Poesie, Racconti e Musica d’autore

"Scrivere poesie non è difficile; è difficile viverle." (Charles Bukowski)

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mercoledì 2 settembre 2009

'O core scuncecato di Massimo Imperato

O saccio ca me guarde stuorto,
ca, si me pienze, vulisse alluccà
tutte 'e parole ca nun hai mai ditto,
e "BASTA" è chella scritta ncoppa a tutto.
Aggio sbagliato dieci, ciento vote.
Me so arrubato tutte 'e pensiere tuoie
e po l'aggio cagnate dint' a capa mia.
E tutte 'e vote t'aggio miso n'croce
pensanno e capì chello ca nun è verità.
L'uldema vota so asciuto d' 'e binarie,
esageranno cchiù 'e l'esagerato.
Nun ce sta scusa e nun ce sta ragione,
so gghiuto proprio fora 'o semmenato.
E' comme si me fosse cumpurtato
comme a chillo ca s'era fissato
che o'core mpietto sbatte
sulo pe fa rumore, e po',
pe l'accunccià, senza capire,
s'o levaie a pietto restanno fulminato.
Io pure mo so fulminato,
e saccio ca nisciuno po fa niente.
Nun ero accussì scemo overamente
si me rendevo cunto 'e che facevo.
Comme se po distruggere na cosa<
ca te mantene vivo ogni mumento?
O core cchiù nun se rimette a posto,
ma chello che t'aggia fatto, si,
se po accuncià.
M'aggia mparata bbona sta leziona 'cca;
perciò te cerco scusa e anche perdono.
Te prego, famme turnà a campà.






Un mea culpa in vernacolo. L'ammissione di aver sbagliato, la consapevolezza della gravità, il pentimento ed il dolore hanno un sapore diverso se espressi in napoletano.
Il testo tradotto in versi in italiano rende bene l'idea della differenza.
La lingua napoletana permette di esprimere stati d'animo con maggior incisività rispetto all'italiano. Sarà che il popolo napoletano l'ha costruita nei secoli superando ogni tipo di sofferenza e celebrando con gioia i piccoli momenti di gloria.
Ho voluto riprodurre una situazione estrema di prepotenza ed offesa con tutto il seguito delle reazioni. Il lieto fine viene proposto, ma non si sa poi come va a finire....Massimo Imperato

14 commenti:

  1. Vorrei prima di tutto aggiungere la versione in italiano:

    Un cuore devastato

    Lo vedo, il tuo sguardo è sdegnato,
    irosa mi pensi trattenendo a stento
    mille parole da urlare,
    quelle mai pronunciate.
    ”BASTA! ” è in cima alla tua lista.
    Con te ho sbagliato,
    cento, mille volte.
    Ti ho rubato i pensieri
    e li ho modificati a modo mio.
    Ogni volta ti ho afflitta,
    credendo di capir cose non vere.
    L’ultima volta ho deragliato,
    esagerando più dell’esagerato.
    Non ho scusanti, non c’è ragione,
    ho oltrepassato la sopportazione.
    E’ come se mi fossi comportato
    in egual modo a chi
    convinto che il cuore difettoso
    pulsa e fa rumore,
    indi per aggiustarlo,
    senza nulla capire,
    lo estrae dal petto
    restando morto, fulminato.
    Or anch’io son fulminato
    cosciente che nulla c’è da fare,
    ma non son mica stupido,
    a saperlo avrei agito in altro modo.
    Non è mica possibile distruggere
    la fonte che ti dona
    vita ogni momento.
    Il cuore più non si può aggiustare,
    ma ciò che ho fatto a te, si,
    di certo posso riparare.
    Ho ben assimilato la lezione,
    perciò ti chiedo scusa
    e anche perdono.
    Del pentimento ora son sicuro,
    ridonami la vita, ti scongiuro.

