Il racconto di un’esperienza in affitto è la disperata empatia che coincide con un momento solo. Come un segno del destino o uno specchio non programmato in cui passano viaggi forse ingiusti. Difficili. E’ la ricostruzione di una gabbia metallica in cui rinchiudere le ossa deformate, da correggere in modo graduale e progressivo, in modo lento. Quasi punitivo o liberatorio. E’ la scoperta di esperienze sgozzate appartenenti a vite cadute, che ora aspettano, espiano, inermi. Da anni.
(Dipinto: Poet's Passage-Don Li-Leger)
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il poeta chiede,s'interroga,si offre con tutto se stesso. Restano cicatrici sulla sua pelle, che si sanano con il canto e la pulsione a vivere, nonostante le tempeste dell'animo e il decantarsi di esse nei versi. Nella complessa espressione artistica di Rita, il jazz complica questa riappacificazione con se stesso, spezzettando il discorso, ma allontanando in qualche modo il dolore esistenziale. Rita non si risparmia, dona le sue emozioni e le sue parole al lettore,che ne rimane stupito, coinvolto, ma sempre lucido e disposto a coglierne i profondi significati. Il dono che ci hai fatto, Rita,arricchisce questo blog di un'esperienza di ricerca e di libero canto
RispondiEliminaBuongiorno, iniziamo con una bella poesia di Rita Pacilio e un suo video di jazz e poesia. Rita è ben nota, per aver pubblicato le sue poesie, e per la sua creatività particolare,he fa confinare i suoi versi nella musica. Noi l'abbiamo presentata lo stesso solo per iniziare una discussione e la serie dei commenti sulla sua poesia. Il quadro di Li-Long èun quadro astratto, ma il pittore rimane sempre in bilico tra natura e asttrazione. Grazie a tutti
RispondiEliminaEsaspera le ombre sul mio grattacielo
RispondiEliminae strappa le erbe in profondità
perché sono testimoni delle mie suppliche.
Porta al naso
l’odore della fioritura delle mani.
Così amerai anche le cicatrici
tra il sangue e la carne.
Dove ho interrotto
la primissima luce del mattino
Questa la versione corretta!
Grazie Gloria e a chi passerà di qui!
Condivido in pieno quanto detto da Gloria, posso aggiungere che a prima vista questa poesia denota una crisi esistenziale non di poco conto fatta giungere a noi con delle immagini tutte particolari, da comprendere una per una come tutta la poesia, dal primo verso all'ultimo. Lo strappare l'erba perchè testimone delle suppliche, l'odore della fioritura delle mani, amare le cicatrici tra il sangue e la carne per chiudere con dove ho interrotto la primissima luce del mattino. Un lessico nuovo dei simboli unici e personali che chi legge dira' subito ai primi versi, questa poesia e' di Rita Pacilio, nessuno potrà mai plagiarli. Sono Unici. Aspetto di leggere altre cose. Complimenti per la canzone che conoscevo ed ho commentato cantata dalla stessa Rita e per il quadro.Bruno Zapparrata
RispondiEliminaScusami, Rita, per qualche errore di battitura. Perfetta,completa e dettagliata l'analisi di Bruno, come sempre.
RispondiEliminaFrasi dure,secche,complesse,che vogliono gridare l'esperienza amara di un dolore profondo, sentito sull'io del proprio grattacielo,nelle ombre,tra le sbarre dei tulipani intese come barriere di sangue. Cicatrici,condivise attraverso la fioritura delle mani.
RispondiEliminaPoesia tremendamente espressiva di un dolore vivo,lacerante nella condivisone profonda,entrata ormai,nelle cicatrici dell'altro.
Ti ringrazio sempre Gloria....
Maria
Sono veramente lieto di poter commentare una composizione di Rita, che avevo per altri motivi ascoltato senza sapere che componeva dei versi unici direi.
RispondiEliminaLa sua poetica introspettiva è fatta di figure retoriche che sembrano abbinarsi casualmente in uno scenario quasi onirico.
E' come dare un paio di accordi di base e poi costruire un accompagnamento jazz al limite dell'improvvisazione. Forse è proprio questa l'intersezione tra i suoi versi e la interpretazione vocale.
In quanto al contenuto trovo che i suoi spunti pennellati con incisività e precisione conducano in un percorso interpretativo ampio con un tema prevalente. In questo caso l'incontro con le sofferenze altrui che si insinuano in un vissuto tranquillo, devastandolo e creando un conflitto interiore. Qui l'iterpretazione si allarga ed il dibattito del blog contribuirà sicuramente a trovare gli spunti appropriati.
Un ringraziamento a Gloria per una scelta veramente gradita che arricchisce questo meraviglioso spazio mediatico in cui una comunità di artisti ed appassionati è libera di sbocciare attraverso l'incontro ed il confronto.
Massimo, questo mi sembra uno dei commenti migliori e più acuti per Rita...
