Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

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domenica 25 ottobre 2009

Priggiuniera d' o'core di MASSIMO IMPERATO

Jesce 'a sta vita mia.
Muovete! Fa ampresso.
Truovate l'uscita. Vattenne.
M' è scumbinato 'o core,
l'è miso sott' e 'ncoppa
e mo nun saccio cchiù
manco addo sta 'a porta.
Truovate nu purtuso,
jesce nun sta cu me.
L'aggio capito
ca cchiù nun te ne 'mporta,
me guarde sempe stuorto
e me vuo' vedè muorto.
Ma a d'into 'o core
ancora nun si asciuta.
Allora saje ca faccio?
Te tengo priggiuniera
e moro nsieme a te.


Il napoletano oltre che essere una lingua ufficiale è anche un modo unico di esprimere e definire i sentimenti. Esiste un modo unico di esprimere e vivere gli affetti che vede il capovolgimento delle azioni connesse al sentimento, ovvero l'amore folle si esprime spesso con azioni di odio, rabbia o insulto e viceversa. E'emblematica la sequela di epiteti e parolacce che pronuncia una mamma arrabbiata con il figlio appena ritrovato, l'azione si conclude poi con un abbraccio ed un: "gioia 'e mamma"!


14 commenti:

  1. ben scritta, mi ricorda una delle parti di quei duetti classici tra la loren e mastroianni o sophia e eduardo. c'è qualcosa di leggero e qualcosa di tragico in queste parole. bella sorpresa in questa domenica mattina. grazie, massimo.

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  2. Saluto l'anonimo e ringrazio per il bel paragone usato.
    Ho scelto Pino Daniele, che saluto, non solo per la sua napoletanità ma per il testo affine, che ha vincito il Premio Tenco.
    Vi invito a centrare i commenti sull'uso del linguaggio utilizzato quando si vivono sentimenti estremi.
    Buona domenica.

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  3. beh impresa ardua commentare tanta prigionia.... innamorata ...di un cuore che si vorrebbe liberare del suo amore ma è ancora invischiato nel ricordo del sentimento che fu...che dire..tanta napoletanità rende appunto il linguaggio di un sentimento estremo di odio- amore che si ricompone nella prigionia di sè e nella coesistenza del conflitto stesso...grazie Massimo..davvero bravo
    Michele Marseglia

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  4. Caro Massimo, sono in partenza ma non volevo andar via senza leggere la tua (come al solito) bella poesia e brevemente commentarla. L'immagine del cuore trafitto ben rappresenta la drammaticità dei tuoi versi, quel cuore che diventa prigione di lei (di te) e della tua "magnifica ossessione".

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  5. Grazie a Gloria che riesce sempre ad essere presente centrando il messaggio dei versi.
    Michele ha dato una sua visione che non avevo mai valutato e scopro che è sicuramente attinente. Grazie.

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  6. E' un linguaggio forte, irruente, che spinge quasi ad allontanare la persona amata, per poi ritrovarla in un abbraccio immenso di gioia e amore. Un sentimento questo, che esprime nei tuoi versi un linguaggio di pura napoletanità. Complimenti Massimo. Grazie.

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  7. Ho sempre grande difficoltà a capire il napoletano mi sfuggoni di particolari Qualcuno vuole tradurla per me:-((

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  8. Solito dilemma di un rapporto teso, spesso per altri motivi dovuti alle incomprensioni e alle difficolta' correnti che la vita ci offre. Vorresti distruggere, annullare tutto, ma spesso e quasi sempre, le parole non dicono quello che realmente si cela in fondo all'animo. Duetto di una grande napoletanita' che si può ritrovare in tantissime commedie napoletane prima fra tutte in Filumena Marturano tra Eduardo e le sue partners, Da Titina a Regina Bianchi che sono state le piu' grandi, si poi i films con la Loren anche belli ma il teatro vero e proprio è quello.Massimo la tua radice è questa e prima o poi viene fuori. Io mi complimento di cuore con te e concordo che le persone amate non si cacciano mai, anche se per un attimo non le vuoi vedere sei subito prondo a tringerle e ad amarle più di prima, poi il napoletano è passionale...Bello il cuore trafitto da una moltitudine di chiodi e la canzone molto ad hoc resta cu mme di Pino Daniele interpetre.

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  9. Per l'amico che voleva la traduzione, letterale e non poetica pero'...
    Esci da questa mia vita, muoviti fai presto,trovati l'uscita, vattene, mi hai scombinato il cuore, l'hai messo sotto sopra e adesso non so' più neppure dove sta la porta. Trovati un buco, esci non stare con me,l'ho capito che più non te ne importa, mi guardi sempre storto...e mi vuoi vedere morto...Ma da dentro il cuore ancora non sei uscita,allora sai che facco: ti tengo prigioniera e... muoio insieme a te! ... Penso l'abbia tradotta parola per parola, Massimo non so' se ho fatto bene ma credo di si. Ciao

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  10. L'amore può rendere rosea una vita grigia ma se diventa struggimento, passione non corrisposta, fonte di dolore e amarezza non rimane che pregare gli dei per essere liberati da "questa rovina che mi divora l'animo" (Catullo). Ma si può comandare all'amore? Sicuramente no....ed allora "con te è dolce finanche morire". L'impossibilità di liberarsi di un amore, anche se costa sofferenza, è stato dal Poeta espresso con una lingua che contiene già nel suono la drammaticità del contenuto:musica di parole! ben sottolineata dalla musica e dalle parole di Pino Daniele
    Adriana Pedicini

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  11. Ringrazio Bruno per la precisa traduzione letterale.
    Pietro ed Adriana hanno colto l'uso del linguaggio per esprimere sentimenti forti.
    Comunque l'analisi di Bruno e l'accostamento con i grandi duetti teatrali napoletani mi gratificano tanto visto da quale pulpito provengono.

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  12. Devo confessare che faccio fatica a leggere la lingua napoletana, nonostante io sia un pugliese e quindi aduso ai dialetti (che sentivo però parecchi anni fa). E' vero fatico a leggere ma questa tua poesia l'ho letta!! tentando e ritentando! E quando ci sono riuscito (la leggevo ad alta voce, cercando nelle mie reminiscenze acustiche...De Filippo, Troisi...)ho semplicemente detto: "Che bella poesia!".
    Hai ragione Massimo, certe sfumature di sentimento e passione, malinconia e dolore, non possono essere che accompagnate da un lingua che nasce direttamente dal cuore: e questo, il napoletano, lo è, una lingua del cuore.
    Ciao (una chiusa magnifica e struggente).

    Francesco Palmieri

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  13. Caro Francesco ti ringrazio per lo sforzo che hai fatto pur di comprendere i miei versi. L'importante che ta abbia colto l'uso del linguaggio con particolare riferimento alla chiusa

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  14. Esci dal mio cuore e vattene, ma se non è possibile ti tengo prigioniera a muoio insieme a te... è disperato questo amore che non sa e non può concludersi, estenuante il rapporto che continua per forza di inerzia, senza l'amore corrisposto dell'inizio.
    La parole feroci che possono uscire dalla bocca di chi non è più amato dimostrano come l'amore si possa trasformare in odio, salvo poi, dopo lo sfogo, ricominciare a tentare di ricucire lo strappo.
    Bella, Massimo, soprattutto perchè scritta in napoletano, le cose più sentite si dicono sempre in dialetto...
    Salvina Albanese

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