Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

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giovedì 1 ottobre 2009

Complice di Mario Scippa














(Rafael Olbinski -Embusterìa de la Palabra)



Complice

Parole nude, affiorono dal profondo, inutili.
Le farfalle volano cercando cristalli nei sogni,
e le fiamme nella foresta bruciano ali e tempi.
Barbari, mercenari, cannibali, preti e profeti.

Forma assente, vuoto, nella mente dilaga follia.
Silenzi assordanti sfondano i timpani, campane
di bronzo fuso dal fuoco dell'inutile guerra.
Nella mente specchi, pensieri brucianti di rabbie.

Poeta, taci? tu non puoi! la tua è Poesia. Illusione
e paura, mia, riflessi muti su pareti di gomma. L'orrore
invade il mondo; potenti, bellezze, orchi, del pudore
divoratori. Striscia, tranquilla, languida, la parola vestita.

Piccoli fiori senza più petali. Fragile gazzella, pelle
consumata dagli sguardi assetati di affamati leoni.
Il mondo guarda, il mondo sa, è complice e tace.
Vendute, le vendono morte nell'anima. Ed io, poeta?

Complice!


No! non posso commentare, non saprei se parlare della poesia o del contenuto.
Io sarei portato a parlare della, della forma, della bellezza di questa forma, per me nuova, ma non posso, perché la forza del tema è andato oltre la forma: il tema, l'atroce tema che è molto più importante della forma e di una probabile bellezza del testo di cui mi piacerebbe parlare.
Ma non sono un commentatore di fatti di attualità, non saprei affrontare quell'argomento. Meglio "tacere" meglio che parlino i versi, è l'unico strumento che ho a disposizione con cui ho potuto affrontarlo . Diversamente non saprei gestire un commento.Grazie (Mario Scippa)



11 commenti:

  1. Poeta, taci? tu non puoi! la tua è Poesia. Illusione e paura, mia, riflessi muti su pareti di gomma. L'orrore invade il mondo; potenti, bellezze, orchi, del pudore E' la guerra in tutto il suo orrore. La guerra,che, nonostante gli innumerevoli anni della storia, l'uomo continua a praticare. Sempre ingiustificata, sempre ingiusta. Come nell'espressione di Kurtz, nel libro di Conrad. 'Orrore,orrore'. Ricotdate anche Apocalipse now? No, il poeta non puà far niente, se non esprimere il suo orrore, denunciare con parole appropriate... Gloria

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  2. Per fortuna davanti all'apocalise l'animo sensibile del poeta non si rassegna e con tni duri, efficaci lancia i suo grido. Altro non può fare. Poesia profonda che richiama una cruda realtà, un grido verso i potenti poco illuminati che inseguono la distruzione dei sentimenti più puri. Il quadro e la musica che addolcisce i versi ci fanno ritrovare la pace nell'animo insieme alla speranza che emerge prepotente e salvifica
    Antonio Lanza

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  3. ...e i tuoi versi parlano, urlano, e, no, non sono complici, non sei complice. Leggendo i tuoi versi, seguirne le immagini abbaglianti, aprono l'animo allo scandalo. Manlio

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  4. Una poesia nella poesia. Da un lato la deprecazione della violenza e della brama di potere che genera conflitti e degrado distruggendo il mondo. Dall'altro l'impossibilità di tacere, perchè chi tace diventa complice e soprattutto un poeta o un animo poetico deve pronunciarsi e mettere il dito in una piaga mortale.
    Il nostro Antonio Lanza, da poeta sensibile quale si dimostra, affonda in maniera spietata il dito in questa piaga compiendo in maniera esemplare un grande atto di denuncia che smuove le coscienze. Dietro l'angolo traspare la pace come mostrano il bel quadro e la magnifica esecuzione di Keith Jarret (Un posto oltre l'arcobaleno)

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  5. Occhi di pietra e bocche serrate che urlano... Questa è la poesia che hai postato Caro Mario Scippa, se non erro mio conterraneo e di Massimo.Comunque la poesia è poesia ed è bellissima e ti do' ragione sulla tua affermazione che scinde dal contenuto, il contenuto lo si puo' discutere all'infinito del perchè e del percome delle guerre. Attraverso i libri di storia, tutto cio' che ci hanno insegnato e tramandato sono state sempre e solo guerre, fortissimamente guerre,cascata che alimenta il fiume e che non si ferma mai.Io penso che non servano le parole per fermare le guerre ma solo l'onestà e la fermezza d'intenti. Comunque tornando alla poesia il mondo guarda, il mondo sa', è complice e tace. Vendute, le vendono morte nell'anima. Ed io Poeta? Complice! Un atto d'accosa preciso e tremendo. Complimenti Mario veramente sinceri.Stupenda The raimbow (l'arcobaleno) ricamata al piano e il quadro di Rafael Olbinski con fogli e parole che volano e dunque persi... bellissimo anche questo.

