
DALLA MIA FINESTRA
“Parlavamo insieme, io e il mio amico,
quel giorno il sole era alto nel cielo,
e lui appoggiato alla finestra
fissava un punto lontano
come per guardare ciò che non era visibile,
mi parlava di immagini dipinte
di sensazioni che l’occhio non coglie,
ma lui era un non vedente
ed io più cieco di lui.”
Dalla mia finestra
sento voci di gente
bambini che giocano,
e il mare distante
si nasconde dietro la mia mano
che davanti ai miei occhi
guarda lontano.
Il calore del sole sui panni
che svolazzano stesi
tiepido al mattino
ripassa nei giorni, negli anni
e rincorre la palla un bambino
toccando i muri del cortile,
scivola sulla mie guance scure
la pioggia del cielo di marzo
sono lacrime dolci
che raccolgo sulle labbra,
ho voglia delle tue parole
di quando mi parli dal balcone
oggi non sento il tuo profumo
mia dolce amica del cuore,
scorrono sul davanzale
le ombre del mattino
dalla mia finestra
aspetto il movimento della sera
la faccia della luna è a destra
e sulla strada finisce il rumore,
torna nuovamente il giorno
e guardo dal mio silenzio
dal mio tormento
la nebbia che non si dirada
davanti ai miei occhi.
Buongiorno mia dolce amica.
Moltissime sono le cose che si possono vedere con gli occhi, ma cosa si può vedere con gli occhi dell’oscurità………affacciato alla finestra ho sentito le voci della gente, i giochi dei bimbi, ho percepito lo svolazzare dei panni stesi che il calore del sole riscalda ripassando ogni giorno, questo scenario a noi comune diventa tutt’altra cosa se immaginato da un non vedente, lui rinchiuso in quel suo mondo circondato dall’oscurità. Non vi racconterò altro, nel descrivere le sensazioni di questa poesia posso soltanto aggiungere che io ho soltanto immaginato l'oscurità di un vedente, perchè ben lontana è la realta di un cieco, chi ha la fortuna di avere quest'amicizia sa bene che per lui il mondo è fatto di sensazioni tattili e percezioni sensoriali che difficilmente si possono descrivere, noi vedenti dobbiamo imparare a saper vedere nel profondo delle cose.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
RispondiEliminanongià perché con quattrocchi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Ricordi Xenia di montale. I veri non vedenti, che non guardano sono quelli come noi che in realtà percepiamo tutto in maniera distratta e frettolosa. Bella, Pietro. Attraverso le tue parole percepiamo colori, luci, persone, i rumori...tutto
e tu dici<:
mi parlava di immagini dipinte
di sensazioni che l’occhio non coglie,
ma lui era un non vedente
ed io più cieco di lui.”
Benvenuti, amici, nel nostro blog.
RispondiEliminaChi ha una dote chi un'altra, chi è debole nella corsa, sa utilizzare la forza...chi non vede con gli occhi del volto, può vedere con gli occhi della mente e del cuore. Il cieco Tiresia rimprovera Creonte di non saper vedere, Creonte beffeggia Tiresia apostrofandolo "Sei tu cieco!!!"
RispondiEliminaQuindi c'è un percorso di percezione, di conoscenza sottilissima che è precluso ai vedenti ed è il mezzo sopraffino di cui si servono i nonvedenti. Tutto il resto lo fa il cuore. Chi non ha visto una mamma non vedente cullare d'amore il proprio bimbo?
Nella prima parte della poesia il Poeta sembra condividere questa condizione di "privilegio", nella seconda parte una mestizia sembra avvolgere la sequela di dettagli visivi che rimarranno sempre ombra per chi non ha il dono della vista, ma ombrà sarà sempre per chi non sa leggere il cuore.
Il contrasto mi sembra sottolineato dalla vivacità del "quadro" e il tono lamentevole della musica del video.
adriana pedicini
noi immaginiamo solo quelle che possono essere le sensazioni provate da un non vedente....anche io ho avuto durante la mia prima giovinezza una cara amica non vedente....e le volevo molto bene, immaginavo a volte come ella potesse cogliere il mondo...e mi rammaricavo pur essendo allora solo una ragazza ce io avessi qualcosa che lei non aveva piu...io avevo la bellezza dei colori....ma oggi so che le i aveva la bellezza meravigliosa delle sensazioni....Giaquinto
RispondiEliminaIl video è dellea anica e nota Nuova compagnia di Canto popolare, che mi è piaciuto riproporvi, che fa parte di una aspetto particolare, della canzone napoletana, curata con cura filologica e musucale dal Maestro De Simone
RispondiEliminaCaro Pietro io penso di averla già commentata nelle tue note ma lo rifaccio qui perchè la poesia esprime una grossa sensibilità altruistica e morale, potrei commentare verso per verso la poesia ma per la ricchezza delle immagini esposte in essa finirei col guastare qualcosa e sarebbe un oltraggio alla tua grande arte. Mi limito a prendere atto del grande artista che sei anche atraverso il quadro che penso sia tuo, esprime talento.Veramente bravo Pietro nelle tue poesie non si troverà neppure una virgola che sia scontata o banale. Complimenti!
