
amati luoghi dove le rocce non hanno nome
e la terra rigogliosa non affanna
ritrovo quieto un'arenile
bagnate finalmente labbra
con le mie salmastre
colorate alghe
acque
su quella foce di fondali sciolti
lacustri inondano di limo
i campi arsi in fondo alla palude
protetta ansa
Virraj all'orizzonte nuovo
leggero corpo ed il mio vicino
sopra la pianura
alati balzi in mirre e cedri
passiflore azzurre
ai nostri piedi
ossuti e neri
un lampo imprime il ciottolo scolpito
la pioggia fine rarefatta coltre
umido velo
acquoso seme spande
di lontano aleggia spento
fruscio visivo ancora tondo
il Sole arancia il cielo , che tenue scura.
(Autorizzazione di pubblicazione da parte dell'autore concessa a Gloria Gaetano)
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