Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

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domenica 4 ottobre 2009

URLA DI OMBRE (Auschwitz Birkenau) di Pietro Vizzini

Nel buio dei vagoni
vomitano urla di ombre,
profili spogliati di luce
con incedere lento
arrivano alla rampa,
da quì noi separati per sempre.
Bucano la terra del campo
lacrime di occhi spenti
solo fazzoletti di stoffa
ricordi precedenti,
lontano dalle baracche
spingono carretti a mano
con il fango alle ginocchia,
dietro un filo di spine
trovo nascosto il cielo
spruzzi di neve
soffio di zyclon b,
quest’odore acre e intenso
consuma il lamento
di madri che alzano i bimbi,
allineati e stanchi
crollano macerie di ossa
che si riabbracciano
nel giaciglio della fossa,
trafitto dal tormento
della mia corteccia spogliata
brandelli sparsi e fango
e corpi dall’inferno flagellati,
fuoco perenne
"Cenere"
frammenti di dolore
che si riversano nel tempo
come ricordi mai dimenticati.


Arrivavano ad Auschwitz i vagoni carichi di gente, ormai senza nessuna identità, questa lentamente veniva accompagnata alla piattaforma per essere separata, e tra le lacrime moriva la speranza, soltanto un fazzoletto di stoffa poteva essere tenuto come ricordo delle proprie cose. Lontano dalle baracche spingevano con il fango alle ginocchia carretti a mano, il cielo si poteva scorgere dietro il filo spinato, le madri alzavano in aria il più possibile i bambini, tentando di non fare respirare loro quel gas velenoso che veniva disperso dalle bocchette delle docce. Gettate nelle fosse comuni, quelle ossa finivano nel loro ultimo abbraccio comune, mentre i corpi straziati venivano bruciati nei forni crematori… rimaneva soltanto Cenere, frammenti di dolore riversati nel tempo come ricordi che non si devono dimenticare.
Nei libri di storia si legge in maniera lucida, la sofferenza e il dolore che hanno fagocitato gli uomini deportati nei campi di sterminio nazisti, io rimango allucinato, sconvolto dal pensiero che tutto ciò sia potuto accadere, ho cercato di descrivere la realtà di un incubo, io forse piccolo poeta, o piccolo uomo, che sogna la pace nel cuore degli uomini.




(Foto di Giancarlo Fattori)

23 commenti:

  1. io nn scrivo poesie e ne mi accingo a scriverle pero' le apprezzo quando le leggo , sono per me l'aria che respiro, cibo per la mia anima, nn posso farne a meno. grazie a voi scrittori e poeti che ci allietate la vita.
    un abbraccio
    elvira cecio

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  2. Bella e tremenda poesia che ci riporta all'orrore dei campi di sterminio, orrore che non deve essere mai dimenticato, perchè non si ripeta e perchè chi ha tanto sofferto ha diritto almeno al ricordo perenne.
    Mi hai fatto ricordare la canzone, credo dell'Equipe 84 che faceva così:
    Son morto, ch'ero bambino, son morto con altri cento, passato per un camino ed ora sono nel vento...nel vento, tante persone, ma un solo grande silenzio...
    Grande la tua sensibilità, grazie Pietro
    Salvina

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  3. Cenere"
    frammenti di dolore
    che si riversano nel tempo
    come ricordi mai dimenticati.

    Sono parole di una poesia civile, epica, dura, che ha il coraggio di descrivere episodi orrendi commessi da uomini nella storia recente. , Pietro dice 'cenere, ricordi', ma ancora oggi avvengono cose simili, fatti orrendi. Non abbiamo imparato, noi che dovevamo evolverci. e siamo rimasti all'infanzia psicologica... Che la poesia di Pietro ci serva di monito, per non chiamare con altro nome eventi simili, o comunque orrendi. ma siamo sempre bravi a trovare giustificazioni.. Il sogno di pace di alcuni non è mai morto...

