
un segno indelebile
tracciato dalle sue mani operose….
ecco un sorriso…….” me lo aspettavo”
“ Ho lanciato un sasso
in uno stagno di acqua sporca
forse era soltanto una piccola buca.
Ho slacciato le scarpe al silenzio
nei passi dei bambini stupiti
il mormorare dei genitori
con bocche da cucire.
La parola del Signore
è luce sulla strada
a voi piccoli fanciulli
il dono di coltivare
verità e certezza
di giorni a venire nell’amore
e camminare a testa alta
per fare una piccola cosa
che non sia solo nostra.
Non posso fare a meno di postare il Home il commento - che poi é una testimonianza diretta - fatto da Cristina, leggetelo, ne vale le pena. Grazie. ros
Ho conosciuto padre Puglisi a Brancaccio, presso la sua chiesa e nel quartiere che lui conosceva bene perchè ci era nato.
Eravamo un gruppo di giovani volontari e ci muovevamo e collaboravamo nei quartieri più a rischio.
Ho un ricordo che vorrei condividere con voi grata a Rosalba che me lo ha chiesto.
Un giorno padre Pino, così veniva chiamato, mi ha telefonato invitandomi ad andarlo a trovare presso la parrocchia.
Era inverno inoltrato e ci trovavamo a passeggiare chiaccherando alle spalle della chiesa, quando mi fece notare alcuni ragazzini che giocavano lì vicino. Giocavano per le strade tra i cumuli di immondizia e lavatrici abbandonate..."è triste tutto ciò" - gli dissi-" che si può fare per toglierli dalla strada?"
Mi chiese di aiutarlo a trovare dei libri, tanti libri principalmente di avventura, bei libri che facciano viaggiare con la fantasia ed aggiunse "Dobbiamo aprire una biblioteca e trovare dei volontari che di tanto in tanto possano leggere le storie più belle a questi bambini per farli avvicinare alla cultura e allontanare dalla strada".
Abbiamo raccolto 2.000 libri meravigliosi ed io ho inaugurato la biblioteca leggendo ai ragazzi IL PICCOLO PRINCIPE.
Padre Pino è morto perchè voleva portare la cultura a Brancaccio.
La cultura è madre della legalità. delle regole della conoscenza del sapere...
Tutto ciò però non deve accadere nella mia terra che è serbatoio di manovalanza per la mafia e di scambio di voti.
Coltivando l'ignoranza e la povertà con 50 euro si può fare ammazzare una persona o comprare voti. Per questo è morto padre Puglisi e per questo sta morendo la Sicilia.
Cristina Matranga
Zio Pino era un professionista dell'amore. Lui diceva sempre: ci sono tanti tipi di amore nel mondo e io non sapendo quale scegliere li ho presi tutti!
RispondiEliminaA due giorni dell'anniversario della morte di don Pino Puglisi pubblichiamo questa intensa poesia di Pietro Vizzini a lui dedicata.
'...Ho slacciato le scarpe al silenzio
nei passi dei bambini stupiti
il mormorare dei genitori
con bocche da cucire... '
quanto dolore in questi pochi versi.......
Zio Pino non si è mai chiuso nell'omertà, ha combattuto cosa nostra a viso scoperto, predicando l'amore e solo l'amore per riuscire a sconfiggere la 'bestia nera', non ci è riuscito, purtroppo, come molti altri che dalla mafia sono stati trucidati violentemente.
Grazie caro Pietro come sempre sei riuscito a colpirmi nel cuore.
Buon Giorno a tutti gli amici di questa 'Oasi' , oggi parliamo di Amore ma di Amore vero, quello puro, quello che non ha altri coinvolgimenti se non l'animo umano.
Grazie a tutti per i vostri commenti.
I versi racchiudono il messaggio di don Puglisi e la sua triste fine già segnata come il Cristo in croce. Anche prima di morire sorride e quel sorriso rende l'assino impotente tanto da collaborare con la giustizia. Don Puglisi sentiva nell'intimo dalla propria fribra spirituale di sacerdote persona "consacrata" a Cristo pastore della Chiesa.