RispondiEliminaHo aspettato alcuni commenti per riuscire a capire appieno questa poesia. Il tuo commento,Masssimo, quanto mai esplicativo mi ha aiutato tanto.
RispondiElimina'In questo caso l'incontro con le sofferenze altrui che si insinuano in un vissuto tranquillo, devastandolo e creando un conflitto interiore. '
anch'io avevo inteso questo di questa opera molto coinvolgente.
Benvenuta nell'Oasi Rita, complimenti per la tua poesia, per il video anch'esso coinvolgente e un grazie a Gloria per averti 'condotta' qui.
Il quadro di Don Li-Leger é meraviglioso, emana una luce abbagliante dove perdersi, mi piace tantissimo.
Bel post, grazie.
A me non pare una crisi esistenziale, ma l'invito a vivere la vita qualunque sia la sua rappresentazione, le sue condizioni. Mi viene in mente Il pianista di Montalban, in cui il protagonista del romanzo - dopo aver suonato in un locale per guadagnare quel po' che gli occorre per vivere - ritorna nella sua casa modesta e lì c'è la sua donna, immobile su un letto, che egli assiste con amore gratuito e inaspettato. Così, a me pare, quello che Rita offre all'amore non sono le labbra calde o un seno da accarezzare, ma gli offre tutta la sua vita in un'unica immagine drammatica: le sue cicatrici di dolore e di amore, forse, di delusioni e di tradimenti, ma cicatrici che non hanno coperto la carne e il sangue, rappresentazione e racconto di un momento (così intendo gli ultimi due versi) che voleva esser definitivo e che invece è diventato momento della storia di una donna che vuole proprio questo condividere con chi ne sarà capace.
RispondiEliminaMpmento poetico, anzi vicenda poetica, di cui si ha un affascinante riscontro nel dipinto di Leger e che Rita sa così ben sintetizzare nel suo canto drammatico.
scusate il commento che precede è di Manlio
RispondiEliminarita sa esprimersi con delicatezza e con determinazione sia nella scrittura che nel canto jazz, davvero una personalità che prende, seduce, emoziona.. cn stima infinita
RispondiEliminaroberto matarazzo
Ogni frase di quest'autrice è emozionante, purissima poesia... B.G.
RispondiEliminaE' veramente un post di alto livello quello di oggi. Spero vi sia piaciuto...Grazie
RispondiEliminaQuello che piu' mi ha lasciato un segno di tutta la struggente poesia:"Tra Sbarre di Tulipani" e' lo slancio di un energia propria dell'Innamoramento,non dell'Amore,ripeto Innamoramento,che ne sprigiona.Quando cioe', tutto dell'Amato e' in chi Ama.Questo canto e'l'esplosione di un sentimento
RispondiEliminadoloroso,
straziante,
direi che descrive cosi' il timore di una separazione,anche solo di un attimo,dall'Amato.
"Esaspera le ombre sul mio grattacielo"indica,secondo me,"L'Oltre",inteso come forza interiore che supera ogni ostacolo,sia esso un fiore,o un attimo.
(Maria Adele Pepe)
Salve amici dell'oasi ..........breve ma intensa emozione la tua poesia ,tra l'altro bellissimo accostamento con il quadro e il video .grazie
RispondiEliminaanna maria fulgione
prigioni infinite ke be titolo e ke bella poesia .tra sbarre di tulipani .e meravigliosa e molto toccante .mi e piaciuta molto angela
RispondiEliminaRita, i tuoi vesrsi stupendi lasciano un segno indelebile, e commentarli diventa un piacere quasi unico, ci conosciamo da poco tempo e adesso che comincio a leggere i tuoi scritti, ne rimango affascinato, in questo componimento i tuoi versi scorrono con delle immagini che esprimono tutta la loro unicità. Vedo le cicatrici come segni che evidenziano ferite chiuse troppo in fretta, che hanno lasciato dentro il dolore insopportabile dell’isolamento interiore, il non potere lanciare lo sguardo oltre quelle sbarre di tulipani, una gabbia di mani che tengono ferme in un angolo buio la sofferenza di un uomo violentato dagli occhi dell’indifferenza, vite che cercano di rialzarsi dalla loro fossa biologica.
RispondiEliminaPietro Vizzini
La raccolta di poesie dal titolo 'Tra sbarre di tulipani' nasce dall'esperienza che vivo come Sociologo nel carcere. Si tratta di versi liberi che non hanno titolo. Di solito non delimito mai le cose che scrivo. Vorrei scivolassero dal foglio. Si allungassero. Arrivassero come l'acqua. Come i pensieri. Il titolo lo definisce il lettore quando se ne appropria. Al carcere sono 'accanto' alla sofferenza: quella degli altri e accanto alla mia. Percepisco i dolori della carne e dell'animo e divento filtro. Li trattengo. Ho dovuto fare i conti con lacerazioni molto profonde, ho dovuto guardare in faccia l'abisso. Ho avuto paura. L'ho sfidata. Lietocolle ha creduto nel mio tentativo di parlare del cammino doloroso degli altri attraverso il mio. Mi ha incoraggiata mentre denudavo crepe della mia esistenza. Scrivo storie che raccontano i sentieri bui dell'animo umano, le traiettorie immaginarie e quelle razionali. Li pubblicherò presto perchè voglio dar voce a chi non l'ha mai avuta. Ho bisogno di redimere attraverso me chi non ha saputo nè potuto difendersi dal 'mostro'. Ecco il mio modo di essere e sentirmi 'viva'.