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  4. Benenuti nella nstra oasi.spero che la belissima poesiadi Pietro invogli a discutere a ricordare...A aver resente la storia,che è di ieri e di oggi...

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  5. Il groviglio di anime alla deriva è tutto quello che rimane di quel buco nero spaventoso della storia europea, di quella vergogna umana in cui si riflettono tutte le vergogne umane del mondo, i genocidi, le bombe atomiche, le repressioni, la guerra. Mi piace molto questa poesia perchè è fatta con la stessa sostanza di cui è fatta questa memoria: cenere, ossa, macerie umane. Necessaria.
    Giancarlo Fattori.

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  6. “…da qui noi separati per sempre”! Nella semplicità di questo verso c’è tutta la storia di un popolo decimato dalle persecuzioni, un popolo simbolo delle tante, continue distruzioni di bambini, donne, uomini in tutto il mondo. Sempre. Ricordate “I quaranta giorni del Mussa Dagh “ di Franz Werfel? Racconta del progetto di deportazione e sterminio degli Armeni cristiani perpetrato dai Turchi e dai Curdi nel 1915. Un gruppo di sette villaggi armeni situati alla base del monte Mussa Dagh, circa 5000 persone, decidessero di opporsi con le armi allo sterminio e riuscirono, asserragliati sul monte, a resistere agli assalti turchi per 40 giorni prima di essere salvati da una spedizione navale francese. Qualcosa di analogo accadde anche nel ghetto di Varsavia. A proposito, un paio si giorni fa è morto a 90 anni Marek Edelman, l’uomo che guidò la comunità ebraica contro i nazisti.
    Qui, Pietro, che sempre mi stupisce (non nel senso che non me l’aspetto, ma nel senso che resto muto nell’ascoltare leggendoli i suoi versi meravigliosi), sembra faccia scorrere una macchina da ripresa nel lager e ne emergono immagini agghiaccianti, come - è vero - siamo “abituati” a vedere in tanti film, ma rese qui non ritmo incalzante e parole che lacerano il tessuto dell’indifferenza, la nostra innegabile indifferenza a ciò che ogni giorno accade di tragico nel mondo, provocato dall’uomo.
    Dice bene Pietro: sono frammenti di dolore, quanto vivi ancora nella memoria di chi, come lui, la vive e la descrive come se oggi, in questo momento ne avesse la prima sconvolgente allucinante visione.
    MANLIO

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  7. ERRATA CORRIGE: DECISERO (non decidessero); CON RITMO (invece di non ritmo)
    MANLIO

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  8. Ecco in poesia un'altra pagina di storia. Secondo me una delle più tristi. Ricordo i racconti della mia maestra alle elementari: le venivano giù copiosi lacrimoni quando ci parlava dei campi di concentramento. Solo dopo ho capito che ci stava insegnando a leggere il senso profondo della storia umana. Ci stava dando lezioni di 'sensibilità'. Tu, Pietro, hai riportato in versi delle scene terribili e vere. Sei maestro!
    Complimenti mio caro!
    Rita Pacilio

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  9. Caro Pietro, noi abbiamo avuto modo di parlarne su questa poesia.Ricca di immagini, tremende nel loro contenuto, per quello che ci hanno tramandato la storia ed i vari documetari si rivedono quelle scene attraverso i tuoi versi. Noi genitori rabbrividiamo al solo pensiero di vederci strappare i figli di pochi anni, se non mesi e come vittime sacrificali offrirli al volere di un despota alienato mentale, criminale.Come al solito nella esposizione dei versi e nel linguaggio sei perfetto, delle immagini abbiamo detto, cosa vuoi di più per essere un grande poeta senza bisogno di sotterfugi? La tua poesia è così limpida che incanta. Bravo Pietro, sono felice di essere tuo amico.Bellissimo il tuo quadro Urla di Ombre , io aggiungerei Olocausto e la sonata 57 di Chopin suonata da Benedetti Arturo Michelangeli. Una perfetta simbiosi. Grazie Pietro

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  10. Siamo un po' tutti commossi a sentir rievocare queste immagini di orrore, come quando vedemmo per la prima volta i documentari dei campi di termini.. ma non dimentichiamo altri campi oggi, quando non dovrebbero esistere più orrori, ma solo pace e ideee di liberazione...individuale e collettiva

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  11. i treni continuano a trasportare orrore, sotto i nostri occhi che, ora come allora, non vedono per non impazzire.