RispondiEliminaE dall'amore di Dio promanava l'ansia di verità e di giustizia sociale che lo ha reso insopportabile agli occhi dei boss mafiosi a Palermo, così come - lo leggiamo nel Vangelo - l'azione del giusto è un peso insostenibile per lo sguardo del peccatore. Percorre la strada con amore e per amore di quei ragazzi si fa martire. un abbraccio Pietro
Le ultime parole di Don Puglisi, me l'aspettavo...
RispondiEliminaLe due Fiction televisive seguite con attenzione, anche se con realtà romanzesca ci riproposero in tutta la sua assurdità, in tutta la sua cattiveria, in tutta la sua prepotenza questo episodio che non poteva lasciare indifferernte l'animo di un grande artista quale è in senso assoluto Pietro Vizzini. Leggendo questa poesia si viene attratti in maniera indicibile dall'arte figurativa di questi versi esplicativi come sempre al massimo, con parole semplici ma efficaci: Ho buttato un sasso nello stagno ma forse era solo una piccola buca d'acqua, con la speranza che tutto possa cambiare, rivolgendosi ai Genitori,mormoranti, dalle bocche cucite, ai Piccoli, protagonisti del domani a che la loro innocenza possa portare a giorni migliori , invitandoli a seguire la parola del Signore, luce della loro strada a che un domani possano camminare a testa alta.Grande nel suo lessico, grande nelle sue espressioni logico nelle sue deduzioni, Pietro Vizzini è un pioeta accattivante che piace, che non lascia mai nulla al caso che ha letteralmente cancellato dal suo patrimonio intellettivo e culturale la parola banalità.Non ho altro da aggiungere se non continuare a leggerlo per scoprire fino in fondo la grandezza della sua poesia.Grandi Ficarra e Picone e giustamente non c'è quadro ma la foto di Don Puglisi. Grazie anche a te ros.
hA LANCIATO ANCHE ALTRO, STA A NOI RACCOGLIERLO E FARLO VIVERE. La legalità, la giustizia sociale, la solidarietà fanno di una nazione un grande paese. UN PENSIERO GRATO
RispondiEliminaAntonio LANZA
Grazie Pietro! Sei riuscito a non essere evocativo parlando di un Uomo importante.
RispondiEliminaI versi proposti riecheggiano e palpitano proprio come le parole che Don Pino aveva il coraggio di pronunciare in pubblico per smuovere le coscienze delle vittime e mortificare quelle dei carnefici mafiosi. In particolare mi è piaciuta la chiusa che assume la forza di un eco che attraversa tutta l'Italia ed anche oltre:
"e camminare a testa alta
per fare una piccola cosa
che non sia solo nostra".
Ho conosciuto padre Puglisi a Brancaccio, presso la sua chiesa e nel quartiere che lui conosceva bene perchè ci era nato.
RispondiEliminaEravamo un gruppo di giovani volontari e ci muovevamo e collaboravamo nei quartieri più a rischio.
Ho un ricordo che vorrei condividere con voi grata a Rosalba che me lo ha chiesto.
Un giorno padre Pino, così veniva chiamato, mi ha telefonato invitandomi ad andarlo a trovare presso la parrocchia.
Era inverno inoltrato e ci trovavamo a passeggiare chiaccherando alle spalle della chiesa, quando mi fece notare alcuni ragazzini che giocavano lì vicino. Giocavano per le strade tra i cumuli di immondizia e lavatrici abbandonate..."è triste tutto ciò" - gli dissi-" che si può fare per toglierli dalla strada?"
Mi chiese di aiutarlo a trovare dei libri, tanti libri principalmente di avventura, bei libri che facciano viaggiare con la fantasia ed aggiunse "Dobbiamo aprire una biblioteca e trovare dei volontari che di tanto in tanto possano leggere le storie più belle a questi bambini per farli avvicinare alla cultura e allontanare dalla strada".
Abbiamo raccolto 2.000 libri meravigliosi ed io ho inaugurato la biblioteca leggendo ai ragazzi IL PICCOLO PRINCIPE.
Padre Pino è morto perchè voleva portare la cultura a Brancaccio.
La cultura è madre della legalità. delle regole della conoscenza del sapere...
Tutto ciò però non deve accadere nella mia terra che è serbatoio di manovalanza per la mafia e di scambio di voti.