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  6. I tuoi versi hanno parlato, hanno detto quello che volevi esprimere come poeta che denuncia con le proprie parole l'orrore della guerra che si appropria della vita dell'uomo. Mai tacere dinnanzi alla violenza generata dall'animo umano. Complimenti Mario.

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  7. Le parole, nue, vestite sembrano sempre povere e inadeguate a combattere l'orrore di un mondo sempre più in balia delle guerre, delle violenze...e l'inadeguatezza fa sentire il poeta complice...ma complice non è, mai, quando le sue parole i suoi versi, in questo caso forti e bellissimi, raccontano l'orrore in pennellate efficaci ed intense.

    Bravissimo Mario, la tua poesia MI PIACE, e davvero molto...e mi piace il suo dialogo con Oblinski, uno dei miei pittori preferiti, che in questo quadro sottolinea l'effimera volatilità delle parole, ma anche la loro pervasività...i fogli volano, e dal chiuso della stanza si spargono nel vento pronte a raggiungere chiunque le voglia leggere o ascoltare...e un posto sotto l'arcobaleno è la musicale, dolcissima speranza...

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  8. ma perchè parlate di Guerra? io non vedo nessuna guerra qua dentro,
    io vedo una forte denuncia fatta con il massimo della dielicatezza al dramma della pedofilia

    "Piccoli fiori senza più petali. Fragile gazzella, pelle
    consumata dagli sguardi assetati di affamati leoni."

    ditemi voi che c'entra con la guerra?

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  9. Buonasera a tutti, grazie per i vostri commenti e scusate se non mi sono fatto vivo prima, ma sono molto impegnato e mi sto collegando pochissimo.
    l'ultimo commento, dell'amico Anonimo, ha centrato la mia emozione di quando ho pensato a questo piccolo scritto.

    Mentre stavo scrivendo questo piccolo scritto, che faceva parte di una trilogia dedicata alla parola, insieme a PIETRA e ANIMA MUTA, (che potete trovare nel mio blog http://scippamario.blogspot.com mi è arrivato nella posta un video:
    La prostituzione infantile in Cambogia.
    L'ho visto. Ho ancora il vuoto nello stomaco.

    Stavo per pubblicare il testo che sfiorava proprio quei temi, e il silenzio della poesia e della maggior parte dei poeti intorno alle crude realtà in genere e a questa in particolare.
    L'ho inevitabilmente modificato all'ultimo momento. Modificando anche il titolo in COMPLICE, perché mi sento anche io colpevole di quello che accade in quei posti, colpevole del mio silenzio.
    Colpevole della mia parola scritta, sempre più vuota e vestita di nullità.
    Colpevole del mio non urlare tutti i giorni che ciò accade.
    Colpevole di non chiedere con forza alla comunità internazionale di intervenire subito e con determinazione.
    Perché le organizzazioni internazionali permettono che ciò accade,? dov'è L'ONU?
    Dove sono Gli Stati Uniti d'America, che si definiscono portatori di modernità e democrazia nel mondo?
    Dov'è l'Europa che si definisce un continente di grande cultura e di antiche tradizioni di grandi qualità morali?
    Perché si permette tutto ciò e non si mandono eserciti per porre fine a queste strazianti realtà invece di mandare ad uccidere soldati in guerre senza fine ed inutili?
    Forse qui non c'è da guadagnare intervenendo, e forse non è un problema nostro? è un problema lontano da noi?
    Oppure perché molti dei "clienti", porci e maiali, sono uomini potenti dell'occidente cui è meglio non disturbare?

    (chiedo scusa a quei poveri animali , ai maiali, che sono sempre nominati a sproposito)

    Amo scrivere, e dopo quel video mi sono sentito colpevole di scrivere di NULLA e non di qualcosa che possa far fermare e riflettere un lettore.

    Vi ringrazio

    M.S.

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