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  12. Caro Pietro concordo con quanto hanno detto gli amici prima di me. Riporti nei tuoi versi, trasparenti e fluidi, l'orrore di quegli anni bui, quando il fiume torbido dell'odio travolse i cuori, sì che non avessero misericordia di tante creature. Mani rapaci agitarono il vortice cupo della morte mentre bianche anime innocenti salivano al cielo tra la caligine dell'acre fumo.
    Grande memoria la tua poesia, mentre ancora tace il coro degli uomini ad evitare il ritorno di tanta tragedia umana.
    adriana pedicini

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  13. Ogni volta che rileggo questa poesia ho i brividi. E, come ogni volta che si accenna a questi episodi terribili della storia, provo vergogna di appartenere al genere umano, capace di tali crudeltà verso i propri simili. E si riaccende la paura che tutto ricominci, prima o poi, perché la stupidità umana non ha limiti o memoria. Poi, mi ricordo che per fortuna esiste anche tanta gente sensibile, come i poeti ospitati in questo blog, che prova orrore per cio' che è stato, e mi dico che forse c'è qualche speranza per l'umanità. Grazie Pietro.

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  14. Anche per me la poesia e' il nutrimento per l anima!Spesso cerco di riempire delle pagine vuote con le emozioni che ho nascosto dentro l anima,ma tutto si ferma li...forse per paura di leggermi dentro!Un abbraccio!Sei grande!

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  15. Miei cari amici vi ringrazio moltissimo dei vostri commenti, ripeto anche a voi, come ho fatto con una splendida amica della comunità ebraica che ho conosciuto di recente, il motivo che mi ha spinto a scrivere questa poesia e a parlare di un argomento così doloroso. Quando ero bambino piangevo moltissimo guardando le scene che trasmettevano i film sulla deportazione degli ebbrei, ero rimasto colpito dall'enorme atrocità subita da questi uomini, dentro la mia mente ho rivisto il dolore protrarsi nel tempo, come un lamento alitato dal vento nella mia coscienza. Non avevo mai trovato le parole adatte per esprimere la mia rabbia, urlare a voce alta la vergogna per quegli uomini che hanno tentato di cancellare la memoria di un popolo. In questi versi, la mia terribile visione di un tempo che ha lasciato un marchio indelebile nella mia coscienza. Oggi nel mondo accadono altre atrocità, altre urla di ombre che dobbiamo cercare di ascoltare.....

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  16. Un componimento in "bianco e nero" in cui Pietro realizza una "regia" esemplare. Scene nitide colgono il dolore ed il dramma dei campi di concentramento, la sofferenza degli ebrei che smettono di soffrire solo quando si riuniscono con altre ossa nelle fosse comuni.
    Una lettura quella di Pietro Vizzini che arricchisce sempre.

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  17. Ho avuto già occasione di apprezzare sinceramente e profondamente questa tua poesia. Il tuo impegno civile e umano, anche da poeta, è encomiabile, oltre che raro. Ed è un gran peccato, perchè quelle pagine di storia grondano ancora lacrime, ancora sangue. Ero bambino ed ho assistito alla deportazione nel mio quartiere, a Napoli, con stupore e raccapriccio. Molto più tardi ho saputo...