RispondiEliminaQuesti versi hanno ridestato in me ricordi di un'età lontana, quando un amico mi costrinse ad imparare a scrivere in Braille: Enzo si era innamorato di Rosanna (entrambi non vedenti); la sera veniva nella mia stanza e me la descriveva con immagini che nascevano dal suo orecchio e dalla sua mano che le aveva sfiorato il viso.
RispondiEliminaCiò che vibrava dentro di lui nasceva da una conoscenza legata a questi due sensi, e la sua immaginazione creava un rapporto più che visivo, direi "visionario".
Capisco perchè Pietro Vizzini dice:"...e io più cieco di lui".
mi parlava di immagini dipinte
RispondiEliminadi sensazioni che l’occhio non coglie....
questo é quello che ci chiediamo spesso, come si fare a meno dei colori, delle immagini. Eppure come dice Pietro 'il mio amico era un non vedente, io ero cieco.
Di forte impatto emozionale, sarebbe da commentare riga dopo riga, come ben detto Bruno, poiché ogni riga se non ogni singola parola é un pugno nello stomaco che arriva al cervello per poi entrare nel cuore e rimanerci.
Caro Pietro, io ti devo dei complimenti personali, non solo per le tue poesie (sempre belle) ma per il tuo essere disponibile, presente, senza schermature ne ipocrisie. Ti stimo molto.
Bellissimo anche il video. Grazie per la scelta Gloria.
Buongiorno cari Amici del blog e grazie a tuti per la vostra presenza.
La sensibilità dei non vedenti è straordinariamente penetrante nella materia, nei colori, nei suoni, nei profumi... e Pietro ha, virtualmente, immaginato di essere cieco per interiorizzare la capacità di "assaporare" le sensazioni che riempiono la vita di un non vedente, concludendo che la nebbia non si dirada crea tormento. In realtà la nebbia offusca chi, vedente, non si accorge delle bellezze interiori di tutto ciò che ci contorna.
RispondiEliminaANITA LAPORTA
Ciao Pietro, io ricordo di aver commentato quel tuo video, Passeggiata sul mare di Sferracavallo, e di averne tratto emozioni profonde soprattutto nel guardare, nel silenzio e anche senza l'accompagnamento musicale, soprattutto quella sequenza in cui da lontanto si vede la grotta alla quale pian piano ci si accosta, si entra e dalla luce si passa nella semiocurità di un mare nel quale si desidera ripescare sogni memorie. Anche nel tuo collage che precede la poesia di oggi e nella poesia dài un'ulteriore dimostrazione di come sai accostare, in maniera affascinante,immagini semplici, della vita e delle cose che vediamo tutti i giorni. Ma non è per niente uno sguardo banale, è anzi uno sguardo che accompagna da sensazioni di una ceerta gaiezza, ad una cupezza interna, ad un tormento, comunque a più profonde introspezioni. Proprio come nel video. Sei capace, insomma, di renderti guida sollecita e discreta. Lasciandoci, poi, da soli, alle nostre domande?
RispondiEliminaMANLIO
Mi piace il commento di Adriana, che, al di là della fisicità, propone un'altra chiave di lettua, quando dice: "Quindi c'è un percorso di percezione". Sì è vero e rende bene con una sola frase, le mie stesse sensazioni.
RispondiEliminaInteressante e delicato, anche, l'episodio narrato da Mario Peverada.
MANLIO
Grazie, Ros, che sottolinei sempre l'importanza della musica e dell'immagine....
RispondiEliminaSaper vedere con il cuore è un dono che fortifica l'anima e rallegra quanti ti circondano.
RispondiEliminaVi ringrazio amici, per i vostri bellissimi commenti, grazie Gloria per l'ottima scelta del video, e un ringraziamento particolare a Ros che ha dato spazio ai miei versi, che trovano una calorosa accoglienza in questo splendido blog. Vi abbraccio.
RispondiEliminaLa poesia di Pietro dedicata al suo amico non vedente è bellissima!!
RispondiEliminaApprezzo moltissimo la poetica di Pietro Vizzini.
RispondiEliminaEgli è un attento ricercatore di attimi fuggenti, ovvero di quegli istanti in cui gli eventi che descrive diventano un tutt'uno con l'emozione che colgono. Così i suoi versi diventano dei fantastici collage di emozioni i cui pezzi si succedono secondo una gradualità che dolcemente porta il lettore alla identificazione con il contenuto.
Anche in questa poesia ci conduce per mano a "vedere" con gli occhi di un non vedente. Ci porta nel profondo intimo del protagonista. Ci indica una diversa prospettiva di percepire la vita che ci circonda.
Lui era un non vedente
ed io più cieco di lui....