Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

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giovedì 19 novembre 2009

Bambola di pezza di PIETRO VIZZINI

Questa notte il buio,
tra le mie dita
cera colata di candela
ora accesa, ora consumata.
Lambiva una tenue luce
posata tra i cuscini
porcellana rosa,
viso gentile
labbra appena accese,
sembrava una bambina.
Tra giochi e abbracci
stringeva a sé
annodati come lacci
i suoi capelli chiari,
la bocca inaridita
senza il sorriso
cantava la sua nenia infantile.
La ricordo ancora adesso,
bambola di pezza
cucita, ordita per il silenzio
rinchiusa tra le ombre,
sguardo di stoffa
lacrime inzuppate
sulla sua pelle
di cotone azzurro.
Restava in attesa
di un altro schiaffo ancora
“eccolo, adesso….
no è solo un rumore,”
passi che arrivavano svelti
colpi sferzati
violenti sulle ginocchia,
sangue dalle labbra,
un’ombra allo specchio
dietro quella tenda
odore di muffa,
veloce il suo respiro
boccheggiava di dolore
congelando aiuto.

Se potessi un giorno
diventare di porcellana
delicata e fragile,
potresti dire
di essere amata.


Questa poesia può avere diverse chiavi di lettura, quello che io ho voluto esprimere è il dolore di una violenza ad una bambina. La bambola di pezza è una metafora che rappresenta sia l’oggetto in se stesso come bambola compagna di giochi e soprattutto persona, trattata con violenza da qualcuno che è il suo incubo. Ma il suo desiderio più grande è quello di diventare come una bambola di porcellana, che nella sua delicata fragilità forse può essere trattata con amore.


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15 commenti:

  1. mi piace la tua scrittura poetica, mai invadente nell'affermare il verso

    pino de stasio

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  2. Una metafora molto versatile, che al di la della storia di violenza e desiderio di amore riporta a storie di riscatto femminile. Come sempre la forma ed i termini utilizzati da Pietro rendono la lettura piacevole e coinvolgente dando una sensazione di vissuto.

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  3. Grazie Pino, sono contento che ti piace il mio modo di poetare, un caro abbraccio.

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  4. Grazie Massimo, per il tuo prezioso commento, e per l'accoglienza che ricevo in questo splendido blog.

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  5. La ricordo ancora adesso,
    bambola di pezza
    cucita, ordita per il silenzio
    rinchiusa tra le ombre,....

    La pedofilia, il tema è importante e purtroppo sempre attuale. L'orco è dietro la porta (la porta di casa, quella porta che dovrebbe dare sicurezza), pronto ad azzannare la piccola indifesa. Soggiace alla violenza, che altro puo' fare una bambola di pezza, ma il suo cuore si spezza!
    Un colpo al cuore questa poesia, Pietro, trafigge l'animo come solo le poesie piu' belle riescono a fare. Complimenti.

    Ho postato insieme una canzone dei Gemelli Diversi che tratta lo stesso argomento e mi è sembrata molto attinente.

    Buongiorno Amici dell'OASI e benvenuti come al solito :)

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  6. Buongiorno Ros. Attenzione io non ho parlato di pedofilia, ma di violenza in genere, poi ognuno può interpretarla a secondo del suo modo di vedere le cose. Comunque il tema della violenza sui bambini è importante e averlo affrontato in versi, è una cosa che mi fa molto riflettere. Grazie a chi vuole esprimere il proprio commento.

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  7. Io ho compreso nella violenza quello piu' efferati e cioè gli atti di pedofilia ai danni di bambini che per il 75 per cento si consumano dentro le mura domestiche.
    Ciao Pietro :)

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  8. Avevo avuto già la fortuna di leggerla questa poesia intuendone il contenuto e l'ermetismo in essa racchiuso. Ebbi a parlarne con un altro poeta, Gabriele Nocera, ai più gia' molto conosciuto, e ci trovammo d'accordo sul soggetto e i suoi derivati che erano appunto quelli che oggi l'autore, il mio carissimo amico Pietro, ci svela.Che dire, quando si toccano argomenti cosi' delicati, così efferati, cosi' malvagi a noi papa' ci vien da inorridire e penso che se facessero ai propri figli queste cose, dove potrebbe arrivare la psiche ...Ritornando alla poesia non è da tutti scrivere in un ermetismo tanto perfetto senza mai usare paroloni che sanno di orpelli ma come se tutto fosse celato allo spegnersi e consumare delle candele oppure al buio procurato dalle tende in una stanza che vorrebbe diventare quella dell'oblio e che invece racchiude un corpo che fu ed ora è diventato Bambola di Pezza. Grande poesia Pietro, il commentarti è una gioia... Un abbraccio. Ottima sia la figura della Bambolina di pezza e sia la musica dei Gemelli diversi. Un plauso per le scelte.