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  18. Orrore e raccapriccio. Pietro ci hai dato queste sensazioni forti, con sapiente regia, come se vivessimo oggi queste storie.. e ci sono ancora credetemi..Non così di massa, ma ci sono.. Memento, homo...

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  19. "Cenere"
    frammenti di dolore
    che si riversano nel tempo
    come ricordi mai dimenticati.

    Mai e poi mai bisogna dimenticare la tragedia della shoah come tutti i genocidi passati e presenti nel mondo.

    Tutti i giorni nel mondo assistiamo inebetiti e inermi a tragedie. Tutti i giorni muoiono 1 milione di bambini per la fame, anche questo é un genocidio.

    'Oggi nel mondo accadono altre atrocità, altre urla di ombre che dobbiamo cercare di ascoltare.....'

    La tua poesia é bellissima caro Pietro ma le parole che hai scritto nel tuo commento mi hanno colpito al cuore. Grazie

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  20. Bellissima caro pietro.........la leggerò ai miei ragazzi perchè la stoia serve ad insegnare loro a guardare indietro per scegliere domani,sono ragazzi stranieri e per loro la crudeltà e lastupidità è pane quotidiano ....grazie

    annamaria fulgione

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  21. Dedicata a te Pietro Vizzini, e ai 6 milioni di persone estinte, alla nazione d’Israele, agli anziani ancora tatuati , a noi e ai nostri figli, a voi e ai vostri figli perchè non accada di nuovo!

    LA SHOHA (Haulocaust)

    La mia mano, una candela accende .
    la mia mano sei milioni accende....qui
    stelle di ogni notte, valz d`amore e
    valz , visioni di vita fummo ...ora siamo .
    Sorrisi acccesi, luce intensa ancora viva
    occhi graffiati non chiudo, li sono seduta
    fra voi stelle, il vostro respiro e il mio .
    si condensa un brivido nel tempo
    la mano ravviva con cura il lume, oh luce
    Tu !Voi ...lasciate al cielo tutte le stelle !
    Lume di candela, intreccio, pianto di vite
    ombre di cuori errati, diffamati, dissanguati
    cori , echi , corpi deframmentati
    ceneri, farfalle grigie sorte a morte
    battono ancora larghe ali di sangue.
    Anime senza respiro sposate a corpi
    che respirano croste di fumi umani .
    Pioggia abbatte cenere sulla mia pelle
    un tappeto umano di 6 milioni.....solo sei ?
    Sei milioni , soli non furono , ....sola sono.
    sei milioni di prighiere, lacrime sterminate
    senza il tempo di volare e baciare la terra.
    ogni secondo mille corpi calpestati..poi...
    come tutto riciclati , gettati , cremati .
    Ossa torturate accolte da generose fosse
    fosse scavate da vivi morti, morti vivi,
    vene gonfiate d`assenza....nudi e pelle
    pelle squarciata , pelle solchi di ferite.
    Schricchioli di carrelli porta e butta corpi,
    meccanismo d`estinzione, doccie di gas
    per ogni cuore che batte , un`onda
    massacrante s`imbatte su scoglie rosse .
    Bang ,!bang bang bang ,BANG! piu veloci !
    Fiamme , fango , ghiaccio soli amici .
    Cuori scheggiati , schiavitu....Oh lume !
    Lume travolgente non morire con me .
    Ogni diritto abolito, ogni accesso proibito:
    nessun posto dove fuggire, nascondersi ,
    amarsi , protteggere occhi rassegnati ,
    occhi in urla " Mamma , Papà , Figlio mio ;
    Bambini , Nonni , Nonne , Fratelli , sorelle ;
    Zii , Zie , Cugino , Cugina ....AMORE ! "
    Vagoni , gabbie di odori , aria putrificante ;
    gabbie per prede , cuori Innocenti , Innocenti !
    Juda Juda, Juda JUDAAAAAHHHH !!! Attesa
    Tutti uguali, bambini d`animo e di vita,
    inestinguibili stelle, schizzi di luce, al buio.
    Anime tatuate, numeri senza identità
    uniformi a righe, stelle di Davide.
    Rubate le nostre case, le nostre vite, sogni;
    rubate assieme ai denti d`oro, la nostra dignità
    derubati, sterminati, noi, frutto di evoluzione
    impiccati in fumi ed incenzi dissolti nei cieli
    cielo azzurro, scuro ed annebbiato tale
    ai portatori di stivali ed uniformi e fucili
    bastoni, corde, fruste, bottoni ...si bottoni
    Inerte dinanzi alle vesti eleganti dai bottoni
    rimasero la mano di DIO, la vostra,
    Mano dell`umanita! Fredda, indifferente.
    Noi? Come voi? Figli di DIO? Quale DIO?
    Fummo polvere spolverata, gesso cancellato
    cancellati da ogni pensiero e memoria .
    Memoria di CHI? Dalle memorie di tutti gli DEI.
    Lontano nel tramonto del sole Speranza;
    HATIKVA.Due soppravvissuti ? Duecento?
    Quando si dissolve lontana l`attesa alla riva,
    sboccia in un labirinto il mare nell`alba
    alba e mare, si baciano, fusione d`amore
    due o duecento stelle soppravvissute ai forni
    Hatikva, pace, nazione, lume mio rimane
    ora Lincanto del deserto e ardente calore
    lontana scompare la riva di sangue, cenerentola
    resta l`attesa alla speranza della memoria
    il mare: il non poter dimenticare schiuma
    Schiuma di Haulocaust. E DOVERE!
    E Onore, e Rispetto, e AMORE!