Coltivando l'ignoranza e la povertà con 50 euro si può fare ammazzare una persona o comprare voti. Per questo è morto padre Puglisi e per questo sta morendo la Sicilia.
Cristina Matranga
Coltivando l'ignoranza e la povertà con 50 euro si può fare ammazzare una persona o comprare voti. Per questo è morto padre Puglisi e per questo sta morendo la Sicilia.'
RispondiEliminaCara Cri, quanto male mi fa sentirti parlare in questo modo. Quanta amarezza scorgo nelle tue parole. Non so come ringraziarti per questa testimonianza diretta, non sai quanto piacere mi abbia fatto.
Non perdere mai la speranza di migliorare le cose, abbiamo bisogno di persone oneste come don Pino e come te in Sicilia anche se so che non é facile operare in una zona dove il senso comune di legalità é compromesso da atti violenti. Ma ci sono ancora in Sicilia persone (e sono tante) che sperano che un giorno si riesca a estirpare questo albero malvagio fino alle radici più profonde. Un abbraccio e grazie ancora. ros
CARO PINO GRAZIE NON OSO DIRE ALTRO ..........MA GRAZIE AD UN PRETE OGGI CI SENTIAMO PIU' FORTI .........
RispondiEliminaANNAMARIA FULGIONE
HAi ragione Rossella, non dobbiamo perdere la speranza. Però a volte è veramente difficile. Ognuno deve fare la propria parte e chissà, forse un giorno qualcuno raccoglierà i frutti.
RispondiEliminaMaria
Apprezzo molto l'intervento e ringrazio ros per averlo richiesto.
RispondiEliminaTutto ciò dimostra come l'amore per gli altri, anche a prezzo della propria vita, abbia una forza prorompente. Un grande esempio da seguire.
“Era soltanto un prete! Solo un povero prete!”
RispondiEliminaQuesto avrei detto se fossi un mafioso. No, Don Pino era soprattutto un uomo che cercava di accompagnare mano nella mano, piccoli uomini in un percorso di verità e giustizia. Lanciare un sasso in uno stagno di acqua sporca e rendersi conto che è una piccola buca, significa lottare contro il nemico sminuendo dall’inizio la sua grandezza. Slacciare le scarpe al silenzio vuol dire rompere il muro di omertà. Bisogna insegnare ai bambini a coltivare verità e giustizia, a camminare a testa alta, dobbiamo fare una piccola cosa e metterla a disposizione degli altri.
Proporre questa poesia è stato un gesto per far risentire quella voce di speranza lanciata da Don Puglisi.
Il tuo messaggio Pietro è stato recepito perfettamente in prima battuta, in questa poesia non sei ermetico più che altro ci vedo metafora, ma tu sei un maestro, cosa te le dico a fare certe cose.La scelta migliore è darti un abbraccio per il meglio che ci proponi. Ciao Poeta, mi permetto, amico mio!
RispondiEliminaCara Maria, grazie per essere passata. Hai proprio ragione lavorare con impegno in certi posti equivale a lasciarci la vita. Bisogna far quadrato intorno alle persone che tutti i giorni combattono la mafia a tutti i livelli, nonostante l'ostruzionismo perpetrato anche parte delle istituzioni, che é quello più grave - vedi le ultime leggi sulle intercettazioni-. Ci vuole l'impegno di tutti, perché solo così si può, 'forse', riuscire a sconfiggere il mostro. Discorso utopistico? Non lo so, ma non bisogna mai smettere di sperare.
RispondiEliminaDon Pino e Cristina docet.
Desidero ringraziare tutti quelli che fino ad adesso hanno, con il loro sentito commento, espresso il proprio dolore e il proprio disappunto. Un grazie speciale a Pietro, l'autore di questa bellissima poesia, e come dice Bruno: ciao poeta.
