Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

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sabato 17 ottobre 2009

SARA' IL MARE... di Michele Caccamo



















SARA' IL MARE...

Sarà il mare a soffocare
perché si incasseranno le acque
senza modi di vivere
i pesci diverranno incapaci
sotto a un gradino di gelo
arriverà la pressione
di dieci mila miliardi di notti
in una portata
e avremo freddo
e un’unica occorrenza d’amore"


Anticipare la fine, preannunciata per veggenze e simboli sparsi. Interpretarla e sentirne il peso, pur sapendo che dopo la fine ripartiremo dall'inizio, dal primo desiderio d'amore.





(Maria Adamini,Verso il futuro)

24 commenti:

  1. prefiguro la mia morte, la cosumazione lenta del corpo, prima di tonare ad essere particella universale. Una visione allucinata, ottocentesca, fedele a Baudelaire Rimbaud, fedele a Campana Guerrini, fedele al delirio, così dice Michele. E in questa poesia prevede un futuro prossimo abbastanza apocalittico. Ma c'è un'unica occorrenza d'amore.Da cogliere,e che forse ci ridà speranza nel futuro. Poesia dura e travolgente, nel sua visione non religiosa ma credente,cme lui stesso dice.. Di un credo particolare, di cui potrete discutere.
    Benvenuti ,amici, nella nostra oasi....

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  2. meraviglioso viaggio dell'anima da terra a cielo, ad infinito, a morte, ad Apocalisse...e tutto questo attraverso Amore.
    complimenti! bellissima!
    Elisabetta

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  3. meraviglioso viaggio dell'anima da terra a cielo, ad infinito, a morte, ad Apocalisse...e tutto questo attraverso Amore.
    complimenti! bellissima!
    Elisabetta

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  4. In un'altr poesia Michele dice:
    sarà da lì
    per l’intero cono del cielo
    che scivolerò
    come un tronco
    e potrò delimitare lo spazio...
    essere un ago nel pianeta
    lo spartivento
    e potrò salire al sole
    con il fuoco tra i denti
    e un faro d’oro tra le dita

    Non mi pare, che questi e i versi finali, testimonino un viaggio dell'anima dall terra al cielo, mi sembra piuttosto che ci dicano di un ritorno al mare dell'essere, attraverso un percorso ignoto, che è dell'esistenza individuale e del tratto dopo la morte. Un ritorno al Tutto, all'Essere dall'exsistere. Forse si può arrivare ade essere un ago nel nostro pianeta e salire verso il sole.O restare come particella della Terra, eternamente immobili come un camposanto. Così io la leggo e non vi vedo Fede nè Speranza in un Cielo con la presenza di un dio d'amore...Poi Michele ci potrà dire se crede nel soprannaturale...

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  5. Da guardare con attenzione il dipinto di Maria Adamini, e tutta da godere la splendida canzone di Violeta Parra,cantata dalla grande Maria Sosa, un inno alla vita

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  6. Una poesia in cui..mi muovo con timore....so quello che ci accadrà..ma mi piace....viverlo senza pensare che avremo freddo!!! Non riesco a comprendere,x mio limite,la canzone della Sosa..o,forse, la poesia stessa!!!questo,però, non mi impedisce di apprezzare la tua opera!!!

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  7. Le parle di Violeta dicono, Rosy: Grazie alla vita,che mi ha dato tanto...

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  8. Francesco Palmieri

    Di Michele ho scritto già diverse volte, lui conosce la mia stima e il mio apprezzamento; sa cosa in genere scrivo di ogni sua nuova poesia.
    Non si può non sottolineare la levigatezza del suo verso, ogni nome, ogni aggettivo, verbo, non potrebbe avere una "collocazione" migliore di quella che lui stesso decide. Ritmo e musicalità sono binari conosciuti al lettore della poesia di Michele.
    Ma la poesia non è solo parola, la poesia diventa esercizio calligrafico, se non si coniuga all'emozione e alla cognizione (la visione del mondo che dirige il senso filosofico, intellettuale), e nella poesia di Caccamo se ne trova una felicissima sintesi: la purità formale veicola un sentimento profondo dell'esserci, una visione a-religiosa dell'esistere, del destino umano nel Mondo. E' la sua, una lirica del dolore, del confronto senza riserve e nascondimenti con il vivere, un incidere con un puntale di ferro "il grido metafisico dei vivi". Con Michele, l'invasività del quotidiano, l'orizzonte claustrofobico di un presente storico insufficiente - quando non miserabile - apre squarci, vedute, cortili d'infinito. E qui l'Apocalisse è intesa nel suo senso più autentico: non cataclisma orrorifico e spettacolare ma Visione, "Trasformazione", metamorfosi della Terra e delle sue creature, sotto il segno di "quell'occorenza d'amore" che sembra sia stata la Genesi.
    Ciao

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  9. Antonio Lanza ha detto...
    I colori, le figure del quadro perfigurano l'ignoto come la poesia di caccamo. Vita, morte, il non ritorno non si confondono in un esercicio letterario, vanno nel profondo, esprimono una sua visione apocalittica, sulla scia dei poeti e letterati dell'ottocento. La realtà nostra è anche tutto questo, ciascuno di noi si esprime con la formazione che raggiunta. La scelta della canzone : grazie alla vita mi apre altri spiragli, mi fido del mio intuito. Nell'animo del poeta scorgo anche la speranza.

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  10. Occorrerà riconoscerla, sentirla quell'unica occorrenza d'amore, perché la vita riprenda. Soffocata e nascosta nelle notti infinite... il tempo. Nel tempo, no, non vita e morte, ma vita in forme diverse; no, non il nulla, ma il confondersi nelle forze incombenti forse oscure e ostili della natura; i vivi possono avere freddo, immobili e ciechi; ma conservare la vita che nel freddo nel buio nella totalità della prigionia possa ritrovare il primo nuovo sorso d'acqua, gocciolato chissà da dove, per riscrivere la storia del mondo.

