
(o erano petali di girasole?)
bloccati nell'ombra
di un muro di periferia
pietra amara, pietra avara,
messa lì da un nume cattivo per fermare i miei sogni,
e sulla pelle il rosso della vergogna
mentre immaginavo te come un olimpico dio corrucciato.
E l'ironia non compresa,le menti divergenti
le poche occasoni e all'improvviso il buio.
Ora vorrei incontrarti (non più nel sogno in una vita quasi parallela)
per mostrarti due occhi verdi che hanno il tuo nome
e due occhi fieri nel cui muto affetto ti rivedo
e dirti che in me più di ogni altro scorreva il tuo sangue
e forse un giorno avremmo bevuto e cantato insieme
spezzando gioiosi i calici dell'incomprensione.
Mio padre mi ha lasciato quando avevo solo 17 anni, lui simpatico e brillante protagonista sul palcoscenico della vita, io preso nel vortice delle mie ansie adolescenziali. Lui era molto orgoglioso della mia intelligenza, ma a volte corrucciato per la mia vera o presunta timidezza....credo che adesso sarebbe comunque ancora più orgoglioso di me, perchè nella mia maturità ho espresso delle capacità a lui molto gradite.Ciao papà, credo che avremo il modo di parlare e ridere insieme.
E’ bello, è commovente questo tuo ricordo, caro Pio. Io ho tenuto murate dentro di me queste stesse cose. E, pensa, solo dopo 40 anni dalla Sua scomparsa, sono riuscito a capire...che non potevamo capirci. E ora piango (come te?). perché la mia storia è dolorosissima. Non spezzo: frantumo quei calici!
RispondiEliminaLeggendo le vostre poesie e rifacendomi anche alla mia esperienza, tutti abbiamo memoria di un padre quasi sovrano, divino, ma distaaccato dal quotidiano e poco presente. Ci piaceva immaginarlo così , al di sopra delle meschinità di ogni giorno, al di sopra delle nostre piccole esigenze. Ma poi abbiamo capito che era solo assente. Oggi, che per molti non c'è più, vorremmo rivederlo della nostra età. e i maschi vorrebbero avere con lui un rapporto quasi amicale,fraterno, per bere insieme e raccontarsi tutto.e vien voglia di spezzare i calici deell'incomprensione...Benvenuti a tutti, qui, nel bog, apriamo il blog ai vostri graditi commenti
RispondiEliminaè stupido commentare un capolavoro; hai detto tutto ciò che c'è da dire..cè amore, verità, rimpianto, speranza, l'affetto di un nuovo padre che rivede il proprio nei suoi figli.
RispondiEliminasei stato un figlio speciale, sei un padre senz'altro meraviglioso.
claudia de crescenzo
Pio: sai che stanotte me lo sono sognato?
RispondiEliminaE' stato bello, perchè era tanto che non lo facevo. Ormai sono quasi dieci anni (a novembre) che non c'è più, ed anche io come te, avevo un rapporto un pò difficile con lui che forse non riusciva a capirmi anche se mi voleva bene.
Nel sogno mi chiedeva cosa volessi per il mio compleanno. Mi ha detto - come faceva davvero - cosa vuoi? Ti devo fare proprio un bel regalo!
E io gli ho risposto "niente, solo che tu stai bene"...... franceso
che bella scrittura caro Pio " pietra amara pietra avara" , ho perso anche io mio Padre , l'ho sempre amato e non e' stato mai conflittuale il nostro rapporto Giuseppe Renato De Stasio
RispondiEliminaBellissima e commovente e mi ha fatto ripensare al rapporto bllissimo con mio padre..........quella che sono lo devo a lui .....sono come lui e ne sono fiera
RispondiEliminafulgione annamaria
...IN ME PIù DI OGNI ALTRO SCORREVA IL TUO SANGUE"...e ora che non c'è più quel sangue invade oltre le vene e scende giù dal corpo. Il sangue è un richiamo che non conosce morte si nutre del riconoscimento.
RispondiEliminaMarta.