    Scritto da Marialuce Carucci Lehan in ebraico, ( traduzione in Italiano di Marialuce Carucci)
    commento ai versi di Pietro Vizzini sull`Haulocaust

    Marialuce Carucci

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  22. Pietro, mi sono astenuta fin'ora dal fare un commento, perché i tuoi versi sono così puri, veri e tragici che ogni commento mi sembrava superfluo...!
    bisogna leggerla con i televisori spenti e con un salmo accanto... tacciano i pensieri inani e parli la coscienza.
    Anch'io da piccola ho pianto... Anna Frank era la mia amica del cuore, tenevo il suo diario sotto il cuscino e i suoi amici erano diventati i miei... Quante angosce e quante lacrime...!
    Mi sono decisa ora nel leggere lo stupendo commento poetico di Marialuce: è vero che il dolore da la conoscenza e le più belle poesie sono generate dal dolore...!!!
    Pietro, i tuoi versi sono un capolavoro di poesia e umanità... da antologia! dovrebbe entrare in tutte le scuole...
    Marialuce, "fummo polvere spolverata, gesso cancellato... cancellati da ogni pensiero e memoria... dalle memorie di tutti gli Dei."
    sembra di leggere il doloroso lamento di un antico Profeta...!
    come può l'umanità continuare a ridere, sposarsi, giocare come se niente fosse mai successo e niente succede anche nei nostri giorni?!
    questo macigno ci schiaccia, gli innocenti gridano vendetta e solo i puri di cuore hanno diritto ad accedere nelle stanze di Dio...
    Vi abbraccio Pietro e Marialuce, con tanta tenerezza.
    Maria Savasta

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  23. A Pietro, MariaLuce e Maria...

    Quello, ho imparato dalla storia, film, libri, la mia amata compagna di adolescenci Ana Frank cui diario ho riletto mille volte.

    Ho pianto ancora e ho pianto ora per l'Olocausto e il genocidio di oggi. Caino uccidendo Abele continua. Fratello a fratello continua ad uccidere in nome di Dio o per conto del proprio ego.

    Lacrime e preghiere. Vergogna e orrore.

    Grazie Pietro, Maria Luce e Maria, non smettono mai di condannare lui attraverso la sua poesia...!

    Milagros Mendoza de Zamora

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