RispondiEliminaPerò non posso tralasciare il commento della Sig.ra Cristina Matranga, cognome a me conosciuto per questioni lavorative e il ricordo che ha fatto dell'oratorio di Don Puglisi e della Biblioteca è sintomatico. Non si è tirata indietro nell'aiutare Don Pino, già condannato dalla Mafia contravvenendo al loro modo contorto di fare. Cio' ne fa' un gran personaggio oltre a tutto quanto di altro ha svolto. Dico Pietro che è un ambizione avere un tale intervento e a te è capitato meritatamente ed in ciò trovo conferma nella mie convinzioni espresse precedentemente sulla tua arte da che non ti conoscevo. Oggi sei un uomo fortunato lasciatelo dire e un grazie va anche a ros.che si è prodigata per questa presenza di prestigio. Alla sign.ra Matranga vanno i miei deferenti saluti e a te Pietro con ros. il solito abbraccione Bruno Zapparrata
RispondiEliminaE io ringrazio te, caro Bruno, per la tua assidua e graditissima presenza in questa Oasi.
RispondiEliminaLeggere questa poesia oggi ci da ancora spunti e volontà di riflettere.!!é scritta in una maniera così semplice ..da farla arrivare direttamente al cuore!! Don Puglisi rimane una figura fondamentale x la nostra società civile .ed un esempio indelebile...da cui bisognerebbe attingere!!!La poesia è bellissima,...ma non nego che il racconto di Cristina è una cornice toccante che riesce a renderla ancora più emozionante ....Mi piace sognare cosa accadrebbe....se tutti noi riuscissimo a fare ..UNA PICCOLA COSA CHE NON SIA SOLO NOSTRA...ALMENO UNA!!!
RispondiEliminaleggerò questa poesia ad un seminario-laboratorio. cui partecipano sindacato (Cisl) e associazioni (tra cui Libera) che lavorano tra Casal di Pincipe e Castel Volturno, per iniziative comuni di contrasto alla camorra. Questo avverrà in una azienda agricola confiscata alla camorra e che verrà affidata ad una cooperativa di giovani, nel più ampio progetto Le terre di don Peppino Diana. Vorrei ricordare un altro Peppino, Peppino Impastato, il cui nome era stato dato ad una biblioteca di una cittadina del Nord (non ricordo ora quale) e che pochi giorni fa il sindaco leghista ha fatto togliere perché meridionale. Vergogna è dir poco. Comunque, vorrei dire che, nelle zone infestato dalla camorra stanno sorgendo molte associazioni che prendono iniziative molteplici contro la camorra e a favore degli immigrati.
RispondiEliminaBuona notte.
Manlio
L'avevo già letta e mi aveva colpito subito per il suo tono delicato e equilibrato, eppure provocatorio e capace di indurre indignazione. E' una capacità che ha Pietro di rire parole gravi e dure, in unerstatement. Percò va subito al cuore, perciò ti fa capire la sopraffazione orrenda e inspiegabile.. L'uso dei versi e delle parole, che solo alcuni manovrano con maestria.
RispondiEliminaHo letto e visto molte cose su Don Pino 'u parrinu" , la testimonianza di Cristina Matranga, memoria storica della lotta alla mafia, mi conferma che è la conoscenza che si tende a impedire per poter sviluppare i propri interessi , uccidendo cosi' un popolo e una terra. Grazie Cristina
RispondiEliminaEmerge forte, dolce nella sua immensa umanità di impegno, in questa toccante e stupenda poesia, la figura, e soprattutto l'animo, il cuore ed il coraggio di don Pino Puglisi...E mi scorrono davanti agli occhi le immagini della grandiosa manifestazione Contro Tutte le Mafie, che si è tenuta a Napoli la scorsa primavera...il corteo alla cui testa c'erano le foto dei tanti troppi martiri di questa lotta, spessa solitaria, e mi risuonano i nomi scanditi per tutto il corteo...lunghissima scia di eredi di quell'impegno, di quella lotta...
RispondiEliminaL'intervento di Cristina, poi aggiunge emozione ad emozione: sconfiggere la "cultura" della mafia (o della camorra) attraverso il sapere, la conoscenza, i libri...una strada ardua e difficile, ma la sola per recidere il cordone ombelicale tra malavita, degrado (e degrado in tutti i sensi), ignoranza, paura cordone che strozza vaste parti del nostro Paese.
E mi ha colpito l'inauguazione della Biblioteca con la lettura del Piccolo Principe...quel libro in cui si può leggere che "l'essenziale è invisibile agli occhi", ma non al cuore, e che quindi invita ad aprire i cuori per coglierlo...
Pietro, che dirti? Grazie, per questa bella poesia di memento e d'impegno, che sin dal titolo fa inumidire gli occhi...