RispondiEliminaRingrazio di cuore tutti coloro che hanno letto i miei versi, che li hanno interpretati, che li hanno interiorizzati e che li hanno amati.
Ringrazio Gloria che mi ha onorata: è una persona molto cara, teniamola stretta a noi!
Vi saluto con versi che troverete nella raccolta:
Le sbarre sono dentro di me.
Se non ti permetterò di uscire
quante volte ti spingerai
contro le mie viscere?
R.P.
Ho letto e ascoltato molte cose di Rita, dovrei essere assuefatto alle emozioni che i suoi scritti e la sua voce suscitano in me.
RispondiEliminaContinua invece una emozione forte e profonda leggere una sua poesia. Una emozione che non si consuma con la ripetuta lettura, ma che resta dentro, forte e diffusa.
Cerco a volte di mettere in fila parole per spiegare e cercare di razionalizzare le cause di queste emozioni ma il tentativo non riesce.
Resta la commozione suscitata dai bagliori, dai colori netti, vivi, contrastanti che si riverberano su di me dai suoi scritti. Come quando si guarda un capolavoro della pittura: l'emozione "totale" ed abbagliante trova grande difficoltà ad essere spiegata. Si può spiegarne la tecnica, il contesto, il percorso, la collocazione nella storia dell'arte, ma la commozione non è spiegabile. E solo gli Artisti veri sanno trasmettere questa commozione.
La sofferenza, filtrata, vissuta o percepita, negli scritti di Rita, diventa cicatrice, tatuaggio. Anche se la sua femminilità riesce ad intrecciarla con la sublime e grande sensibilità e tenerezza che si indovina sottostante. Le sbarre e i tulipani, appunto.
Grazie a Rita e grazie a Gloria che la proposta.
ennio
Si... qualche "carattere" si è impigliato nella tastiera...e Grazie a Gloria che la ha proposta.
RispondiEliminaChe bello l'accostamento della poesia di Rita ad un quadro d'autore, Ennio:
RispondiElimina'l'emozione "totale" ed abbagliante trova grande difficoltà ad essere spiegata. Si può spiegarne la tecnica, il contesto, il percorso, la collocazione nella storia dell'arte, ma la commozione non è spiegabile.'
per me che sono un'amante dell'arte é connubio meraviglioso, grazie.
ps.: sei Ennio Cirigliano?
Ennio Meloni io ti voglio bene! E solo tu sai quanto.
RispondiEliminaR.P.
Chiedo scusa a Ennio Meloni e gli do' il mio benvenuto in questa 'Oasi' meravigliosa. Grazie.
RispondiEliminaRitmo che si fa poesia, poesia disperata, dove la disperazione travalica l'esperienza personale, divenendo un assoluto di disperazione.
RispondiEliminaVersi crudi ed intensi dove le immagini si susseguono come una galleria di calvari, un rosario doloroso e struggente...
Sono versi forti che irrompono nell'animo di chi legge e vi sostano a lungo, lasciando un'impronta che difficilmente sfuma o scompare...
commento personalissimo....(forse fuori tema)
RispondiEliminaIntravedo nei versi di Rita un dolente "mea culpa", il pianto dolente di chi prega, prega per riscattarsi da una vicenda esistenziale che lo ha visto sempre ,o solo alla fine, vittima, ma vittima finalmente consapevole del male, del dolore inferto, ma con la possibilità di rinascere a nuova vita solo che lo sguardo altrui si inabissi nell'animo a carpirne le ombre, a strappare tutto ciò che ricopre , offuscondolo, un barlume, sì una barlume, una piccola lingua di fuoco purificatore. Soffermandosi sulla nuova vita che emerge, metaforicamente, dalla fioritura delle mani, lo sguardo amico potrà finalmente accogliere con indulgenza anche il passato...le cicatrici che il protagonista si procurò allorquando infranse "la primissima luce del mattino" della Vita.
Empatia del dolore espressa in tocchi essenziali e profondi, ma allo stesso tempo chiari nel denunciare l'altrui bisogno di amore.
Non saprei giudicare il quadro, pittura astratta, ma mi semmbra di poter cogliere, nel contrasto figurativo e cromatico, il senso della seguente affermazione: nessun animo è talmente preda del male che non serbi in sè un qualche bagliore di luce.
Adriana Pedicini