17 tu caro Pio e 19 io! Quanti rimpianti per le confessioni non fatte, per parole non dette, quante liti per capirci. Eppure era un grande Amore, quello per mio padre. Lui mi chiamava appellandomi 'la mia piccola fidanzata', una fidanzata che adorava e di cui era gelosissimo. Io vorrei chiamarlo e dirgli quanto mi manca Lui.
RispondiEliminami sembra di vederti ragazzo, affacciato alla vita e al balcone di fronte al muro di pietra che spezza lo sguardo, con la voglia di oltrepassarlo e il timore di non esserne all'altezza. quelle "menti divergenti"...quante incomprensioni, tutto il non detto, la sofferenza della distanza e poi la riflessione, ahim... Visualizza altroè sempre troppo tardiva, sul conflitto inevitabile che ci separa dal padre e ci dà identità. non c'è crescita se non nel dolore... quanta dolcezza in questa poesia che mi tocca e mi costringe, nel mentre che scrivo il mio breve commento, ad alzare i miei occhi nel vuoto a fissare ricordi Claudia De Crescenzo
RispondiEliminaUna bella poesia che mi ha fatto pensare quanto mi è mancato mio padre dopo la sua morte e quante cose non ho saputo dirgli mentre era in vita...quanti ricordi....grazie...
RispondiEliminaNon capita spesso vedere una poesia sul padre mentre le mamme sono state osannate con una miriade di altari. Eppure quello del padre è un compito ingrato che spesso porta in serio contrasto con i figli per un non nulla.Dinieghi, incomprensione, la mancanza di possibilità per esaudire tutto, spesso vengono viste dai figli sotto altro aspetto e dunque ben venga questa poesia di Pio Napolitano con i raggi senza luce che girano nel vuoto. Bella la poesia ottima l'esposizione.Buono il disegno di Charlot e la canzone di De Andre'
RispondiEliminaI versi accorati di Pio trovano la solidarietà di chi ha condiviso una simile esperienza. Essi però hanno il pregio di trasferire in chi non conosce direttamente questo dolore le sensazioni e gli stati d'animo vissuti. Un gran merito a dei versi che corrono il rischio di essere celebrativi ed incomprensibili per gli altri.
RispondiEliminaE il legame adolescenziale è ben raffigurato da Charlot che stringe la mano al bambino come per raccoglierne l'eredità paterna.
Le parole che non furono mai dette, le carezze che non furono ai fatte, il mondo che girava alla rovescia nascondendo affetti mai mostrati per troppa timidezza. Il classico rapporto di conflitto generazionale tra padre e figlio rivela quell'incomprensione naturale, lasciandolo prima che potevano incontrarsi in simbiosi di idee e sentimenti. Una melanconia elegica attraversa i ricordi, rimpiangendo le occasioni della vita irricuperabili.
RispondiEliminaMi hai commosso con questa poesia Pio. La leggo e rileggo...e trovo ogni volta nuovi spunti per partire in un viaggio interiore alla ricerca del padre che non ho mai avuto. E' magistrale come riesci ad evocare emozioni solo apparentemente ambivalenti (amore e ncomprensioni) tipici dell'adolescenza. Si, ne sono sicura: tuo papà sarebbe orgogliosissimo di te. Agi Berta
RispondiEliminaPiango sempre ho perso mio padre da pochissimo e la sua mancanza è enorme, incomprensibile.
RispondiEliminaBella poesia la tua complimenti.
Mio padre è mancato da poche settimane ed il vuoto che ha lasciato è enorme ed impensato. il pensiero di non poterlo rivedere più mi uccide...mi manca molto anche se anche io ho sempre avuto un rapporto conflittuale come molti figli. Quante occasioni perse per entrambi...,quanti pochi gesti di affetto ma quanto ci volevamo bene! Negli ultimi anni era molto ammalato e non parlava quasi più, ma ogni volta che mi rivedeva gli si illuminavano gli occhi ed aveva una espressione di gioia. Ti voglio bebe babbo!!!
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