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  11. il commento di sopra è di MANLIO, scusate, sempre distratto, ma della casualità facciamo occasione per dire una parola a proposito del dipinto e della canzone, entrambi sulla vita, apparentemente il contrario di ciò che sembra a un prima lettura della poesia di Michele, che certo non è un "inno" alla vita come banalmente siamo abituati a considerare, ma nei suoi versi c'è una considerazione profonda e filosofica della vita nello svolgersi infinito della natura.
    MANLIO

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  12. bellissima...il mare come immagine del tutto e del niente, della vita con le sue partenze ed arrivi..si avverte come una tragicità che fluttua nelle acque del destino, complimenti. Tatiana

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  13. Si, come lirica è anche bella per carità lo si evince dalla lettura, dalla analisi, dall'immagine totale che porta a riflettere.Ma non ci possiamo appellare alle profezie di Michel de Nostradamus ne' farne fede, ma prendere giorno per giorno quello che ci da' la vita e ringraziarla come la canzone postata dice. In quanto alla fine del mondo, con il ghiaccio e il freddo, incassettati in un blocco, che differenza fa, quando è finita è finita!Noi dovremmo essere tutti convinti che nel momento in cui si nasce siamo destinati alla morte.Complimenti

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  14. Nessuna profezia Bruno, anche se a volte la paura è profetica. Facciamo parte di una natura universale prima che terrena. Il tuo accostamento nascita-morte appartiene a una concezione esclusivamente fisica della vita, che comunque non mi appartiene. Francesco riesci sempre ad andare oltre l'apparenza della parola, segno della presenza di un sentimento guida che ti porta a considerare ben altro in questa esistenza. Avessimo, tutti fermo il senso dell'amore, vero Elisabetta?, conosceremmo l'altro valore: metafisico. Il mare è per questo la piattaforma, la ricchezza pura, l'apocalisse, Antonio, il ciclo che ci ripete.

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  15. ho dimenticato la firma
    Michele Caccamo

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  16. avrei tante domande da fare a Michele, sulla metaisica, perchè l'espressione 'valore della metafisica, si presta a varie interpretazioni, come la fisicità....Ma è certo che nella ciclicità è compresa la rinascita, la trasformazione...

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  17. La fine di ogni cosa è un pensiero agghiacciante che in questa lirica si perde nel mare e nei suoi pesci.

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  18. Non mi sembra molto appropriato l'accostamento tra quanto è espresso, nella poesia e nella visione del mondo di Michele, alle profezie di Nostradamus, sia per quanto riguarda la pulizia formale della lirica, sia per quel che concerne una weltanshaung che non ha niente di profetico e che sia io che Francesco abbiamo cercato di spiegare nella maniera più chiara possibile. Ma il testo risulta travisato,Bruno, perchè Michele non fa alcun riferimento esoterico
    nè parla di religione in senso fideistico e escatologico

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  19. Condivido l'opinione di Gloria, non mi sembra che la poesia di Michele possa essere ridotta ad una riproposizione banale di Nostradamus. Credo più che debba cogliersi il senso dell'amore, che riscrive la storia del mondo, Non è un appuntamento con la profezia, ma una visione certo disorientante e che però dà anche un senso nascosto e una direzione.

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  20. Devo dire che faccio un po' fatica a commentare questa poesia, la trovo molto apocalittica anche se alla fine sarà l'amore a salvarci e da li' dovremmo ripartire.
    I primi versi sono un pugno nello stomaco e non capisco se tutta questa negatività sia autobiografica di uno stato d'animo dell'autore. Forme Michele potrà spiegarmi meglio.

    'Verso il futuro' il quadro della Adamini é molto significativo. Belli e delicati i colori e poi i tre soggetti che sembrano al' di là del quadro stesso, proiettati già oltre, verso il futuro appunto!

    Gracias a la vida di Mercedes Sosa é assolutamente un cult da ascoltare con gli occhi chiusi, m e r a v i g l i o s a!!

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  21. L'amore è l'unica opposizione alla rovina come inesorabile vicenda di logoramento e cancellazione delle forme naturali, infine, come -ovidianamente-infinito scambio di stato di tutte le cose o permutazioni dei contorni stessi della terra e del mare. Essere mare là dove fu solida terra e terra formata dal mare. Una osservazione poetica come un'istanza di morte, una trasmutazione superficiale di una sostanza permanente, presentandosi come distruzione, in quanto misura e paradigma il proprio stesso destino "e avremo freddo e un'unica occorrenza d'amore".

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  22. E c'è trasmutazione, hilde, Ros, freddo come nelle previsioni di molti ecologisti e ambientalisti...E nel rischio del fututo, un'unica occorrenza l'amore...

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  23. Gloria, la poesia l'ho capita ma la mia 'domanda' era un'altra. Mi aspettavo che l'autore stesso mi rispondesse, pazienza, grazie lo stesso.

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  24. Perdonatemi se non ho risposto prima, ma in questo periodo ho difficoltà a seguire il blog.
    Riguardo la poesia: è sicuramente il mio stato d'animo ma derivante dall'infezione psichica a cui siamo sottoposti nella vita. A mio giudizio siamo sul punto di dover chiudere un ciclo, eccessivamente violento e materialista. Ci renderemo conto sul punto finale della necessità d'amore, ma non è detto ci sarà ancora del tempo. Apocalittico, Catastrofista? o più semplicemente osservatore dell'umanità, consapevole della possibile autodistruzione.
    Michele Caccamo

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