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  9. Come ebbi a commentarti e come giustamente cosi ben descritto da Bruno, questi versi avvolti da un velo impregnato di metafora hanno molteplici chiavi di lettura ma la certezza comune è una profonda sofferenza.
    Bellissima e profonda.
    Ti rinnovo i complimenti e ti abbraccio.

    Gabriele Nocera

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  10. Carissimi Ros, Bruno e Gabriele, grazie dei vostri commenti, è un piacere essere apprezzato da persone come voi, un abbraccio.
    E' come dici tu Bruno: " Ecco un altro fiore nel bucale di questo blog"

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  11. Ma caro Pietro, questa è una poesia vera e anche difficile, ci vuole molta attenzione e molta preparazione per individuarla e come ho scritto è stata oggetto di discussione tra di noi a Napoli per arrivare al giusto filo logico che poi era quello giusto da Te svelato...Siamo un pochino smaliziati. Vuoi anche tu una rosa nel bucale... rimarra' frase celebre e mi fa piacere che ti sia piaciuta al di la di ogni significato.. Un abbraccio Pietro

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  12. Una poesia dolorosa e vera!
    Alla prima lettura e anche alla seconda e la terza, ho ravvisato subito la violenza stupida e gratuita ai danni di una bambina.
    Forse perché tornando indietro nel tempo rivedo le violenze subite in orfanotrofio: mi era stato tolto il nome, il sorriso, l'amore, il gioco...
    La superiora mi terrorizzava e come me anche le altre piccole bambole compagne di sventura.
    La mia unica bambola mi fu subito sequestrata e restò per almeno cinque anni sull'armadio più alto dell'istituto. Quando me la ridiedero(avevo circa nove anni) le feci il funerale: la mia bella bambola era morta, divorata dai tarli e dagli acari della polvere...!
    poi mi rannicchiai come un feto in un angolo e rifiutai il cibo e la parola... non avevo carezze e perciò non sopportavo il contatto. strillavo se qualcuno si avvicinava a me.
    Finché la priora alta segaligna asettica e gelida non m'afferrò e fui malmenata e castigata!
    Ricordo che dal terrore mi feci la pipì addosso: fu la prima e l'ultima volta.
    Giurai a me stessa che mai più nessuno m'avrebbe rubata la mia dignità!
    Scusa Pietro, ma nella tua "Bambola di Pezza" ho letto la mia storia...
    Grazie, ti abbraccio forte forte
    Maria

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  13. Maria, la tua storia porta le lacrime inzuppate della bambola di pezza, hai raccontato qualcosa che ha segnato la tua infanzia, privata del rispetto, degli affetti e della dignità di bambina. Grazie per aver espresso il dolore che porti dentro di te. Ti abbraccio forte.

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  14. Maria, grazie per la tua testimonianza, mi ha toccata molto. Sappiamo e conosciamo determinate verità che ci vengono raccontate da adulti che hanno subito il tuo stesso trattamento ma certo viverle sulla propria persona é sicuramente - senza cadere nella retorica - un fatto di una gravità inaudita, un dolore che ti segna per sempre. Mi piace molto il modo con cui hai reagito: 'nessuno mi toglierà più la mia dignità'! Solo una bambina di nove anni che ha subito quello che hai subito tu poteva avere questa reazione. Grazie di cuore ancora. Un abbraccio.

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  15. Grazie Ros.
    Hai ragione: il dolore segna per sempre! o ti distrugge o ti rende forte come una roccia.
    Nei miei anni tormentati nel malsano orfanotrofio (ci ho rimesso la salute)sono stata salvata dalla Fede, dalla Speranza, dalla mia grande sete di sapere (adoravo lo studio)e dall'amore per l'arte e la poesia, che mi sono rimasti appiccicati addosso e sono la mia vita.
    L'episodio che ho raccontato in riferimento alla poesia di Pietro, è una quisquilia rispetto a tutti i miei giorni di dolore.
    Ti abbraccio forte, la tua sensibilità ti fa onore.
    Maria Savasta

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