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  2. se po distruggere na cosa<
    ca te mantene vivo ogni mumento?
    O core cchiù nun se rimette a posto,
    ma chello che t'aggia fatto, si,
    se po accuncià.
    M'aggia mparata bbona sta leziona 'cca;
    perciò te cerco scusa e anche perdono.
    Te prego, famme turnà a campà.


    Il rimpianto per non aver saputo conservare un amore, per non aver compreso la persona amata, si fa quasi voce martellante per il poeta, che nel dialetto trova un'espressività sincera e diretta.

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  3. maro" gloria comm"e e bella nn o tempo adesso mannaggia grazie anke x la bellima canzone di pino e una delle mie preferite grazie grazie grazie

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  4. Non è mica possibile distruggere
    la fonte che ti dona
    vita ogni momento.
    Il cuore più non si può aggiustare,
    ma ciò che ho fatto a te, si,
    di certo posso riparare.
    Ho ben assimilato la lezione,
    perciò ti chiedo scusa
    e anche perdono. ....

    Non é facile riparare ad un amore perduto, le scuse tante volte compromettono ancora di più un rapporto lacerato. I rimpianti non servono anche se non é possibile non avere rimpianti per una persona quando si é capito che piu' nulla c'é da recuperare.

    Complimenti Massimo,una poesia dettata e scritta col cuore.

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  5. E' un piacere che si rinnova sempre leggere una tua poesia Massimo... e quando poi ti esprimi nella "nostra" lingua (perchè non è un dialetto, come mi piace quello che hai scritto!) lo fai con una forza in più...

    Io ci credo nel perdono.... credo sia possibile recuperare un amore importante, a patto che questo non abbia leso e calpestato il rispetto per noi stessi...

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  6. Massimo, scusami se ho usato la traduzione per commentare la tua poesia ma faccio fatica a capire bene il napoletano al contrario della mia Dany che invece é di madrelingua.

    Ciao Dany, che piacere vederti. Bacio

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  7. Severa autocritica che mi auguro non sia autobiografica. Il cuore in petto non sbatte solo pe ffa rummore come così bene dici tu ma ha mille altre funzioni prima fra tutte motore portante di tutta una persona.L'atto di umiltà del chiedergli perdono non può comunque farlo ritornare allo stato iniziale. Poesia in lingua napoletana espressa bene ma a te non manca la classe ed il mestiere per farlo. Complimenti Massimo però ti voglio sentire, se possibile molto più sentimentale sempre in napoletano. Complimenti Bruno Zapparrata

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  8. Belli sia il cuore trafitto dal filo spinato che la canzone cantata da Pino Daniele "'o ssaie comme fa 'o core". In famiglia ne so' qualcosa...

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  9. Grazie a Bruno per la benevolenza. Prossimamente tornerò con qualcosa di sentimentale. "'o ssaie comme fa 'o core"!!!

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  10. Un pianto, un lamento sommesso e poi urlato. Una nenia e una filastrocca ad un tempo. Una musicalità nel verso che lascia il segno della denuncia di un dolore partecipato. Un battito del cuore che raccoglie tra le cose sperse le piccole gioie. Le scommesse della vita. Le attese. Le speranze deluse.I perdoni.
    Grazie Massimo anche dell'amara ironia sottesa.
    Rita Pacilio

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  11. Belle le poesie in napoletano, sono dolci e cantilenate, come una nenia. Persino il contenuto sembra meno doloroso e facile da rimediare... l'importante è la consapevolezza di avere sbagliato e la voglia di essere perdonato.
    Salvina Albanese
    P.S. Io ti perdonerei se mi avessi scritto una poesia così...

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  12. Ho gradito l'intervento di Rita in quanto ha evidenziato degli aspetti che io stesso non avevo considerato ma sono appropriati.
    Salvina nella sua spontaneità coglie in pieno l'effetto delle espressioni usate. E la ringrazio per il perdono...

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  13. Mi piacerebbe scrivere la musica a questa poesia... verrebbe su una cosa carina

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  14. Grazie Rocco, vedi che ti prendo sul serio...

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